Muzak - anno I - n.2 - novembre 1973

blues, con l'adattamento di strumenti tipicamente bianchi come la tromba, il pianoforte, il violino, a strumenti tipicamente negri quali le percussioni e la particolare concezione vocale e strutturale del blues, ha dato origine a una musica che è stata chiamata jazz (rimasta per molto tempo esclusivamente una contro-musica, portatrice delle rivendicazioni negre al potere bianco). Un altro modo più duro e effettistico di suonare blues, con strumenti elettrificati e schemi fissi e orecchiabili, ha dato origine al rock and roll, musica, attenzione, nata come opera ruffianesca del negro zio Tom, prodotta per il bianco, accettata e imposta dai mass media del bianco, e quindi, in definitiva, divenuta musica di potere: ma attenzione: per un imprevedibile fattore sociale, tale musica di potere, ripresa dai bianchi (Elvis Presley, Beatles) è assurta improvvisaTfl'ente a simbolo e catalizzatore della rivolta giovanile contro le vecchie strutture (sicuramente forzando la mano ai suddetti iniziatori). Per un fattore imprevedibile, il rock'n'roll, musica di potere, è diventato la forma più vasta e unificatrice di contromusica, catalinatrice di una nuova arte (pittorica, letteraria, audiovisiva, ecc.) di opposizione culturale e politica, che ha recuPerato il valore liberatorio di estasi sessuale delle culture tribali, e in seiruito ha teso a inglobare in sè tutte le precedenti esperienze: dalla musica sinfonica, al folk, al jazz, all'elettronira. Allora cos'è (o dovrebbe essere) il POP? Adesso possiamo complet"lre la risposta: il poo è musica, ma è musica totale. Perché la richiesta crea il consumo, e il consumo crea l'industria, la connessione tra rock rivoluzionario e industria borghese• capitalistica era dunque inevitabile fin dagli inizi, mancando completamente i mezzi pratici che potessero rendere possibile una autogestione, di cui soltanto oggi i più sani musicisti rock cominciano a prendere coscienZà. Ma allora quand'è che un artista, che volontariamente si proponga come un emblema, può essere ritenuto coerente con la fondamentale caratteristica di opposizione insita nel rock? La risposta è molto semplice: se tale tipo di artista si serve dell'industria per propagare i propri ideali nella loro integrità, potremo senz'altro giudicarlo coerente, autentico; quando un artista accetta che il proprio messaggio venga contaminato da ingerenze da parte dell'industria, si pone invece in una posizione ambigua, se non addirittura mistificatoria. L'ambiguità ideologica è esistita fin dal primo nascere del rock'n'roll e del beat: !'ancor breve storia del pop è costellata di santoni della protesta giovanile che si trasformano in rilucenti incarnazioni del sistema: è questo il caso di Elvis Presley; dei ricchissimi Bcalles, diventati baronetti in virtù dei grandi servizi economici resi allo Stato; e di Bob Dylan, soprattutto, anche se il doverlo dire ci strappa il cuore: triste parabola del più grande e autentico (?) Sacerdote dello Scontro, insieme ad Allen Ginsberg e William Bourroughs, forse mai espresso dalla hip-culture (ma non dimentichiamo i Jefferson Airplane), ora divenuto un grassoccio « ranchero » e persino un poliedrico interprete di filmoni all'americana pseudo-contestatari. Mi limito a questi tre clamorosi esempi proprio per dimostrare come l'ambiguità sia intimamente connessa con le strutture più centrali del rock. D'altronde è importante formulare anche un'altra considerazione: è vero senz'altro, com'è stato dimostrato più sopra, che culturalmente il rock nasce come musica di opposizione; ma è altrettanto vero che vi è un gran numero di musicisti spesso geniali che fanno della musica per sé stessa il centro focale della loro arte, rifiutando a priori il connubio con l'impegno politico. E' evidente quindi che se il rifiuto della politica viene formulato aprioristicamente (e, sia ben chiaro, senza fini prettamente utilitaristici), sarebbe ingiusto e fa. zioso voler istaurare nei confronti di tali artisti un giudizio discriminatorio fondato proprio sulla coerenza o meno con una ideologia. BOB DYLAN K. EMERSON 27

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