marpione della canh>i,etta britannica, non era facile· prevedere da una personalità ·così forte e c-aricata come quella di Roger, per giunta accompagnato da due arrabiatissimi Argent, un album &imile. Stent-iamo spesso a riconoscere la voce del mitico cantante degli Who tanto essa è affondata nella mel-assa delle compos·izioni; può darsi che ann-i di scatenato rock abbiano reso Roger assetato di atmosfere decisamente rasserenanti, melodiose, lievemente umorist-iche, ma anche a queste condizioni ne sarebbe ~otuto nascere un •album più interessante: •invece se non fosse per una certa abilità che muove gli arrangiamenti e per alcu11i rari momenti in cui pare che l'interprete viva realmente con un certo li·rismo quello che canta, non si potrebbe evitare di definire •il disc-a come un nrodotto del pace-panzerismo anglossasone. Un album in sintesi cJ,aascoltarsi con la speranza che Daltrey se ·ne torni ~uanto prima ai vecchi, cani Who, un album che ha chiaramente raccolto un altro mu.:chietto di sterline, ma che l·a ha portato per un momento alla corte-di Paul McCartney, S'ignore •incontrastato nel regno di muzak. M. F. Avevamo spesso sentito osannare questo Space Ritual, nucleo compositivo intorno al quale ruota tutto lo spettacolo deqli Hawkwind, ed eccocelo finalmente dinanzi: gli Hawkwind giungono a _questo dop50 muzak LP pio -a:oum dal vivo, messageri d1 un popolo che vuole la fantasia realtà nutrendo la propria sensibilità di vibrazioni e di droga, imbastendo una nuova fascinosa retorica. Di questa retorica lo spazio per gli Hankwind è il fukro centrale, simbolo di una ricerca intr.>- spettiva cruda e fantastica, ripostigl-io atNvo di un certo numero di balzane e disparate dottr,ine culturali, immersione nel misterioso. Guidati dalla voce cavernosa del poeta Bob Calvert, aiut>ati da un raffinato gioco di luci, -avvolti dalle danze della loro sacerdotessa Stacia, gli Hankwind fanno uno spettacolo che per alcuni versi non ha null·a a che ·invidiare al peggiore deqli allucinogeni. La musica si muove su di un duriss•imo, ipnotico tema ritmico la cui funzione è proprio quella di stordire, di svuotare lo spettatore; su questa base aiutati da un certo numero di congeqlliucoli elettronici e dal rioetersi ossessivo e stancante delle parole, gli Hawkwind poggi·ano un certo numero di sensazioni sonore: una specie di hard rock condito alla Pink Floyd_ Senza dubbio +l'album possiede alcuni momenti ricchi di pathos, di atmosfere ben centrate soprattutto là dove al ritmo incalzante si sostituisce un senso di quasi ·abbandono, dove la chitarra si addolcisce e dove le voci possono spaziare c-an i loro suggestivi messaggi cosmici; ma allorché i brani riacquistano il loro ,ritmo stroboscopico e martellante, il gruppo rivela una grossa carenza di fant,asia compositiva: ci sono cinque o sei brani completamente indistinguibili gli uni dagli altri, totalmente •identioi, monotoni. I brani già noti nei due prec&denti album e quelli inediti difficilmente si differenziano per spirito evolutivo o per qualsiasi altro particolare; a ciò va aggiunto che le mediocri risorse tecniche dei musicisti, eccezion fatta per Nik Turner, fiatista dai guizzi eccellenti e dalle sonorità particolarissime, non consentono che pochissime variazioni sul tema. In sintesi prevale f·idea che questo Space Ritual sia preferibile goderselo direttamente in un concerto che dai solchi di un doppio album: album che tra l'altro, come per rispettare un-a tradizione istaurata nei due precedenti dischi, è registrato in maniera orrenda. PAUL KANTNER GRACE SLICK DAVID FREIBERG M. F. Baron Von Tollbooth & the Chrome Nun (Grunt) Originariamente avrebbe dovuto chiamarsi • Fat •, con Grace Slick, la musa struggente dei Jefferson Airplane, come un-ica titolare. Ma ·alla fi. ne, il disco ha fin·ito coi diventare il logico proseguimento, la terza tappa celeste di un discorso iniziato con • Blows against the Empire • e • Sunfighter •, i due precedenti dischi della coppia Kantner-Sl ick. I Jefferson Airplane, si sa, sono un gruppo compatto, legato da vincol,i di fratellanza che vanno oltre 1 i semplici limiti della vita e della morte. Ma proprio per fortificare questa compattezza, ·i membri del gruppo sono ormai soliti prenders-i qualche vacanza artistica, per esplorare le più intime componenti delle loro personalità, talvolta in parte necessariamente sacrificate al ·lavoro di gruppo. Così Jack Casady, Jorma Kaukonen e Papa John Creach si ·ritrovano nel gruppo di country travolgente degli Hot Tuna, mentre Grace e ·il suo compagno Paul Kantner portano avanti fino alle estreme conseguenze il loro discorso politico, visionario e declamatorio, vicinissimo agli ambienti della controcultura yippie guidada da Jerry Rubin e avente come padre spirituale il dottor Timothy Leary. • Il Barone Von Tollbooth •, pur nella bellezza sognante e aggressiva che lo pervade, è forse un tanNno meno riuscito delle due gemme immortali che !'•anno preceduto, forse per un minore spirito unitario e senz'altro per la presenza di David Freiberg, ora con i Jefferson Airplane dopo una lunga e gloriosa milizia nell' ambito di Ouicksilver Messenger Service: ebbene, David sembra essere un poco peggiorato, specialmente come compositore. D'altronde, però, è lui a suonare in questo album il mellotron, la cui <introduzione costituisce un-a nota rivoluzionaria nel sound della West Ccast. Notevolissimo il contributo all'album di altri grandissimi musicisti californian•i, come Jerry Garoia alla steel guitar, presente in quasi tutti i brani, David Crosby ai cori, e -ancora Mickey Hart (ex Gratefui Dead). il poeta Jack Traylor, la cui uscita di un album solo è imminente per la Grunt, i sess•ion men Chris Elthridge e Craig Ch-aquit-.>,e infine altri membri dei Jefferson come John Barbata, ,Papa John Creach, Jorma Kaukonen e Jack Oasady. Preponderanti i brani scritti da Grace: • Fat •, lenta e sognante; • Fishman • breve e aggressiva, che avrebbe già dovuto essere inclusa nel vecchio album dei Jefferson • Bark •; ·la semplice e ritmica • Ballaci of the Chrome Nun • in collaborazione con Freiberg; e soprattutto fa stupenda • Across the board •, un piccolo gioiello sulla scia di altri capolavori slickiani come • S·ilverspoon • sul divino • Sunfighter •. Paul Kantner oi rega·la le meraviglie sognanN di • White Boy • e soprattutto di • Your mind has left your body •, apologia di quadri psichici al sapor di marij11ana. E lascio a voi la meravigl,ia di scoprire i brani rimanenti. M. I.
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