Muzak - anno I - n.03 - dicembre 1973

::iei dischi fin ora, e contrariamente alle più ovvie regole del mercato, successo prima in Italia e soltanto in un secondo tempo in Inghilterra: è la singolare vicenda dei Genesis. L'album live dell'estate scorsa ed il recente « Selling England by the pound », "vendendo l'Inghilterra alla libbra'', hanno confermato il valore artistico e rafforzato la popolarità del quintetto. Peter Gabriel, personaggio singolare e tipico del rock teatrale e decadente, quello dei "travestiti", è forse l'unico per il quale maschere e costumi possiedono un valore funzionale nei confronti delle musiche e dei testi. E probabilmente anche l'unico, tra' i divi del momento, ad essere rimasto un ragazzo semplice e modesto, senza il complesso·· della superstar. Lo abbiamo intervistato a Londra, neJ, primo piano di una villetta •di Notting Hill, dove vive cqn la moglie. Tu sei stato' fra i primi ad usare in scena travestimenti e maschere. Puoi dirci quali artisti a tuo parere utilizzano queste coreografie in maniera funzionale, non come semplice pretesto per colpire il pubblicò? E quale funzionalità il costume, il trucco e la mimica assumono nei Genesis? David Bowie, Roxy Music e tutti gli altri hanno le loro canzoni e le loro coreografiie, ma quasi sempre non quadrano, manca cioè un preciso e logico accordo. Forse il solo Arthur Brown, ai suoi tempi d'oro, entrava al momento giusto con la trovata giusta. In questo momento non vedo sinceramente nessun artista per cui musica, 30 PETEGRABRIEL parola ed immagine procedano rigorosamente insieme come nel caso dei Genesis. Il concetto di teatro di Alice Cooper, ad esempio, è totalmente opposto al nostro: Alice pensa ad una data scena, e quindi vi scrive sopra un pezzo. Nelle nostre composizioni il costume è conseguenza del testo, ed il testo è spesso scritto in funzione della musica: vedi l'atmosfera fantascientifica di « Watcher of the skies » o quella di pm aperta denuncia sociale, « Get 'emcout by friday » o « Dancing with the moonlit knight ». Ma il pubblico pretenderà sempre da voi maschere di questo tipo? Saprà accettarvi al di fuori di un clichè che vi siete creati? Non so. Nel momento in cui non riuscissimo più a soddisfare il pubblico, con le maschere o senza, vorrebbe dire che è giusto il momento di scioglierci. I riferimenti al foklore, alla mitologia, sono frutto di una tua conoscenza specifica, oppure sono patrimonio comune della massa in Inghilterra? Voglio dire: lutti gli inglesi comprendono facilmente le allegorie e le citazioni dei testi? No. Non credo che gli stessi inglesi possano facilmente capire i doppi sensi, ma della storia colgono solo il lato narrativo, letterale. Nel nostro paese comunque parecchi ragazzi sono appassionati di storia e di mitologia. Nel nostro caso specifico. ·Michael (Rutherford) Tony (Banks) ed io siamo fanatici di mitologia greca. La vostra musica è di tipo impressionistico, ricca di rife. rimenti storici e favolistici. Eppure non è estranea alla denuncia sociale; anzi questa è evidente in tutti i dischi, specie nell'ultimo. Perché preferite questo modo più lungo, anche se più ricco ed affascinante, per comunicare? Il fatto è che il nostro messaggio non deve essere preciso, circoscritto. Noi scriviamo intorno agli argomenti che maggiormente ci toccano e ci stimolano. Il testo, ripeto, è spesso in funzione della musica. E da tutto l'insieme nasce un sentimento, una sensazione, cioè il messaggio. Data la strullura dialogata, recitativa di parecchi vostri brani ( « Harold the Darrel », « The ballle of Epping forest », ecc., perché non sfruttate di più le altre voci? Ritieni di essere sufficiente a rappresentare tutti gli umori e le battute dei tuoi personaggi, che qualcuno ha definito dickeùsiani. Ho provato a convincere gli altri a cantare, ma tranne per Phil non c'è stato niente da fare. Non si ritengono all'altezza. Dunque, sufficiente o no, devo fare tutto da solo. In questo senso credi di essere debitore di qualcosa ad altri gruppi o solisti? Ai Family per esempio? Di Roger Champman ho ripreso un certo verso gutturale. Piuttosto ti confesso di essermi ispirato molto ad una cantante negra, Nina Simone. Cosa è cambiato sotto il profilo tecnico nella formazione, oltre all'introduzione del sin• tetizzatore? Beh, Steve (Hackett) usa una pedalierà in più, Michael si adopera maggiormente alla dodici corde, abbiamo cambiato altri strumenti dal vivo. E in studio Tony ha potuto suonare finalmente il piano a coda, la sua passione. Un periodico inglese ha distribuito un vostro singolo inedito, « Twilight alehouse ». Di che si tratta? E' stato un brano del nostro repertorio live, fino a due anni fa. Lo abbiamo compo-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==