IAN CARR WITH NUCLEUS Labyrinth (Vertigo) C-an questo ultimo stupendo album, lan Carr dimostra veramente la veridicità e la rivoluzionarietà del suo ultimo modo di concepire i Nucleus: un ·insieme estremamente variabile di musicisti che ruotano intorno alla sua figura, una formazione in continua mutazione che rispetti e rappresenti egregiamente l'estrema fluidità che caratterizza tutto l'ambiente del nuovo jazz inglese. I primi due album dei Nucleus, • Elastick rock" e • We'II talk about it lather •, c-anservavano una formazione fissa, che veniva ripetuta anche nel terzo, • Solar Plexus ", con la differenza che nuovi musicisti venivano aggregati alla formazione originaria. Dopo lo sfaldamento degli originari Nucleus, dovuto soprattutto al pr.:igressivo passaggio di alcuni membri (John Marshall, Cari Jenkins, Roy Babbington) ai Soft Machine, lan Carr si è deciso a concepire i Nucleus come un -insieme intercambiabile, vivo e pulsante, di musicisti. Da questa concezione nasceva l'album • Bell·adonna •, 'interessante ma offuscato da molti momenti ancora •incerti, troppo frenato r-ispetro alle possibilità degli eccezionali musicist-i che vi partecipavano. Con questo ultimo «Labyrinth•, l'arte di lan Carr torna a rifulgere in tutto il suo splendore, in tutte le sue principali caratteristiche, che sono l'estrema raffinatezza degli arrangiamenti, la particolare potenza espressiva e -la gran56 muzaLkP diosità delle parti strumentali corali, e un jazz d'avanguardia che non dimentica però -la lezione tradi~ion-alista dello swing, del ricco sound da grande orchestra. L'album non fornisce alcuna indicazione sulle condizioni della registrazione, ma possiamo presumere che si tratti di una esecuzione dal vivo: stupisce fa particolare limpidezza del suono, mentre •i sussulti, gli spasimi, le impennate, l·a dolcezza, ,J'estrema violenza, la gioia pulsante e onnipresente del fluire sonoro inducano •l'animo dell'ascoltatore a un soffuso sentimento di esultanza. lan Carr alla tromba si è ormai lasciato alle spalle le ultime scorie di imitazione d-avisiana, e le sue tessiture, spesso acute, spezzate, direi ilari, costituiscono H perno conduttore per tutta una eccezionale schiera di strumentisti: dal bassista Roy Babbington (ora con i S·aft Machine). al tastierista Dave MacR•3e (già con •i Mat•ching Mole). al sassofonista Brian Smith (unico superstite, con Carr, degli originari Nucleus). al trombettista Kenny Wheeler, al chiarr·ista Tony Levin, al pianista Gordon Beck, ali-a cantante Norma Winstone, e altri ancora. Una sostanziosa parte della crema del nuovo jazz inglese riunita per un disc-a eccezionale: • Labyr-inth • è una lunga suite ispirata ·alla mitologia del Minotauro del-l'antica Grecia, come dimostrano •i suggestivi titoli dei sei movimenti che ·la compongono: • Origins •, • Bull-Dance •, • Ariadne •, • Arena •, • Exultation •, • Naxos •. M. I. L'Italia è quello strano paese capace di produrre grandi geni umani. fertili di grandissime idee. ma •incapace di far nascere queste grandissime idee da gruppi organizzati di studiosi: da qui la crisi che andiamo ·aggi attraversando oggi nel campo della ricerca tecnico-scientifica attuab'ile so. lo con uno studio collettivo, e da qui, in senso molto più lato, la crisi musicale in un periodo che vede all'avanguardia un sistema pluralista come •il complessa. A rapporto di quei due o tre gruppi veramente eccezion-ali che oi sono possiamo oggi vantare un buon numero di attivissime menti isolate, da Guccini a Battiato, da Sorrenti a T-empera. Vince Tempera, pianista dalla chioma riccioluta ed elastica, arriva dopo anni di attivissimo lavom come session man e arrangiatore, a-1 suo primo album solo: e vi giunge nel modo più rischioso possibile, aff'dandosi soltanto •alle sonorità del suo piano e per giunta registrando una facciata dal vivo. Ma sinceramente, arrivati a-Ila fine del disoo non solo non ci si è accorN di aver ascoltato un -album registrato ·in diretta, ma soprattutto si stenta a credere che un simile assalto di note e di ritmi possa nascere da due sole mani: in pochi minuti scivolano piacevolissimevolmente se•i brani memori di tutta una lunghissima cultura -pianistica. Discepolo ideale di Jarrett e Hanc-ock, Tempera ha nella ,ritmicità la sua arma migliore: il suono arriva a sprazzi, incisivo, percussivo, prepotente; ma non per questo sono meno suggestivi gli accordi melodici, ora sfuggenN. ora sviluppatissimi. Tempera dimostra così di essere un artista fornito di una enorme capacità di sintesi: dai pianisti più • volgari • e oammerciali, attraverso i Beatles e i grandi del jazz sino a Stravinsky e Debussy, vince tutti li ama e li racchiude in una sintesi, evoluzione armonica. coerente, raffinata e travolgente. Cosi eccolo salire sul palco di questo avvincentissimo disco, con questa sua te errica profusa nel la passione, permettendosi di profondere in tutta la sua •arte un certo umorisma. cosi senza maschere o pesanti orpelli ma con molta voglia e molto merito di dire veramente qualcosa. STEELEYE SPAN Parcel of rogues (Chrysalis) M. F. I Fairport Convention furono H primo oruppo folk inglese a sentire la necessità di ampliare le propr-ie prospettive espressive mediante l'elettrificazi-ane degli strumenti e la fusione ·con ·Il rock. Oggi, però, la loro vena creativa sembra essersi (speriamo solo momentaneamente) assopita, e •il -loro trono di alfieri del folk-rock britannico deve essere più che meritatamente assegnato agli Steeleye Span, un gruppo che non esiro a definire eccezionale. Gli Steeleye Sp-an sono stati fondati dal bassista Ashley • Tiger • Hutchings, quello
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