Muzak - anno I - n.2 - novembre 1973

ci sono particolar(Jlente piaciuti i dischi di. .. David Bowie Rolling Stones Herhie Hancock Lou Reed Jean-Luc Ponty Mark\Almond Genesis Elton John Mike Oldfield ELTON JOHN Goodbye Yellow Brick Road (DJM) Elton John è furbo: difficilmente un uomo furbo può essere un artista eppure Elton John è un artista; questo Yellow Brick, album doppio, e quindi dalle sollecitanti premesse remunerative, esce proprio quando intorno al cantautore esplode un boom discografico che probabilmente dall'epoca dei Beatles non ha eguali. Nato negli •attraentissimi solchi dei suoi primi album. dopo la stupenda escalation poetica vissuta in Madman Across The Wather, Elton aveva toccato ,iJ fondo del compromesso C\"ln l'incolore Honcky Chateau: ora quella china che con l'm Only the Piano Player sembrava si volesse risalire appare decisamente superata. Intendiamoci non troverete in questo doppio le stesse pagine di mirabile pittoricità di Levon o lndian Sunset. Roket Man indubbiamente ha lasciaro il segno, ma fin dalle prih1e, stupende note di questo nuovo -album si ha la certezza che con esso Elton voglia tornare alla vera immagine di sé stesso. alle ispirazioni che più gli sono naturali. levandosi di dosso tutte le esigenze commercialoidi che lo avevano precedentemente costretto. Ne nasce un'immagine di un uomo sensibile che trova nell'esigenza di comunicare il motivo fondamen~ale della sua vita artistica: e credo che proprio ·in questa dimensione vadano analizzati i termini più appariscenti delle composizioni di Elton. la melodia limpidissimamente disegnata ovunque. le ritmiche accattivanti, i grandi sprazzi sonori; motivi facilmente apprezzabili da tutti ma che non sono condizionamento del pubblico verso l'artista, bensì la proiezione di questi verso il suo pubblico. E puntuale, ogni volta, l'occhialuto cantautore inglese porge al suo pubblico, a questa massa ingente di acquirenti di Elton John, un qualcosa di nuovo a cui -abituarsi, un'•innovazione su cui soffermarsi, un gradino in più dell'educazione musicale da salire: è il caso questa volta della suggestiva introduzione di Funeral lor a Friend dove il sintetizzatore anima un orizzonte ricco di gustosissima sinfonicità. Un progredire non cerebrale ed immediato, ma l·a certezza che lo stile sia pur nelle sue marcate matrici guarda al futuro; ed è proprio questa sua capacità di sintesi lo spirito di questo grande musicista. Là dove tutto diventa spasmodica ricerca dell'origirl'alità. Elton continua ad essere 'il punto ideale dove le grandi matrici dei Beatles, gusto melodico innanzitutto, e dei Rolling Srones, preponderanza ritmica. si fondono con il proprio gusto, la fantasia e l'equilibrio diventando stile personalissimo e moderno. E proprio questo suo stile. la sua voce così particolare potevarl'CJdivenire in un album che racchiude ben diciotto titoli una trappola micidiale: eppure è veramente difficile trovare il momento dell'anonimato, la ripetizione, la monotonia. Indubbiamente c'è qualche titolo che brilla di meno, lievemente stanco, ma in generale il livello del disco è altissimo. Ma « El~c,nJohn • come lo stesso cantante va spesso dicendo è il nome di tutto un complesso, di un gruppo di validissimi musicisti che da tempo uniti sono parimenti artefici di tutto questo successo; e niente più di questo album sta a dimostrare la tesi di Elton, tanto importante appare la tecnica. la fantasi·1 dei singoli. Primo fra tutti Bernie Taupin. C\"lmpagno di sensibilità del cantante. uomo attentissimo nel cogliere i piccoli mutamenti esistenziali. poeta ma nello stesso tempo umorista. con la sua penrl'a pronta a correre da Marilin Monroe alla perversa Alice, dalla vecchia ballata di Danny Bailey a Roy Rogers, il cow-boy di celluloide che da anni, in C\"lmpagnia del suo fido cavallo Trigger, imperversa alla TV americana, oggi più che mai affascinato da un certo tipo di America, eredità forse di trionfali tournée laggiù. E con lui il magico Johnstone, decisamente basilare nel conferire una sonorità nuova ad ogni brano, Dee bassista indispensabile e onnipresente, Olsson con il suo stile più malleabile, più vcino alle esigenze della musica di Elton, David Hentschel che con il suo sintetizzatore rappresenta la vera sorpresa dell'album, ed Elton, la voce sempre tesa, dolce e ridicola, il piano ritmico e prolifico. le sue scarpacce -altissime sui sassi gialli di questa piacevolissima strada. M. F. JEAN-LUC PONTY King Kong (CBS) MOTHERS OF INVENTION Over-nite sensation (Discreet) Il primo disco è del '70, ma viene pubblicato in Italia soltanro ora; 'il secondo è l'ultimo L.P. delle Mothers: entrambi hanno due comuni denominatori: Frank Zappa e Jean-Luc .Ponty. Il musicista folle e l'outsider del nuovo violino jazz. memori della formidabile collaborazione in « King Kong ", si sono recentemente riuniti per una fantastica rournée che li ha portati anche in Italia e che non ci scorderemo tanto presto: eppure la musica che circa due mesi fa abbiamo potuto ascoltare dal vivo è stranamente molto più vicina allo stupendo • King Kong .. che all'ultimo « Over-nite sensation•. da cui ci si aspettava moltissimo specialmente per essere stato preceduro da quello che forse 29

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