album nei concerti, ma per ora accontentiamoci di quesro otti• ma incisione. Gli Area, al di là di certe pre· tese social 0politicizzate, sono il primo gruppo che in Italia si po• ne . come obbiettivo l'avvicinamento di una grossa fetta di pubblico ad un tipo di musica nuova e non facilmente alla por• tata di tutti: quel free-pop che nato dalle strutture • non strut• ture del free jazz si è portato con molta disinvoltura al fianco delle avanguardie più interessanti che facevano del rock: free e rock sono le due matrici che l'album degli Area mantiene costantemente vive ma che trovano un non indifferente amplia• mento nelle doti personali di tutti e sei i musicisti. Una musica libera e naturale, difficile e precisarsi a parole, a cavallo tra i Crimson dell'uomo schizoi• de e ·i Nucleus, tra Westbrook e numerosi altri esponenti del new-jazz inglese, ma anche una musica aperra a sprazzi di rock, a soli eleganti di chitarra elet• trica, a" cupe e suggestive atmosfere disegnate da un'ottimo sintetizzatore, a messaggi affidati alla voce umana, rosa che abitualmente in questo genere di musica accade difficilmente. Ma saranno proprio queste qualità elencate per ultime quelle che renderanno accessibili e piacevoli all'ascolto di .molte persone i guizzi soffocanti dei sax di Busnello, il discorS'ù ser• ratissimo dei ritmi, la fluidità inarrestabile dei suoni. Qualcosa, in sintesi di veramente nuovo per noi, anche per ciò che riguarda 1 il canto. anche se la voce ineditamente jazzata di Demetrio ancora spesso viene a trovarsi troppo vicino a quel famoso recitaro che del canto progressivo nazionale è la triste malattia cronica. Saranno i nuovi Area degni di proseguire la via tracciata dall'album? M. F. BOB DYLAN Soundtrack from the film « Pat Garrett & Billy the Kid » (CBS) PAT GARRFrr ®.BILLY THEKID Non ha senso, forse, accusare il nuovo Dylan bucolico e disim• pegnato di avere tradito la sua vecchia immagine di sacerdote della riV\Jluzione: ognuno, •in ef• tetti, purché in buona fede, è libero di cambiare l'impostazione della propria vita, anche se, mi sia concesso, per me di Bob Dylan ne è esistito uno solo, che ora non c'è più. Adesso c'è il s·ignor Robert Zimmermann, e non è detta che anche lui, nel1'-amb-itodel suo attuale pacioso peri'.:>doartistico, non possa fa. re delle cose decenti, se giudi• cato di per sé. Ciò premesso, occupiamoci del disco che esce in questi giorni. E' la colonna sonora di un film del noto regista Sam Packinpah (sulla vicenda del famoso ban· dito tradito dal suo migliore amico) a proposito del quale moira gente si innervosisce. e non cerra perché il film non sia bello, anzi! Uno dei motivi di nervosismo, •invece, è pro• prio Bob Dylan. anzi, Mr. Robert Zimmermann, attore e compositore. Una musica da film, è chiaro, non è un album • normale », ma ciò non cambia romunque il fatto che questo è il primo album di Zimmermann dopo molto tempo (• New Morning • è già piuttosto lootano) e l'avvenimento è pur sempre ·importante. T-anto più che l'album, preso in sé, è piuttosto notevole, straordinariamente melodico e drammatico. Fusione di musica messicana e di autentico country & western, disseminato qui e là di interventi più contemporanei, il disco esprime perfettamente la sol-itudine e il malessere di un uomo braccato da cento fucili. Le chitarre acustiche fanno quasi tutto il lavoro, e quella di Zimmermann è così particolare da indurre a pensare che abbia essa stessa una voce, visto che un vero canto è quasi del tutto assente. Ma quando Zimmermann canta la splendida ballata di Billy (tre versioni differenti) oppure « Knocking on Heaven's Door •, ebbene, quasi quasi siamo ab· bastanza vicini al vecchio Dylan, quello grande. Dopo tutto, c'è stato un tempo in cui Robert Zimmermann non era umanamente molto distante dal Kid. Evidentemente se ne è ricordato. M. I. TRAFFIC On lhe Road (lsland] Nonostante l'album Welcome at the Canteen non sia catalogato sotto il rr.:ime dei Traffic, credo che questo On The Road possa essere considerato come la seconda incisione dal vivo del gruppo: proprio con ,il primo album live i Traffic avevano allora dato il via ad un-a proronda fase di rielaborazione dell'organico, cessando di considerarsi come un gruppo chiuso per inoltrarsi per la via delle band, più o meno aperte, più o meno numerose. E da allora Windwood & c hanno sinceramente incominciato a deludere, non sono perlomeno più riusciti a fornire quelle prove ranto nuove e raffinate che li avevano ,posti tra •i gruppi base nell'evoluzione del rock: oggi allo spirito dell'innovazione, al gettare gli sguardi al di sopra delle fr\Jntiere del pop è subentrato uno spirito diverso, senz'altro ammirabile, quello della gioia di fare della musica insie• me, ma uno spirito che difficilmente porta a quei livelli raggiunti in passato. Scaduti quindi sul piano compositivo. •i Traffic si sono però arricchiti notevolmente nelle tecniche strumentali acquisendo musicisti espertissimi, come Beckett, organista ritmicamente perfetto e con un grande potenziale espressivo, o come il bat• terista Roger Hawkins che con il suo stile raffinato e lineare è i I contrappeso più idoneo all'esuberanza ritmica di Reebop e Capaldi; si sono così più che mai esasperate le caratteristiche ritmiche. sostenute oggi da due batteristi, un percussionista e un bassista. su cui spesso vanno ad interporsi gli stessi strumenti da « canto • quali organo, sax, chitarra e piano. La musica risulta essere così un complesso e studiato accavallarsi di proposte essenzialmente ritmiche, uno spazio aperto a lunghi a soli strumentali, dove invece la melodia diventa alquanto rara. E' quanto il disco egreg·iamente riesce a dimostrare, cogliendo i Traffic nell'esatta dimensione dei loro spettacoli, con la medesima, ammirabilissima limpidi. tà sonora, le lunghe escursioni strumentali. sempre ricche di contenuto, mai eccessivamente tecniche, ben inserite nell'armonia generale, anche se qualche volta eccessivamente lunghe e morratone per i solchi di un olbum doppio, la cui formula in questo caso non mi sembra delle più gradevoli. Ma nonostante questi che mi sembrano gli stessi difetti che legano i nuovi Traffic anche nelle recenti incisioni in studio, molto si riesce a scorgere tra ie note che ricordi le glorie e i meriti del complesso di John Barleycorn; essendo Capaldi orinai nascosto dalle sue mire vocali e dall'insieme ritmico. il peso della tradizione pes·a praticamente sulle spalle di Wood e sopratutto di Steve Windwood. Chris sembra essere più impacciata del solito con il suo sax elettrificato che con dei difetti di acustica stenta a rivelare le finezze e l'agilità del musicista, doti queste che invece il flauto, dolce e jazzato riesce a porre pienamente •in ·risalto. Winwood al contrario non cessa 33
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