Muzak - anno I - n.2 - novembre 1973

inuovai rtistitaliani Xcnakis, Ligeti i pm seguiti. Musicisti dotati di una tecnica eccezionale, difettano forse di comunicativa, come ha indicato il successo alterno ottenuto in occasione delle tournée italiane di Soft Machine, Gentle, Faces, che il sestetto ha accompagnato. Sono stati invitati alla Biennale di Parigi ed alla Triennale di Milano. Discografia: LP « Arbeit macht frei ». Produttore: Area. LOY ALTOMARE Formazione: Checca Loy voce, chitarra acustica ed elettrica; Massimo Altomare voce e chitarra acustica. Un romano ed un veronese, vissuti a lungo all'estero, dove si sono conosciuti, sono gli artefici di una ca11zone popolare italiana semplice e cristallina, fra le cose più nuove della panorama italiano, lontano dai modelli stranieri, se si eccettua qualche vaga ed imprescindibile influenza di country & western americano. I testi sono estremamente comunicativi, in gran parte autobiografici, senza complica7.ioni psicologiche, ma vivi e pregnanti, a tratti divertenti. Le atmosfere sono decisamente popolane in alcuni casi, altrove la presenza dell'orchestra dona un tocco più classico e raffinato alle composizioni. Interessanti anche le voci, giuste per questa musica, cd influenzate leggermente da Fabrizio De André. Discografia: LP « Portobello ». Produttore: Adriano Fabi. MUSEO ROSENBACH Formazione: Giancarlo Calzi batteria, percussioni e voce; Alberto Moreno basso e pianoforte; Enzo Merogno chitarre e voce; Pit Corradi tastiere; Stefano Galifi voce solista. Genovesi, s:mo gli esponenti di un rock melodico di prege54 vole fatura, basato prevalentemente sulle tastiere: organo, piano, mellotron, vibrafono e moog creano le atmosfere a largo respiro, sulla strada di altre formazioni italiane, non ultima il Banco che sui gruppi dell'ultima generazione ha esercitato probabilmente l'influenza maggiore. Qualche reminiscenza classicheggiante, qualche frase presa in prestito dal rock d'oltremanica, un'impostazione non estranea alla scuola pop genovese, e la tecnica impressionistica, per immagini continuamente variate nelle figurazioni melodiche e ritmiche, tipica dei complessi italiani. Il loro primo album ha suscitato alcune polemiche perché giudicato "fascista", inquanto dedicato a Zarathustra, . i I filosofo persiano ripreso da Nietzsche, la cui ricerca· del superuomo - precisa il Museo - non va intesa come immagine di un violento condottiero, quanto come figura dell'uomo che nel semplice contatto con la natura, tende a purificare i valori umani da ogni ipocrisia. L'uomo-museo, scelto dal quintetto quale proprio simbolo, è appunto "lavaggio del cervello, utopia e falsità". Discografia: LP « Zarathustra». Produttore: Angelo Vaggi. FRANCESCO DE GREGORI Romano, già in coppia con Antonello Venditti (Theorius Campus), è forse il cantautore tradizionale più interessante messosi in luce nel corso di quest'anno. Melodicamente semplice e raffinato, viceversa cerebrale e complesso sul piano dei testi, tranne alcune eccezioni, De Gregori trova i suoi ispiratori in certo Dylan e soprattutto in Leonard Cohen, al quale sembra costantemente rifarsi. La vicinanza di Venditti e di Edoardo De Angelis (Edoardo & Stelio), che ha curato la realizzazione artistica del suo

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