Muzak - anno I - n.2 - novembre 1973

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14 Tavola rotonda dei produttori disc,grafici: quali canali e quali nuovi metodi di lavoro per la musica progressiva italiana? 19 La musica di Frank Zappa nello sviluppo delle forme musicali ctal '900. Un'intervista, un articolo di Zappa, un comment, 24 Il rock come opposizione sociale e politica alla cultura dominante. 43 In escl~siva Muzak intervista Mick Jagger. 48 Un'esperiel"'i'Za unica: la musica-spettacolocomizio di Sun Ra •a la sua astn intergalactic infinity arkestra. 52 Presentiamo i nuovissimi artisti italiani. 58 Clapton torna dopo un lungo sile~io con un 33. La disc,grafia completa. 62 Il basso Fender. [Ml~ 2 IL 1° MENSILE DI MUSICA PROGRESSIVA N. 2 ANNO I • NOVEMBRE 1973 Collettivo Redazionale: Glalme Plntor (direttore) - Antonino Antonuccl Ferrara (direttore editoriale e uff. pubblicità) • FIiiberto Llpparelll (direttore responsabile) • Piero Tognl (coordinatore dei servizi fotografici) - Peppo Delconte e Giacomo Pelllcclottl (redazione milanese) - Tuvla Fogel e Jaremy Karlln (redazione londinese) - Janice Comatock (corrispondente dagli Stati Uniti} - Claudia Brambllla (segretaria) - Domenico Ricci e Giovanni Aprile (diffusione centrale} - Maurizio Bezzi (diffusione milanese) - Bartolomeo Dal Cenci, Ornella Amorlggl Paolo Gorlnl (grafica e impaginazione} - Fabrizio Brunetti (servizi speciali). ' Collaboratori: Enzo Caffarell: (coordinazion·a) • Marco Ferranti e Manuel lnsolera (servizi interni ed esteri) - RtdazJone, amministrazione, diffusione: 00198 Roma • Via Alessandria, 119 - Pubblicità: OC1S8 Roma • Via Alessandria, 119 • Tel. 845.60.72 • Un numero L 400 ° .arretrati L. 600 - abbonamento a 12 numeri L. 4.000 (a R'Jma e Milano la distribuzione delle copie in abbonamer.to vier·.1 espletata a mano senza variazione di prezzo) - Concessionaria esclusiva per la diffusione: Parrini & C. s.r.l • Roma • Piazza Indipendenza, 11-b . Te!. 4992 • Milar,o . Via Fontana, 6 • Te!. 790.148 • Stampa Rotolith,s • Registrazione tribunale di Roma n. 15158 del 26-7-1973 . Manoscritti e foto; anche se non pubblicati, non si restituiscono . E' vi•atata la riproduzione anche parziale di foto, testi e d:>cumenti. Muzak non accetta pubblicità redaziom1le. Gli articoli, le recensioni, le immagini e la foto di copertina sono pubblicate ad unico e indipendente giudizio del collettivo redazionale. • 1ommar10 ----------------------------------- Pagina 6 9 14 19 24 29 41 43 48 52 56 58 62 66 Titolo Notizie Muzak e gli altri Gli stregoni allo scoperto Frank Zappa e Edgard Varèse Chi ha paura del lupo cattivo? Muzak LP Nastri e cassette Rolling Stones Il circo magico Sun Ra Una musica da vivere nuovi artisti italiani Gli eredi di Pindaro Eric Clapton: discografia completa Strumenti e tecnica Basso Fender Abbiamo chiesto a Studio News In copertina: ERIC CLAPTON Autore Janice Comstock a cura di Peppo Delconte Giaime Pintor Manuel lnsolera Marco Ferranti Giacomo Pellicciotti Enzo Caffarelli Marco Ferranti Ronnie Thorpe a cura di Peppo Delconte Foto Piero Togni Carlo Massarini Piero Togni R. Masotti 3

SUGARCANE HARRIS CUPFULL OF DREAMS GEORGE DUKE TRIO THE INNER SOURCE MONTY ALEXANDER MPS 21 21792-2 MPS 29 20912-1 (album doppio) WE' VE ONLV JUST BEGUN DUKE ELLINGTON with Ron Collier Orch. COLLAGES MPS 21 21653-5 MPS 21 21704-3 ROLF KUHN-PHIL WOODS THE DAV AFTER MPS 21 21604-7 OSCAR PETERSON - THE SINGERS UNLIMITED IN TUNE MPS 21 20905-9 O.A.VEPIKE SET - GRUPO BAIAFRO SALOMao MPS 21 21541-5 JOE VENUTI THE DADDY OF THE VIOLIN MPS 21 20885-0 .. ... ... ~ .: - ~ . . . . . . . . .

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notizie notizie notizie notizie notizie notizie ITALIA notizie notizie notizie notizie notizie notizie Nonostante il problema di ospitare in Italia concerti pop si faccia sempre maggiore, si parla di grossi nomi per i prossin:ii mesi: Allaman Brothers. Alice Cooper, Pink Floyd, Santana, Yes. Roxy Music Solt Machine e Strawbs i più probabili. Elton John tornerà in Italia in dicebre. in seno ad una grande tour che toccherà le maggiori capitali europee. Si tratterà dunque di unico spettacolo a Roma. Elton ha concluso da due settimane la più lunga tournée americana della sua carriera. battendo ogni record di incasso. E' nata ufficialmente l'etichetta Trident. Le prime emissioni discografiche sono previste per la seconda metà di novembre. Si tratta dei LP di Dedalus, Semiramis, Uno (Elio D'Anna. Danilo Rustici, Antonio Esposito) e di « Time of change » dei redivivi Trip. Altri acquisti probabili il Biglietto per l'inferno, Donatella Bardi e qualche grosso nome non ancora rivelato. L'organizzazione "Cinepop" distribuisce su scala nazionale alcune pellicole di grande interesse: dopo il film del festival di Monterey del '67. in ottobre e in novembre (Torino, Firenze, Genova. Bologna). sarà la volta di « Pink Floyd at Pompei», di « Pictures at an Exbilition » degli Emerson, Lake & Paimer e di « Yessongs ». Fra novembre e dicembre avrà luogo al Teatro Circo di Roma, presso le Terme di Caracalla. una grande rassegna internazionale organizzata da David Zard: già spicca il nome del cantautore negro Richie Havens, uno degli eroi di Woodstock. I Moby Dick, gruppo rock napolefano, hanno registrato il loro 6 notizie notizie notizie notizie notizie notizie primo album agli Olympic Studios di Londra. Pare che nessuna casa italiana voglia però pub- .blicarlo. Il portavoce del quartetto ha dichiarato che si accontenterà di suonare dal vivo, obbligando tutto il pubblico a munirsi di registratore ed a confezionare "bootleg". La PFM e gli Area hanno provato con i nuovi elementi: la Premiata con il bassista Patrick Djivas. gli Area con Roberto Della Grotta al basso e Massimo Urbani ai fiati, due ex allievi di Giorgio Gaslini. Si parla anche di un'eventuale sostituzione di Marcello Todaro, chitarrista del BMS. Le Orme hanno creato un proprio gruppo di edizioni musicali. « Chiocciola ». Il trio è attualmente impegnato in Inghilterra. dove si presenta per la prima volta ufficialmente al pubblico ed alla stampa d'oltre Manica. Francesco Guccini ha completato le registrazioni del suo nuovo album. dopo l'uscita di « Opera buffa ». la raccolta delle sue più tipiche satire. registrate dal vivo. I Nomadi pubblicano nel frattempo un LP con tutti i vecchi successi del cantautore modenese.

INGHILTERRA David Bowie ha confermato l'in• tenzione di non esibirsi più in concerto, ma farà parte del cast che interpreterà i I musical « 1984 » tratto dall'omonima novella fantascientifica di George Orwell. Il suo chitarrista Mick Ronson ne approfitta per regi· strare un album solo. Dave Coverdale è il nuovo can• tante dei Deep Purple. Dopo una lunga ricerca il gruppo di Lord e Blackmore è tornato dunque un quintetto. John Martyn, uno dei più inte· ressanti cantautori inglesi, ha pubblicato il suo settimo LP per la lsland: in «lnside out» suonano Winwood e Wood dei Traffic, Bobby Keys, Remi Kabaka, Dan• ny Thompson. Si è sciolta la Albion Country band. Dopo la scomparsa anche dei Pentangle, i Fairport Convention e gli Steeleye Span (ultimi LP rispettivamente « 9 » a l'antologico « Almanac ») rimangono gli esponenti maggiori del folk britannico. Rod Stewart ha annunciato che il suo prossimo LP solo sarà l'ultimo. Che voglia anche lui abbandonare la scena? E' nato un supergruppo, l'enne• simo, fra i jazzisti inglesi: si tratta di tre sassofonisti, John Surman, Mike Osborne ed il redivivo Alan Skidmore: dalle ini• ziali dei tre, il gruppo si chia· merà SOS. Gli Yes stanno incidendo l'atteso doppio LP « Tales !rom Tobergraphic ocean »: orchestra, coro e decine di strumenti diversi mobilitati per la grandiosa opera. Ronnie Lane e Ronnie Wood in· cideranno un LP insieme per la GM. Anche Dave Davies dei Kinks sta registrando un album solo. Dopo lo scioglimento dei Wings, Paul McCartney e consorte si sono recati in Nigeria. Che facciano la fine di Ginger Baker? Peter Hammill è tornato in sala di incisione per il suo terzo solo, il secondo dopo lo scioglimento dei Van der Graaf. Attualmente si fa accompagnare in concerto dai Darien Spirit. STATI UNITI Papa John Creach ha lasciato gli Hot Tuna e d'ora in poi guiderà il gruppo chiamato Zuluh, che lo ha accompagnato nel LP « Filthy ». s Gli Allman Brothers sono il gruppo più popolare in questo momento. Dopo « Brother and si• sters ». Gregg Allman ha pubbli· cato il solo « Laid back » e Di• cky Betts sta completando il suo. Purtroppo due tragiche scomparse: Gram Parsons, ex Byrd, per cause ignote e Jim Croce, can· tautore di recente fama per un ,incidente aereo. Ray Manzarek, già con i Doors, ha costituito un nuovo gruppo con il batterista Tony Williams, ex Lifetime. Don Preston, sintesista delle Mothers of lnvention e di Phlo & Eddie, ha formato un proprio gruppo. Ray Charles sta per tornare in Europa per una serie di concer• ti. Probabilmente lo accompa· gnerà il discepolo Bllly Preston, che vorrebbe anche incidere un album con il cieco pianista che è stato fra i padri del r&b moderno. L'album della PFM « Photos of ghost » è uscito anche negli Stati Uniti. Congratulazioni. Billy Cobham ha il suo solo in circolazione. Si chiama « Spec· trum ». Degli altri membri della Mahavishnu Orchestra è presen· te il solo Jan Hammer, pian ista. Sempre in alto mare il progetto di pubblicare un album nuovo di Crosby, Stills & Nash (con o senza Young). Il canadese nel frattempo è in tournée in Europa. Fra le tante sciagure una notizia confortante: Stevie Wonder si è completamente ristabilito dal grave incidente subito in luglio. Il cantante di Detroit è già tornato sulla scena. 7

Fino a poco tempo fa David Covcrdale era un illustre sconosciuto, un commesso in ur.a boutique di Saltbourgh-by-thesea nd Middlebou1gh e occ+ sionalmentc cantante di un gruppo chiamato Fabulous Brothers: un giovane di ventidue anni senza molta esperienza professionale, che, secondo Richie Blackmore, « è riuscito a fregare tutti quei grossi nomi della musica pop che in fin dei conti non sono gli déi che sembrano » Coverdale infatti, scelto tra un gran numero di aspiranti, ha occupato l'invidiato posto di « vocalist » dei Deep Purple, posto lasciato libero dalla defezione di Ian Gillan. Il nuovo arrivato si è adattato abbastanza bene alla notorietà così rapidamcl'te acquistata, attribuendo tutta la sua fortuna au:oroscopo. E tutti quei pettegolezzi che volevano Blackmore in procinto di lasciare il complesso per dedicarsi al blues? In un'intervista pubblicata da New Musical Express, il chitarrista dei Purple spiega che quelle erano esattamente le sue intenzioni, ma che alla notizia « che certe persone volevano andar via dal complesso» (un riferimento polemico a Gillan), ha pensato che il gruppo poteva esser rivitalizzato e guidato in una direzione più vicina ai suoi orientamenti. « Non ero soddisfatto, dice Blackmorc, i Deep Purple erano troppo pop. Adesso ci stiamo indirizzando verso un genere di blues commerciale. Il nostro cantante ha una voegll altri ce molto più mascolina e con Glenn (Glenn Hughs, bassista e cantante, ha sostituito Rogcr Glover) riusciamo ad ottenere una doppia corposità vocale. In definitiva il nostro sarà un sound tipo Beatles con una base di hard rock ». Parlando di Gillan, Richie mostra una certa ostilità. « Volevo andar via perché pensavo che il lato vocale fosse nullo. Il lato strumentale anda\'a bene fino a un certo punto, ma era ostacolato nel suo sviluppo da questa voce eccessivamente pop ... Dicevo sempre a Gillan "penso che questa voce è un sacco di merda", ed era oer questo che non andavamo d'accordo. Non posso, parlare ner conto di altre persone, ma io ero stanco di quel sound vocale». Eno (informa Ne\V Musical Express) è stato ricoverato in ospedale a causa di una ferita alla schiena procuratosi cadendo in sala di registrazione mentre lavorava al suo nuovo LP solo. E' stato accertato che l'estrema debolezza fisica, causa dello svenimento, era dovuta a mal nutrizione. Si è comunque già ripreso ed è tornato in sala di registrazione: l'uscita dell'LP è prevista per dicembre. Aspre critiche hanno accolto la pubblicazione dell'album solo di Bryan Ferry, cantante dei Roxy Music. L'album è stato definito da Melody Maker « una tremenda indulgenza verso se stesso, condita con arrangiamenti privi di ispirazione cd originalità». Il cri ti9

co inglese aggiunge che « These foolish things » è notevolmente stonata e che l'unica cosa che riempie l'album sono le pretese di Ferry. I Led Zeppelin tirano cubetti di ghiaccio alle macchine della polizia• di passaggio e gettano nella piscina donne in pelliccia di visone. I membri del complesso di Alice Cooper, completamente nudi, giocano a pallone nei corridoi. Gli J. Geils Band fanno orge con mo- . starda e salsa di pomodoro. Ma che diavolo di posto è questo? Time Magazine ci informa che si tratta dell'Hyatt House situato al Sunset strip di Los Angeles (a pochi passi di distanza da trentadue case discografiche). Il primo e unico hotel specializzato per accogliere le grandi famiglie delle Rock Superstar. Hyatt House offre, ad esempio, il servizio in camera per 24 ore al giorno, un corpo di infermieri addetti ai bagni per assistere le vittime delle « dosi troppo forti » e quindi un servizio di sicu,-ezza composto da tre uomini ai quali sono impartì te istruzioni per astenersi dall'interrogare o perquisire i clienti per quanto strani o « fatti » possano sembrare. Dice un tale al seguito dei Led Zeppelin « in questo albergo ti fanno sentire molto meno paranoico ». I prezzi dell'hotel variano da un minimo di 12.000 lire al giorno (camera semplice) a un massimo di 10 700.000 (appartamento di un intero piano. I maggiori introiti dell'albergo vengono perà dai risarcimenti danni. I Led Zeppelin, durante la loro ultima visita, hanno pagato 1 milione e 300.000 lire di danni distrug~endo muri, quadri, quattro stereo affondati nelle vasche da bagno e facendo corse con motociclette e sedie a rotelle per i corridoi dell'albergo. Joe Cocker ha completamente. rovinato l'interno del suo appartamento nel giorno del suo compleanno, spalmando, in uno dei suoi consueti attacchi epilettici, mobili, moquette e quadri con la grossa torta destinata ai festeggiamenti. La permanenza all'hotel offre divertimenti completamente gratuiti: dalla groupie nuda che salita sulla oartc superiore di un montacarichi fa su e giù per 90 minuti prima che qualcuno si accorga del fatto, allo spiritoso cliente che ha versato LSD nel distributore del latte. Non tutto il movimento, però, avviene dentro Hyatt House... fuori dell'albergo ci sono masse di groupie (donne e uomini) che aspettano le Superstar. Fra i travestiti che vengono per vedere artisti come Alice Cooper o David Bowie c'era un uomo che indossava un'armatura medioevale e un altro vestito da coccinella. Tutto va benissimo, eccetto che per un piccolo problema: gli automobilisti che transitano in Sunsetstrip sono talmente distratti da quello che appare ai loro increduli occhi

che la media di incidenti ha raggiunto la ragguardevole cifra di sei alla settimana ... Con l'album « Brothers and Sisters » primo nella classifica americana, finalmente The Aliman Brothers Band sta ottenendo il meritato riconoscimento della stampa estera. Ecco cosa ne dice Melody Maker: «Grand Funk non è più il complesso americano. Questo titolo ora spetta agli Allman Brothers che attualmente stanno gare<1oiando per la supremazia del rock americano su quello inglese che regna incontrastato dal tempo dei Beatles. Vedere questo gruppo in concerto vuol dire scoprire la fondamentale differenza tra rock inglese e rock americano. Mentre i gruppi inglesi sono precisi, personali e amano suonare a tutto volume, gli Aliman sono essenzialmente antipersonalità. antisuperstar e antiscena. Essi riescono a far parlare la musica da sé. Sono una vera e propria lezione di rock & roll: la loro forza e la loro inventiva sta negli infiniti riff di chitarra di Dicky Betts, sicuramente uno dei migliori chitarristi americani il quale, a differenza di molti altri contemporanei con idee futuristiche, trae le sue origini dal country-blues ». In una lettera inviata a Melody Maker un ragazzo ha chiesto come Clapton avesse iniziato la sua carriera. La risposta è arrivata dalo stesso artista: « Sentendo Chuk Berry mi entusiasmai e comprai la prima chitarra all'eta di 16 anni. Imparai i primi accordi e quasi subito andai a suonare con un complesso che lavorava vicino a Richmond chiamato Roosters. Il grun,.,o si sfasciò dopo alcuni mesi e io andai con un altro complesso chiamato Casey Jones and The Engineers. Dopo un paio di settimane ~li Yardbyrds mi chiesero di andare al Grawdaddy Club di Richmond per sentirli e mi unii a loro proprio quella notte. Dopo diciotto mesi andai con John Mavall'Bluesbreakers e poi Ginger Baker, che stava con la Graham Band Organisation e Jack Bruce che suonava allora con Manfred Mann, si sono uniti a me per formare i Cream. John Lennon sta curando il mlxaggio del suo nuovo album composto di dodici pezzi realizzati con la collaborazione degli stessi session-men che hanno lavorato sul nuovo LP di Yoko « Feeling the Space». John si è rifiutato di commentare il suo prodotto non ancora finito. Yoko però, parlando con un giornalista di Rolling Stone, ha detto che « sarà migliore di "Imagine" sotto ogni punto di vista». Yoko ha anche rilasciato una intervista a Melody Maker che porta il titolo « Come ho salvato John dallo sciovinismo». In questa intervista la « donna liberata» parla di suo marito dal punto di vista del Woman's liberation. Secondo Yoko, Lennon in passato era il classico « porco sciovinista» sebbene fos~e abbastanza pronto a capire e ad assumere il ruolo di « uomo di libero pensiero». In seguito egli però cominc10 a capire la difficoltà che tutte le donne trovano ad inserirsi nella società, « sono sicura - dice Yoko - che c'è stato un ~eriodo in cui si è sentito minacciato da ciò che stavo facendo da un punto di vista musicale, ma penso che lui è contento di vivere con una persona completa ». La signora Lennon, pur ammettendo che un mondo in mano alle donne non sarebbe la soluzione giusta, afferma di essere stata tormetata e discriminata (se ciò sia accaduto per il suo sesso o per il suo discorso musicale non è specificato). Comunque « Feeling the Space», l'album prodotto da Yoko, sta ricevendo ovunque critiche positive, e forse ciò contribuirà a far crescere la stima ner un personag~io che in verità è stato finora poco considerato. Uno studio un po' disordinato. Tre pareti interamente ricoperte da una grande libreria: in una libri di magia, nella seconda libri di fantascienza, nella terza tratta ti di economia e politica. Ovunque sono ammucchiati dischi, registrazioni e articoli dei King Crimson. Al centro siede Robert Fripp che sta rilasciando una delle sue rare interviste a Ian McDonald di New Musical Express. « Molti degli ex-Crimson sostengono che io suono senza anima, che mi preoccupo della tecnica lascianc;lo da parte sentimento e sessualità - dice Fripp - e sono veramente dispiaciuto che la mia personalità non sia stata capita proprio da quelli che hanno lavorato con me. Il mio interesse per la tecnica è il mezzo per poter esprimere in modo più efficace l'esperienza di vita». Parlando di tecnica il chitarista ha citato il nome di McLaughlin « Penso - ha detto - che sarete molto sorpresi se vi dico che le basi tecniche di McLaughlin sono veramente povere. Ciò che lo fa suonare è l'ispirazione, ma l'ossatura della sua tecnica è molto debole, non c'è economia nel suo stile. Poca gente ha imparato a suonare bene la chitarra eletrica e nello stesso tempo la maggior parte ha dimenticato come si usa lo strumento acustico». Lorraine O' Grady in Rolling Stone si sofferma un po' più profondamente su quella che Fripp chiama l'ispirazione di McLaughlin. Secondo l'intervistatore essa deriva direttamente da Dio e dalla spiritualità, ma il mahavishnu Mc Laughlin afferma che viene in parte anche dal suo nuovo amico Carlos Santana: « Noi siamo più vicini di due fratelli. Se due persone vivono per le stesse cose, per gli stessi ideali, diventano inseparabili e nulla li può dividere ... Carlos mi ispira - ha deto John - e tu sai che la musica è soltanto un'espressione della propria coscienza interiore ... e Carlos ha tante divine qualità nella sua vita quante nella sua musica. Lo so perché le ho viste, egli è incredibilmente lirico e puro. E quando io suono con lui, irradia questa semplicità e io lo amo ». Infine McLaughlin ha detto: « Questo non vuol dire che lasceremo i nostri rispettivi gruppi per la gioia di suonare insieme». Melody Maker riporta la notizia che Roy Wood, leader dei Wizzard, è in procinto di scrivere musica per un gigantesco spettacolo rock intitolato « Alice throught the Jukebox » che verrà presentato a Londra il prossimo anno. Oltre a scrivere le musiche, Wood produrrà anche i due album dello spettacolo: uno rçgistrato in studio e uno Jive. Lo show, che promette di rivoluzionare il concetto stesso di musical, sarà un'interpretazione di Alice nel Paese delle Meraviglie, e conterrà tutti i vari stili di rock, dal Rock & Roll anni 'SO fino al rock più moderno. L'aspetto più rivoluzionario del musical sarà l'uso dell'« Holography », un metodo che si serve dei raggi laser per creare immagini tridimensionali (lo ha provato anche Alice Cooper, senza molto sucecsso, peraltro). Il palcoscenico sarà circolare e ruoterà come un gigantesco giradischi, una gru mobile rappresenterà il braccetto. Probabilmente Marianne Faithfull (che negli ultimi tempi ha fatto il giro di numerosi ospedali psichiatrici) sosterrà il ruolo di Alice. 11

12 consiglia: i più venduti nel mese di ottobre , ITALIA THE DARK SIDE OF THE MOON - Pink Floyd (Harvest) VESSONGS---Yes(Atlantic) __ _;___________ _ A PASSION PLAY - Jethro Tull (Chrysalis) GOAT'S HEAD SOUP --Rolling Stones (Rol._li-ng_S,...t-on_e_s_) _ _ _ ______ _ LOVE DEVOTION SURRENDER - Carlos Santana & John Mclaughiln (CBS) FOREIGNER - Cat Stevens (lsland) __________________ _ SELLING ENGLAND BY-THE POUND - Genesis (Charisma) OVER-NITE SENSATION---Frank Zappa & the Mothers (Disc--'-r-ee_t_) _ ______ _ THE BEATLES 1967-1970 - Beatles (Appie) THE BEATLES 1962-196~Beatles(Apple,...) ---------------- GOODBYE YELLOW BRICKROAD-.:- Elto_n_J_o_hn_(_D_JM-'-) ___________ _ GENESIS LIVE - Genesis (Charisma) THE SIX WIVES OF HENRY VIII - Rick Wakeman (A&M) LIVING IN THEMATERIAL WORLD - George Harriso-n-(Ac_p_p__l_e_)____ _ TIME FADES AWAY - Neil Young (Reprise) NO SWEAT - Blood Sweat & Tears (CBS) LA GRANDE CASA - Formula 3 (Numero U-no__)_____________ _ SWEETNIGHTER-:-Weather Report (CBS) SWEET FREEDOM (Uriah Heep (lsland) ________________ _ LEON LIVE - Leon Russe! (Philips) INGHILTERRA GOAT'S HEAD SOUP - Rolling Stones (Rolling Stones) SING IT AGAIN ROD - Rod Stewart (Mercury) ·--'-------~----- HELLO AGAl~Status Quo (Vertigo) MOTT - Moti the Hoople(CBS) GOODBYE YELLOW BRICK RO~lton John (DJM) INNERVISIONS - Stevie Wonder (Tamia Motown...,)---'------------- TfsoNLYAMOVIE---Family (Raft) SELLING ENGLAND BY THE POUND-'---G~en_e_s~is-(Charisma) SWEET FREEDOM - Uriah Heep (Bronze)- ----'--'----'----------- THESE FOOLISH THINGS - Bryan Ferry (lsland) TUBULAR BELLS - Mike Oldfield (Virgin)_;__ __;______________ _ LOVE DEVOTION SURRENDER----:-Carlos Santana & John Mèlaughlin (CBS) PAT GARETT & BILLY THE KID - Bob Dylan(CBS) BROTHERS-AND SISTERS---AllmanBrothers Ba-'n-d,--c-(W~ar_n_e_r.~Bc-r-os-.,-) ------- TIME-FADES AWAV:-Neil Young (Reprise) OVER-NITE SENSATION - Frank Zappa & the Mothers (Discreet) COUTDOWN TO ECSTASY - Steely Dan(Capitol:-) __ _;___ _;_________ _ ROGER McGUINN - RogerMcGuinn (CBS) YESSONGS - Yes (Atlantic) ___ .:..____:_______________ _ FAUST IV - Faust (Virgin) STATI UNITI GOAT'S HEAD SOUP - Rolling Stones (Rolling Stones) BROTHERS AND-SISTERS--::-AllmanBrothers Band (C::.!ap-r-ic_o_r_n) _ _____ _ AN GEL CLARE-.:- Garfunkel (Columbia) INNERVISIONS - Stevie Wonder (Tamia) ________________ _ ;~~ ~:~:~~o! ~~~~HTEH~~ 1 gN- -B~~n~y~l:y~c~~:~::-'-)t_) __________ _ CH!CAGO VI - Chicago (Columbia,.._.)__ ___,::..._..:...._:...___:________ _ GOODBYE YELLOW BRICK ROAD - Elton J~o_h_n,...(~M_C_A...c) _ __ ______ _ HOUSES OF THE HOLY - led Ze_p~p'-e_l_in--è-(A_t_la_n_ti-'c) _ _ _ ______ _ SWEET FREEDOM - Uriah Heep (Warner Bro_s..:..)_,--____________ _ THECAPTAIN & M~DoobieBrothers (Warner Bros.) RAINBOW CONCER-r:-Eric Clapton(RSO-) -----'------------- LIFE-AND TIMES - Jim-Croce (ABC) FULLMOON :-Kris Kristofferson &-R-i-ta_C_o_o_lid_g_e-(A_&_M_) _ __ ____ _ TIME FADES AWAY - Neil Young _(_:_R_e:_p_ris_e...:.) __ ____________ _ FOREIGNER-:-Cat Stevens(A&M) HANK WILSON'SBACK VOL."---1~-'-cH-,-a-n-,-k~Wccil,-so-n---,(-=-Sh,...e-,-lt-e-r),------------- OVER-NITE SENSATIO~Frank Zappa & the Mothers (Discreet) MOTT - Moti the Hoople(Columbia) HARDNOSETHE-HIGHWA y-.:-van M...,o_r_r,...is_o_n ~(~W~a_rn_e_r~B~r-o-s.-,-)-----------

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gli stregoni nlloscoperto Nel nostro paese, dove la sua figura e le sue competenze sono ancora assai poco delineate, il produttore è spesso considerato da gran parte del pubblico come una specie di stregone, un elaboratore Occulto di alchimie sonore. Il che ci sembra scomodo per lui quanto per tutti coloro che desiderano capire la musica, non soltanto subirla. Tuttavia il produttore, una volta liberato da questi scomodi panni, è un personaggio che più di tanti altri può portarci nel vivo della questione e contribuire a comballerc il peggior nemico della musica d'oggi: quella mitologia scatenata dalla macchina ovunque che strumentalizza tutti e tutto, compresa appunto l'oscura presenza dello stregone. L'incontro organizzato da Muzak e riservato a persone che si dedicano principalmente alla produzione di musica progressiva non ha avuto forse il pregio di essersi trasformato in uno scontro. Si è trattato piuttosto di un'occasione (probabilmente troppo rara) per ritrovarsi tra persone che si conoscono, si stimano, ma non trornno quasi mai il tempo per parlare insieme dei problemi comuni. In questo senso la tavola rotonda è servita non poco a portare a galla (quasi sempre nella confortante unanimità dei presenti) i più veri e scollanti problemi dell'attuale musica italiana. Altri nomi di rilievo avrebbero potuto esser presenti e non lo sono stati per ragioni di distanza geografica o per impegni ài lavoro. Tullavia i sei intervenuti possono rappresentare, grazie alle loro diverse carallcristiche ed esperienze professionali, un panorama abbastanza fedele della produzione nostrana. Eccoveli elencati in imparziale ordine alfabetico: Sandro Colombini (produce tra gli altri Banco del Mutuo Soccorso, Odissea, Rocky's Filj); Silvio Crippa (produce i Jumbo e lavora presso le Edizioni Musicali Alfiere); Claudio Fabi (produce tra gli altri Premiata Forneria Marconi, Acqua Fragile, Eugenio Finardi); Pi14 no Massara (é produttore di Battiato e Aktuala e proprietario dell'etichetta discografica Bla Bla); Giacomo Pellicciotti (è critico musicale e produllore di musicisti jazz tra cui Enrico Rava); Angelo Vaggi (è responsabile ~cli~ Dischi Ricordi e cura le mc1sioni del Musco Rosembach). Un sostegno gradito al mio compito di animatore moderatore è giunto dalla presenza di Antonino Antonucci Ferrara. Le amichevoli libagioni hanno fatto il resto. Delconte: Vorrei cominciare prendendo il discorso un po' alla larga, cercando di inquadrare l'at tllale congiunt lira dell'industria musicale: la crisi del disco ha ormai oltrepassato il punto più basso ed è entrata in una fase precisa. Oggi la stessa indllstria ha .fi'. 11almen1e abbandonato tutti 1 ritegni e, nei rigllardi di llna certa produzione tradizionale, piange apertamente miseria: sia di idee che di fatlllrato. Nel contempo dedica maggiore atenzione alla prodllzione progressiva. . Mi chiedo come questo c/11na particolare influenzi il vostro lavoro, quali vantaggi o svantaggi possa darvi. Massara: Sarebbe stato più appropriato parl~re ~i congiuntura per la s1tuaz1one verificatasi qualche anno fa, nel pieno della crisi. Oggi_mi. sembra che il mercato s1 slla allargando un pochino; se no~, altro c'è gente che si sta abituando all'idea di forme musicali più avanzate. Per mc la congiuntura è in regresso rispetto a qualche anno fa. Colombini: Credo che la congiuntura di allora sia stata per alcuni di noi una delle cause che ci ha spinto a cercare strade nuove. Abbiamo ascoltato per anni dischi st_ranieri e una certa musica d'avanguardia c'è sempre stata in America o in Inghilterra: per cui, volendo, potevamo cominciare anche dieci anni fa. Però, bisogna ammetter!?, in noi si è formata la coscJCnza di dover battere nuove strade anche perché le strade che battevamo prima non davano ormai più niente, neanche quel minimo di avanguardia che poteva esserci nella canzone, che poteva soddisfare la personalità artistica di chi agiva ancora in quell'ambito. Dclcontc: Nel fratlempo mi pare che si sia venuta a creare llna situazione diversa (ed è questa la congiuntura attuale a clii alludevo): non solo m voi che avete batll/10 in anticipo le nuol'e strade, ma anche negli indllstriali, che hanno cominciato a considerare seriamente la possibilità di dare più spazio a questo m101•0 tipo cli produzione. Massara: Il guaio è che, proprio in questa nuova situazione, l'industriale della canzone si sta confermando per quello che è: uno che, come intravede la possibilità di una strada nuova (soprallutto mentre la strada vecchia si sta seccando). ci si butta dentro. E magari finisce subito con l'infl~- zionarc la strada nuova, prima ancora che si apra a dei veri sviluppi. Almeno qui da noi non abbiamo ancora una organizzazione che ci premetta di allargare correttamente il discorso, al di là di quei gruppi di persone (quasi sempre le stesse) che ci seguono di disco in disco, di manifestazione in manifestazione. Fabi: E' un problema di base, che non riusciamo ancora a risolvere. li prodotto tende acl essere indiscriminatamente mercificalo. Ora l'industria si è accorta che si può mercificare anche il prodollo d'avanguardia. Ma, nel moi;ncnto in cui si organizza per mercificarlo rischia di distruggere qualitativamente anche la ricerca di quelle persone che si dedicano seriamente a quel lavoro (d'accordo, anch'essi per campare ma anche per esigenze creative). Massara: In fondo è un pericolo ovvio per chi comincia a battere queste nuove strade credendoci con una certa purezza (perché nessuno ha iniziato a batterle pensando di trarne un profitto economico alto). Ora però è il momento di pensare seriamen_te a nuove strutture promozionali. Perché se ad un certo momento Ravcra comincia a portarmi i gruppi a Venezia e le grosse case discogr~fic~e si buttano in questa d1rez1one intravvedendo la possibilità di un vantaggio economico, arriveremo presto al Sanremo della musica d'avanguardia. Cool111bini: Io ho avuto quest'anno un gruppo a Venezia gli Odissea. Perciò ho vissuto direttamente questa cosa, anche perché sono stato il solo a darmi da fare con Ravera, visto che lo conoscevo, per far sì che questi gruppi avessero una esposizione decente. Gruppi che non erano nemmeno elencati nell'ordine delle prove ... Devo dire però che, per quanto riguarda il mio gruppo, la casa discografie~ mi ha chiesto se era il caso d1 andarci ed io (sempre a titolo personale) ho detto di sì. Perché ad un certo punto dobbiamo pur uscire, dobbiamo pensare a cercarci una più larga base di pubblico, magari un po' meno qualificato ... Perché il nostro pubblico cli oggi, fortunatamente è qualificato. Questo per spiegare come io personalmente ho visto il tentativo di Venezia. Tuttavia concordo con chi dice che non è certo allraverso simili manifestazioni che po- . tremo tro\'are nuovi sbocchi ... Vaggi: Per quanto riguarda l'esperienza di Venezia che ho anch'io vissuto direttamente la mia opinione è decisam'ente negativa. E vorrei precisare che non ho fallo nulla per incoraggiare la mia casa a mandare il suo complesso (il Cervello). Colombini: Su questo punto non sono del tutto d'accordo. E a questo proposito volevo iniziare un discorso ... E' evidente che noi della cosiddetta musica d'avanguardia diciamo no • alla televisione, perché tende a dare una falsa immagine dei nostri ~rtisti, no!1 e\ concede i tempi necessari, c1 registra male, non accetta le: cose che si dicono nei nostri testi, etc. Così rinunciamo in partenza ad un mezzo di comunicazione enorme. Bisogna invece in qualche modo cercare di utilizzare anche noi questa fetta di potere, macchiavellicamente ai fini nostri facendo esattamente quello' che loro f~nno con_ noi. Non si può dire contmuamente di no; perché il momento dei no ci è servito ne-

gli ultimi due anni a diversificarci, ma adesso, a furia di no, si corre il rischio che non succeda più niente. Fabi: Beh, direi che comunque i tempi vanno avanti e qualcosa di nuovo è nato. Sono nati dei giornali, dei gruppi di controcultura (magari politicizzati al 300%)... E' chiaro che noi siamo quelli che tentiamo le varie strade così, pionieristicamente: una volta assaggi quello, una volta a~:;u5 - gi quell'altro ... Però io credo che fra un paio d'anni ci saranno delle strutture più organizzate anche la radio si sbloccherà; non dico che la Scala aprirà le porte al pop ... Però abbiamo visto nascere molte cose nuove. Certo dovremmo stare molto attenti a certa gente che crede con molta approssimazione di aver scoperto un nuovo filone d'oro e ci si getta a capofitto, con il risultato di far scadere il prodotto. E quando il prodotto scade è difficile ritirarlo fuori... Vaggi: A questo proposito c'è anche un altro rischio, a livello dell'industria discografica. Parlo in particolare delle grandi, case. Queste, ad un certo punto, potrebbero scoprire che . a dispetto di una certa massa di lavoro svolto, di spese, di programmazioni - solo alcuni artisti funzionano sul piano commerciale e magari che questi artisti sono difficili e il mercato resta sempre limitato. In quel momento le stesse case, dopo un periodo di boom produttivo, potrebbero arrivare ad un blocco, ad una stasi che sarebbe molto negativa per tutti. Massara: Difatti per la casa discografica 2+2 deve sempre fare 4. Per questo io penso sempre di più che chi può avere il coraggio di portare avanti un discorso è il produttore, agendo in modo il più possibile svincolato dagli -interessi della casa. Se la PFM non avesse venduto quello che ha venduto, la grande casa discografica non si sarebbe messa a fare un prodotto di questo genere. Però direi che, se anche non avessero venduto la PFM o il Banco o Battiato, ci sarebbe stato prima o poi qualcuno che avrebbe venduto. Ma questo tipo di produzione non sarebbe mai partito dall'idea di un direttore artistico. Personalmente posso dire di aver raccolto gli scarti degli altri: ho liberato Battiato dal contratto di una casa che lo teneva in frigorifero e tre mesi dopo ho pubblicato Fetus; ora sto lanciando gli Aktuala, che si sono prima offerti a tutte le case discografiche e nessuno li ha voluti. Fabi: E' chiaro che il discorso artistico non lo può fare l'industriale, ma solo chi lo vive all'interno e ha il coraggio di insistere finché per il prodotto giusto non viene l'occasione giusta. E io credo - da diretto interessato - che anche la PFM non sarebbe venuta fuori se non si fosse trovata proprio nel momento favorevole. Comunque ci sarà sempre della gente che lavora al nostro fianco, per responsabilizzarci, per sollecitarci, per sensibilizzare le case. Ma il grosso del discorso dipenderà sempre da noi. Dobbiamo solo cercare di non affossarci, di non correre il rischio di standardizzarci in un certo tipo di prodotto, nuovo oggi e magari vecchio tra cinque anni. Delconte: A questo punto mi pare che dal discorso abbastanza ampio sulla situazione industriale siamo arrivati a qHello più specifico sulla vostra situazione, sui vostri problemi. Vogliamo tentare di approfondirli? Colombini: I nostri problemi sono vari. Uno di questi, al quale sono abbastanza sensibile, è la considerazione che ha di noi il pubblico interessato ai nostri artisti. Per loro temo che stiamo diventando quello che anni fa era il discografico: un figuro tutto negativo, identificabile in uno sfruttatore, uno stupratore di ragazzine di buona famiglia (anche quando era una società per azioni). E questo è molto grave, perché ci crea un'immagine ben poco professionale. Siamo ormai lontani dai tempi in cui il mondo della musica veniva avvicinato a quello mondano del cinema. Se c'è nel momento attuale un mondo con ancora un pochino di purezza è quello in cui stiamo vivendo noi, e non dico che sia per merito nostro. Ma è ovvio che, quando un artista viene tenuto in frigorifero per anni si fa un'idea precisa del mondo discografico, come di una istituzione negativa, che blocca ogni fermento nuovo. Molti artisti (e con loro il loro pubblico) non sanno ancora che in questo mondo si sono anche delle persone con cui possono discutere le loro idee, persone che svolgono un ruolo importante e soprattutto pulito e non guadagnano una lira su quello che spetta loro per contratto, ma vengono pagati a loro volta in una proporzione stabilita da un contratto a parte. Il guaio è che ogni volta che parlo con un nuovo gruppo vengo a scoprire che sono arrivati a me dopo due o tre anni di legami più o meno puliti con strani personaggi, che non sono neanche discografici, ma che hanno loro promesso mari e monti. Vaggi: Si sta tornando in certi casi ad avere il « produttore » di una volta. Mi ricordo che nei primi tempi in cui frequentavo il mondo discografico il produttore era praticamente colui che scopriva l'artista; dopodiché lo portava in una casa e lo « produceva». Adesso capita anche tra i gruppi che li produca quel tizio che li ha visti per la prima volta ... Colombini: Quella persona che tu dici è una di quelle che io comprendo nella categoria di personaggi non qualificati di cui parlavo prima. Fabi: Oggi si sta tentando di sollevare dall'ignoranza totale un settore della musica che fino a poco tempo fa aveva un solo interprete: cioè l'industriale, e non l'artista. L'artista non era nessuno, l'arrangiatore al limite era un prestatore di servizio ... Erano tutti prestatori di servizi. Non c'era un discorso sano, culturalmente fondato. E' chiaro che su un simile terreno proliferano questi strani figuri. Uno dei compiti più difficili, che spetta maggiormente a noi che abbiamo una preparazione diversa, è quello di smitizzare la cosa e di eliminare duramente dal giro questi figuri, perché gli artisti stessi hanno quest'esigenza. Più noi lavoreremo seriamente, più saremo attenti ai fenomeni culturali che ci circondano, e più facilmente vinceremo la battaglia della nostra qualificazione professionale. E qui possiamo già trovare qualcuno al nostro fianco: gli artisti stessi, i nuovi giornalisti e soprattutto le g10vani generazioni che sono sempre meno ingenue e manipolabili, hanno interessi profondi, vivono i problemi del nostro settore. Pellicciotti: Scusate, ma mi sembra che la discussione stia un po' troppo scivolando nel particolare, nello specialistico. Dovremmo forse chiarire, dato che ci rivolgiamo al pubblico di un giornale, che nel « pianeta Italia » c'è sempre un certo pericolo di settarismo quando si parla di produttori, proprio perché da noi una figura ben determinata di produttore non esiste. « Noi produttori » è forse già un discorso sbagliato. Checché se ne dica, siamo veramente il paese più antimusicale che esista, per storia e tradizioni educative. Anche noi « produttori es· mo un po' il riflesso di certa situazione caotica arcaica: mentre nei paesi capitalismo avanzato (Stati Uniti o Inghilterra) la figura del produttore è delineata da tempo, noi siamo ancora alle prime armi. Noi sei qui riuniti veniamo tutti da esperienze abbastanza diverse (e proprio io sono il meno produttore di tutti). Ma ci siamo già posti tutti molte volte il problema della funzione del produttore. Secondo me il compito è soprattutto questo: lavorare a fianco agli artisti, ponendosi all'esterno o all'interno delle case il più posi bile indipendentemente (anche se poi si deve scendere a patti). In questo momento io credo che un certo tipo di musica cosiddetta d'avanguardia sia abbastanza incompatibile con la grossa casa discografica; comunque, in qualsiasi posizione ci si trovi, la cosa più importante è contribuire a dare coscienza ai nuovi artisti. Nel momento in cui prendono coscienza della loro funzione di artisti, anche noi prendiamo meglio coscienza della nostra. Colombini: Direi che questa coscienza esiste. L'attenzione che ognuno di noi deve porre nei rapporti con la casa discografica, oggi come oggi è solo una: non avere alcuna interferenza di carattere artistico, visto che sempre di più tutto - anche il lavoro promozionale - ce lo facciamo noi. Stabilito questo la diventa il distributor nanziatore. Io o gi ter fare una cos 1 ta, ma la posso glio io per co Questo è • • ..---uazione e. Ho fatto po il produttovarie case discografifino al giorno in cui mi o reso conto che non po15

tevo piL1 sopportare il filtro del direttore artistico, del direttore commerciale, e • credo con un certo coraggio • ho fatto il produttore con una propria etichetta. Cioè mi sono messo in grado di poter dire: decido io quello che faccio, giusto o sbagliato che sia. A tre anni di distanza le cose possono esser cambiate. Perciò la mia domanda è: oggi si rlesce ad avere dalla casa una libertà di lavoro che ti permetta davvero di non avere interferenze? Colombini: Bisogna ammettere che questo è un discorso soggettivo, perché ognuno di noi ha delle situazioni diverse di rapporto con la casa Nel mio caso personale ho ottenuto per iscritto la mi.i libertà artistica; è vero cJ,e il giorno in cui non mi consenta. no più cli spendere tot per fare un disco me l'hanno già messo in quel posto. Però elevo dire che questo per ora non è accaduto, anzi piano piano mi sto costruendo anche una completa libertà di lavoro promozionale, per quel • poco che oggi possiamo chiamare promozionale. Vaggi: Tu hai sostenuto pri ma che il produttore oggi è già al livello di dover occuparsi, oltre che della realizzazione artistica, anche della promozione. Secondo me in16 vece sarebbe importante che si venisse a creare una certa mentalità per cui, accanto al realizzatore di uno specifico prodotto, è necessario qualcuno che curi in maniera altrettanto specifica la promozione di quel prodotto. Altrimenti per il produttore diventa troppo dispersivo occuparsi personalmente anche della promozione. Fabi: Certo oggi noi ci assumiamo una grossa responsabilità: quella di portare avanti questo discorso, anche al di fuori dei limiti prettamente artistici, perché ancora manca chi ci aiuta. Però dobbiamo stare attenti perché è ormai giunto il momento di cercare questa persona (o questa équipe). Se si continua così. dedicheremo semore meno tempo al discorso c·reativo. Invece dovremmo limitarci a coordinare tutte queste cose per garantirci che sia salva l'immagine dell'artista. Vaggi: D'accordo ci dovrebbe essere qualcuno a fianco del produttore che, una volta completato il disco, sia in grado di portare avanti un disc orso promozionale appropriato; come in effetti già avviene all'estero. Ma si tratta di una struttura avanzata che purtroppo non abbiamo ancora. Massara: Personalmente ho portato avanti questo discorso fino in fondo: prendo l'artista, realizzo il disco, rni pongo il problema p·romoziunale e quello del venduto. A questo punto io, che mi considero un produttore, vengo consrcterato all'esterno un ct1scografico. Spiegatemi perché, per favore. Fabi: Tu sei un discografico per forza, per il solo fatto che hai cominciato prima che sorgessero delle strutture alternative, e quindi hai dovuto utilizzare gli stessi mezzi del sistema. Anch'io ci devo considerare un discografico, non dico a ragione, (perché nessuno di noi si sogna di pensare che tu sia davvero un discografico), ma per fatalità. Poiché chiaramen. te tu sei costretto a calcare una strada per lo meno parallela a quella del sistema discografico ... Massara: Per me il proprie tario cli un'etichetta, in quanto può fare un discorso completo, è veramente il proclut• tore indipendente, cne non si deve bloccare dinnanzi a nessuna scrivania. D'accorcio l'etichetta è solo un mezzo che potremmo anche eliminare il giorno in cui sarà possibile avere pieni poteri all'interno cli una casa discografica. Colombini: Vedi, in teoria ognuno di noi forse potrebbe da domani farsi una propria etichetta. Anch'io ci ho pensato, ma non ho ritenuto che i tempi fossero maturi. Questo perché sapevo cli non avere a fianco delle persone che mi elessero la tranquillità di coprire tutto l'arco dei problemi. Masara: Su questo (almeno in passato) hai avuto ragione. Lo dico perché ho vissuto quest'esperienza. Tre anni fa i problemi che mi sono nati con una etichetta e un prodotto particolare che cercavo di fare, non venivano proprio recepiti. Allora non avremmo potuto fare i discorsi che stiamo facendo ora, davanti a dei giornalisti. Colombini: Certo il punto d'arrivo massimo è quello che tu hai coraggiosamente rea• lizzato, anche se lo hai realizza_to forse troppo presto, a m10 parere. Massara: Io non ho calcolato sicuramente il momento in cui dovevo partire: l'ho fatto per una esigenza estremamente personaìe. Non sopportavo più interferenze sul mio lavoro. Non so quanto sia stato coraggio e quanto disperazione ... Colombini: Scusami, io ti conosco eia anni, ma no:, posso fare a meno di considerarti discografico, perché a mio modo di vedere oggi non siamo ancora pronti ad un simile passo. Massara: Allora cerco cli entrare nella tua mentalità. Tu mi ouoi considerare un discografico; ma devi completare la frase e considerarmi un discografico pazzo ... Colombini: II giorno in cui raggiungeremo una nuova struttura, ognuno di noi potrà essere il produttore completo, con etichetta propria. D'altronde i tempi stanno cambiando rapidamente: oggi utilizziamo degli spettacoli e ne caviamo dei ~risultati promozionali, mentre quatro an ni fa gli spettacoli non veni· vano considerati oromozionaJi per il disco. È realmente non lo erano. C'era una frattura fra contatto con il pubblico e prodotto; in pratica il night non portava mai i clienti al disco. Ora le cose stanno cambiando anche perché il pubblico( dob• biamo riconoscerlo) è più sveglio ed esigente. Crippa: A questo proposito ho avuto delle esperienze negative che mi hanno insegnato una cosa: chi ha venduto tra i gruppi italiani, ha venduto prima ancora di fare la tournée. Cioè i grossi nomi hanno venduto bene il primo elisco; poi mar:ari hanno utilizzato la tournée per ;rendere il seconr\o. Colombini: Veramente io credo che ia PFM, qualsiasi rnsa avesse fatto al primo disco [1vrebbe venduto. Massara: E questo perché la PFM aveva fato una serie notevole di apparizioni come supporto, appena sono cominciate le tournées dei gruppi stranieri. Quando è uscito il disco c'era la tensione giusta. Vaggi: Vorrei chiarire il prob_lcma sollevato da Crippa. Ci s1 d<Jmanda se questa della PFM è stata (o è tuttora; un'eccezione, oppure se può essere considerata una regola. Colombini: La regola è il momento di tensione, il fattore attesa. E' una regola che vale sempre, per qualsiasi disco. L'occasione per provocare questo momento cli tensione è invece diversa da caso a caso. Allora l'occasione era creata dalle prime tournées dei gruppi inglesi, che oggi non sono più una novità e quindi non possono dare lo stesso effetto. Crippa: Però anche i Beggars Opera hanno avuto un grosso successo a Mestre. E dopo il

festival, nella stessa zona non si è venduto un disco. Fabi: A parte che la PFM è stato veramente un caso irripetibile, sono d'accordo con chi considera i concerti tuttora un grosso canale promozionale, purché però si tratti di gruppi validi. Tuttavia il pubblico oggi è più maturo e dopo aver visto un gruppo dal vivo non compra il disco a scatola chiusa. Perciò il nostro lavoro è• diventato tre volte più impegnativo: non basta assicurarci dei concerti per far vendere il disco. E qui si torna al discorso dell'inflazione ... Delconte: Scusate, ma dato che si è toccato l'argomento « spellacolo », vediamo di riprendere a questo livello il tema della funzione del produttore. Qual'è esallamente il rapporto spettacolo-disco e fino a che punto voi siete coinvolti in questo rapporto? Fino a che punto arrivano le vostre funzioni? Vaggi: Io confesso che, per quanto riguarda la mia esperienza personale con il Museo Rosembach, ho trovato molta difficoltà per gli spettacoli. Gli impresari su cui si può fare affidamento sono pochissimi. Per cui in questo momento si trovano ad avere un gran numero di gruppi in « area di parcheggio » e pochi piazze sicure per gli spettacoli. Così io mi sono trovato questo nuovo gruppo che aveva particolarmente bisogno di fare serate per farsi conoscere e mi sono dovuto rendere conto che questi impresari sono forse pionieri di noi in queste cose e tendono a far lavorare solo i gruppi già affermati, che rendono di più e danno loro anche meno problemi. Colombini: Allora sono loro i nuovi discografici... Secondo me queste poche persone (alludo ai Mamone, ai Salvadori e a un paio di altri nomi) hanno dato inizialmente un apporto determinante alla promozione della musica progressiva. Oggi sono propenso a credere che siano stati favoriti dalle circostanze: avevano in mano i primi nomi stranieri, sui quali c'era un risveglio di interesse. Allora il passo per i gruppi italiani non era facile e così c'è stata la geniale scintilla dell'accoppiamento con il nome straniero in tournée. E' stato il periodo « puro ». Quando invece una massa di gruppi di tutte le levature sono arrivati a loro, si sono messi a fare esattamente quello che facevano i discografici. Con la differenza che il discografico prima o poi un disco poteva anche darglielo. Queste persone non hanno saputo scegliere per se stessi la strada dell'accoppiamento. Noi produttori avremmo potuto ricavare e dare a nostra volta grosse chances a un'operazione di questo genere. Forse saremmo potuti arrivare prima al traguardo della produzione globale del tipo anglo-americano. Fabi: Il fatto è che questi personaggi sono arrivati al punto in cui devono smetterla di fare i piazza-complessi e diventare dei veri manager. D'altronde costoro, ad essere obbiettivi, si trovano davanti 12 o 13 regioni italiane, piene di loschi figuri. Sono difficoltà che forse dovremmo, produttori e managers insieme tentare di affrontare. Dovremmo ad esempio tentare insieme quel tipo di operazione che punti a personificare un gruppo nuovo agli occhi del « commerciante che fa la serata»; altrimenti è ovvio che quello preferirà sempre il nome sicuro. Il manager, come il produttore, dovrebbe occuparsi solo dei due, tre o quattro gruppi sui quali può lavorare seriamente. Massara: Ci troviamo sempre di fronte ad una certa mentalità italiana di chi vuol fare tutto da sé, le cose che sa [ai·e e anche le altre. Comunque, a questo punto, vorrei tentare una definizione ideale del produttore: per me il produttore dovrebbe essere quella persona (o quel gruppo di persone) che ad un artista che inizia fornisce quell'assistenza, sia sul piano creativo che dell'immagine, che gli svincoli quell'« area di parcheggio» in cui vengono messi regolarmente quando entrano in una casa discografica. Noi siamo dei produttori più o meno completi; ma in fondo nessuno di noi oggi ha raggiunto la completezza, in quanto nessuno di noi riesce a risolvere radicalmente il problema manageriale dei nostri artisti. In Italia non mi risulta che i gruppi, anche quei pochi che hanno avuto un certo successo, si siano arricchiti. Tra i costi degli impianti e i vari altri problemi, i gruppi viaggiano in un mare di cambiali fino a che reggono insieme e riescono a trovare lavvro. E trovare lavoro è sempre più duro, dato che il numero dei gruppi aumenta, ma i canali in cui esibirsi sono sempre gli stessi. Co/ombini: Siamo arrivati, dopo il momento magico, ad una situazione ribaltata in senso regressivo. Oggi il solito giro di piazze è saturato dai pochi nomi sicuri. Se un gruppo nuovo riesce qualche volta a trovare una serata è perché l'organizzatore di spettacoli, interessato ad esso, si mette a fare lo stesso gioco che facevano un tempo i discografici a Sanremo: vuoi Celentano? Allora mi prendi anche Gino Santercole. Fabi: In realtà gli organizzatori hano lo stesso problema che abbiamo noi: togliersi dal terreno dal quale sono venuti fuori, liberarsi dal legame dei gestori, dallo stretto giro di piazze. Insomma trovare una via alternativa. Crippa: E se invece esistesse un'alternativa al normale impresariato? Per esempio, l'autogestione del gruppo. Io ho in mente di portare avan• ti un tentativo del genere; non so con quale risultato. Qui c'è chi si può considerare indipendente e chi, come me, ancora dipende. A questo punto non mi resta che cogliere il momento propizio: oggi nella mia casa discografica che è stata ampiamente rivoluzionata, si sta in attesa di nuovi eventi. Così io ho proposto una cosa del genere ed è stata accettata. Tu dici: a chi ti affidi. E' sufficiente impostare una specie di segreteria a disposizione dell'etichetta o del produttore che decide di farsi anche l'impresariato. La segreteria organizza tutta la promozione del disco, incluso un tour. Prende contatto con i pochi organizzatori che in Italia sono regolarmente riconosciuti. Provvede al calendario, ai contratti, ai permessi, etc. D'accordo non è facile coprire le spese: al disavanzo dovrebbe pensare la casa discografica. La quale casa, comunque, è solita far rientrare nelle spese promozionali i manifesti e tutte le altre cifre che sborsa di solito quando affida un gruppo ad un impresario. Massara: Questo discorso potrebbe essere valido in funzione del disco: cioè all'interno della campagna promozionale per il lancio del disco di quel gruppo, la casa discografica investe un tot per la tournée. Ma dopo questa tournée cosa succede? Non abbiamo risolto il problema del lavoro costante di quel gruppo. Crippa: Se la turnée ti è andata bene le richieste per quel gruppo ti piovono; se ti è andata male non piovono né a te che ti sei autogestito, né a quello che avrebbe potuto 17

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