sceva a fondo !'-artista ma nulla toglie alla bellezza dell'album che per carica. eleganza e poesia non delude di certo. Foreigner racchiude nei suoi solchi, tra 'l'altro, il progetto forse più ambizioso di Stevens: una suite; si tratta di una sistematic-a alquanto impegnativa e per+c-olosa per un artista come ·lui, abituato a cantare delicati stati d'animo, istanti sfuggenti del sentimento umano. Eppure Stevens riesce a mantenere questo prezioso contatto per tutti •i diciotto minuti dell'omonima Foreigner, dosando alYilmente i sentimenti del suo e-anta con la perfezione ·espressiva della strumentazi·one. Nato come un tipico cantante amante di una strumentazione ridotta all'essenziale, Stevens si sta scoprendo oggi sempre più musicista capace di affinare con crescente sicurezza il proprio mess·aggio: la scomparsa della chitarra acustica alla quale, con la complicità di Alun Davies, Stevens aveva affidato una preponderanza sonora negli album precedenti sembra essere sintomatica. E la suite di Foreigner, vera girandola colorata di cant-i. di suoni e di ritmi, rappresenta l'apice di questa ricerca orchestrale: melodie in sostanza abbastanza semplici che nascono da una curata frammentarietà strumentale, piano, percussioni, chitarra •elettrica, sintetizz-atore e mellotron ciascuno forte delle sue capacità descrittive, del proprio compito pittoriro. Più vicina all'immagine tradizionale di Steven è invece l'altra facciata, suddivisa •in quattro brani suggest-ivi e accattiv~nti; m-a anche qui il soggiorno giamaicano è onnipresente con •i tipici cori dell·e voci di colore, ·col-l'incedere più secco e marcato dei ritmi, con certe dei'icate -infiltrazioni reggae: solo con il brano finale. 100 I Dream, il cantautore rivive in pieno quelle sue famose atmosfere Incantate. E probabilmente ciò sta ·a significare che nulla è compromesso, dopo tanti album-capolavoro Cat Stevens, compagno di dolci serate, una vacanza In Giamaica se la poteva proprio .meritare. M. F. JOHN SURMAN MORNING GLORY Morning glory (lsland) Dopo un lungo periodo di lontananza dal-le scene, John Surman, il grande sassofonista inglese, ,ritorna al suo pubblico con questa bellissima suite. • Morning Glory •, registrata dal vivo al Marlowe Theatr-e di Canterbury. Surman tiene ·a specificare di essere tutt'uno ron il gruppo che -l'accompagna, che la musica presentata va considerata come un lavoro di gruppo. E dunque il grupp-o, , chiamato -anch'·esso Morning Glory, comprende l'onnipresente batter•ista dei Soft Machine John Marshall, il bravissimo chitarrista norvegese Terje Rypdal, premiato quest'anno dalla critica inglese come •il miglior nuovo talento dell'-anno in campo jazzistico, •li trombonista Malcom Griffiths, il b-assista Chris Laurence e il pianista John Taylor. Dopo essersi costruito una solidissima fama e-on •i suoi primi LP e con il Trio, che oltre a lui comprendeva •il batterista Stu Martin e il bassista Barre Phill-iphs, Surman si era ,rit-irato per elaborare nuovi spunti creativi. Questo silenzio era stato rotto soltanto dall'apparizione de! suo album precedente, strano e inaspettato, ove egli suonava da solo basso, sassofono, piano e percussioni, elaborando url'a musica sotto certi aspetti molto vicina alle tecniche della dodecafonia. Questo ultimo lavoro, superat-i i limiti strutturali strettamente et-ichettabili come jazz, elabora un sound che, pur prendendo -le mosse da quei lidi, si -svolge e spaz-ia sui confini nuovi, inserendo il sassofonista inglese 1 in quella corrente di artisti provenienti dal jazz o dal rock, che tentano di costruire una nuova musica totale. lmpress·ionante il lavoro percussionistico di Marshall, che resta forse il fulcro propulsore della suite. la quale alterna momenti pacati ed evoc-at-ivi, caratterizzat-i dai contrasti cromatici tra tessiture pianistiche ed evoluzioni fiatistiche, ad •altri più ,impetuosi che recuperano la libertà del free. qui inteso in senso gioioso, come è peculiarità di tutto il jazz inglese, in contrasto alla rabbia del free americ-ano. Con quest-o disco. e anche con l'ultimo LP dei Nucleus. recens·ito su queste stesse pagine, ·il nuovo jazz inglese ha fatto un altro grosso passo in a·vanti. M. I. NEW TROLLS Atomic system (Magma) N.TATOMICSYSTEM Dopo la scissione avvenuta nell'ambito degli originari New Trolls tra N•ico di Palo da una parte e V-ittori'O De Sc-al2li e Giorgio D'Adamo dall'altra, sembra più che mai che tocchi proprio a quest'ultimi 'il compito di portare avanti con maggiore compiutezza il discorso originario. Questo disco mi piace. davvero, per lo meno quanto non mi piacquero affatto •i vecchi New Trolls di • Concerto grosso • e • Se-arching for a land • (per non parlare di • Ut •: non mi piacciono i brutti scherZ'i). I vecchi New Trolls, dopo un discorso di rottura valido e mrovo, ai lontani tempi del LP • Senza orario . senza bandiera •, con testi di Fabrizio De André, e del 45 g,ri • Miniera •, si erano successivamente persi nella statica imitazione di contorcimenti hendrixi-ani, o peggio ancora in discorsi appesantiti dai troppi gigionismi solistici e dalla poca voglia (possibiJ.ità) di -continuare a creare c-ose nuove. In • Atomic system •, •invece, la volontà di creare, di sperimentare. c'è senz'altro, e •in molte parti già riesce a marrifestarsi con una certa compiutezz,a: è certamente un momento fragile e nuovo, un punto di partenza delicato ed entusiasmante per due ragazzi pieni di rinnovato entusiasmo come Gi'Org·io e Vittorio. Il punto di contatto con i vecchi New Trolls si riscontra, dal punto di vista strumentale, nell'uso preponderante delle tastiere, mentre da un punto di vista tem-atico. il gruppo vuole riallacciarsi proprio all'episodio migli'Ore del suo passato, e cioè • Senza orario . senza qandiera •: fatto chiaramente testimoniato da titoli come • La nuova predica di Padre O'Brien • e • Ho visto poi », che costituiscono un evidente proseguo delle note • Padre O'Brien • e • Ho visto• presenti in quell'album ormai lontano. Accanto a V-ittorio, impegnato a vari strumenti: piano, chitarra, flauto, S'intetizzatore, e a Giorgio che suona il b-asso, i nuovi ottimi strumentisti sono i-I versatile tastierista Renato Rosset e due noti session men dell'ambiente jazzistico •italiano, vale a dire il fiatista Giorgio 8-aiocco e il batterista Tull-io D'Episcopo. La musica. ricca e pastosa, recupera fluidi andamenti class•icheggianti e ritmati momenti jazzistici, il tutro calibrato da>lla spinta elettrica di un rock di ottima fattura. F'iù deboli, ·invece. le parti c-antate, per molti vers,i melodicamente scontate; molto beHa e vivace • Butterfly •, l'unica canzone -in inglese, che originariamente avrebbe dovuto far parte di un • solo • di De Scalzi interamente consacrato -a dei'icate ballate favolistiche dedicate ai bambini. M. I. i5
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