Muzak - anno I - n.03 - dicembre 1973

cialmente sotto due forme: danze da ballo, la cui più famosa è la giga, danza in 6/8 o in 3/8 di probabile origine irlandese, all'apice del suo corso nel '500, e le ballate, il cui nome deriva probabilmente da « bawdry » o « bawdy » rispettivamente « discorso osceno » e « osceno», che avevano scopo narrativo: La popolarità di queste composizioni, eseguite con viole, recorders e arpe, fu tale che molti autori crearono intorno ad esse composizioni di musica colta e che il papato si raccomandò spessissimo di non comporre canti sacri che rammentassero ai fedeli le parole oscene delle versioni originali. Continuava comunque l'influenza della Chiesa sulla musica popolare; un passo decisivo avviene con la Riforma Protestante che stabilisce l'adozione di versioni metriche e rimate del salterio, perché più idoneo ai versi biblici e di facile esecuzione con le sue armonie in quattro parti: una decisione che favorì di molto l'accompagnamento di strumenti ai canti vocali. Inutile dire che la strumentazione di allora era ben lontana anche da quella di cui oggi usufruiscono molti gruppi folk; lo strumento più popolare era allora la cetra: in ogni negozio di barbiere che si rispettasse ve ne era una a disposizione dei clienti che attendevano la tosatura. Accanto alla cetra abbiamo un certo numero di semplici percussioni, idonee per le danze o i temi bellici, di recorders, flauti rudimentali ma con un'estensione timbrica varia, e la viola che preannuncia l'abbondante uso che la musica popolare inglese farà poi del violino. Per quanto riguarda il canto esso usufruisce pienamente del• la forte incisività ritmica del linguaggio inglese accentato, ma non rifugge una certa imposta·zione melodica solitamente riservata alle donne, anche se il· canto femminile popolare, ori• ginato dai canti di lavoro, ha un'origine decisamente più tarda. I testi trovano nella vita di ogni giorno una grande varietà di motivi, alcuni affrontati in maniera drammatica, altri conditi con il classico, piacevolissimo, humor ... «- La realtà è un complesso d ipotesi in relazione tra loro - disse fermando i cavalli - Prendi quell'ipotesi là - indicò un gregge di pecore con la parte bagnata del ramoscello che aveva in bocca - Vedi sono tutte in relazione in un modo abbastanza complesso per cui devono essere reali. - Ned lo guardò storto: - Ev, hai bevuto un'altra volta con il prete? - » oppure abbiamo temi religiosi o bellici, mentre con l'avanzare delle lotte politiche si fanno strada i canti dei partiti, mentre molto più tardi, con l'industrializzazione avremo quelli sindacali. Questa la musica popolare inglese alle soglie del periodo elisabbettiano, prima metà del 1500; ma difficilmente i gruppi di oggi ci ripropongono questi brani, accettuato forse alcuni brani esclusivamente vocali degli Steeleye. Ma questi esempi sono naturalmente fondamentali per tutto quello che ne na• scerà dopo: se infatti il folk inglese ha la particolarità di rimanere creativo fino ai giorni nostri, esso rimane pur sempre ancorato a queste antichissime esperienze, adattando spesso temi e problematiche contemporanee alle musiche di molti secoli precedenti. cl frattempo il periodo elisabbettiano vede affer• marsi sempre più la canzone popolare grazie ad un nuovo strumento, il liuto, che nel favore incontrato nel popolo e nella borghesia svolgerà un ruolo rli educazione musicale paragonabile a quello sos'.epresso l'aristocrazia dal virginale, primitivo clavicembalo 37

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