Muzak - anno I - n.2 - novembre 1973

ci interessa relativamente, perché il cosiddetto mito di Sun Ra, in realtà, riflette una ben più seria e scottante condizione umana. L'Arkestra è una forma di vita alternativa, una comunità stretta, che nella sua utopia e nelle sue peregrinazioni «spaziali» rispecchia la realtà drammatica e dolorosa del popolo afroamericano. Quando un tale stato di soggezione non sfocia in una precisa coscienza e non si tramuta in attività direttamente politica, esso si rifugia in una fantasmagorica quanto immaginosa serie di multiformi microcosmi, che come rifiuto di una certa condizione subalterna e codificata, diventa obbiettivamente un fatto politico. Tornando alla persona di Sun Ra, egli dice di aver suonato con diversi famosi musicisti della tradizione neroamericana, come il celebre tenorsassofonista Colcman Hawkins, il violinista Stuff Smith e la grande orchestra diretta da Fletcher Henderson (verso la fine degli anni '40). Nel 1953 Sun Ra s'installa a Chicago, dove inizia a suonare uno strumento di sua invenzione, una specie di piano elettrico che evoca «suoni spaziali»: è nato così il suo primo strumento intergalattico. Contemporaneamente costituisce un quartetto, che diviene poi un quintetto con l'arrivo del tenorsassofonista John Gilmore, uno dei fedelissimi, a~coltato pure a Puregia. Progressivamente la « famiglia», si popola e la formazione assume l'aspetto di un'orchestra. Nel 1956 Sun Ra realizza un disco con un'orchestra di 11 elementi. Nel 1961 trasferisce tutta la banda a New York, dove acquista ben presto notorietà e seguito presso altri musicisti ed appassionati di jazz moderno. Suona nei clubs del Greenwich Village, fa una tournée in California e partecipa al festival di Newport del 1969. Solo l'anno seguente la sua Arkestr:a compie la 50 prima tournée europea, che evita regolarmente l'Italia. Di Sun Ra, Peter Yates ha detto: « I critici lo trovano ambiguo. Sun Ra non ha bisogno dei critici; egli è da tempo un mito underground. Un motivo d'ispirazione; un maestro per numerosi musicisti, poeti e pittori, forse la figura centrale tra gli artisti neri in America. Ciò può suonare come un merito esagerato; se non ci credete, provate a ìcggcre le parole dei più giovani poeti neri, parlatene con i musicisti. Loro sanno ». Ecco perché quando i nostri critici sapientoni si affannano a domandarsi con angoscia: « Sun Ra è un genio o un imbroglione?», dimostrano di non aver assolutamente messo a fuoco il problema. Allorché poi essi vogliono a tutti i costi parlare a proposito di Sun Ra solo di musica, classificandola per di più come « free jazz », non fanno altro che un tentativo assurdo quanto vano per ricacciare l'Arkestra nel suo ghetto e

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