Muzak - anno I - n.01 - ottobre 1973

ci sono particolarmente piaciuti i dischi di. .. · Paul Kantner & Grace Slick Yes Suntreader Cat Steverts Weather Report Santana & Mc Laughlin Vince Tempera Steeleye Span West, Bruce & Laing Nucleus 48 GEORGE HARRISON Living in a materiai world (Appie) In un momento 1in cui il nome dei Beatles torna a riecheggiare prepotentemente nel le pagine dei giornali specializzati e nelle classifiche internazionali, anche George Harrison s•i rifà vivo dopo un lungo periodo di silenzio, e questa volta con un disco siQgolo, dopo i due tripli album passati. George, la cui conversione alla mistica orientale fu l'unica. nell'ambito dei Beatles, ad essere sincera e duratura, fu il primo ad ·introdurre nel rock europeo l'uso di strumenti indiani come i-I sitar e <le tabla. Da quel momento ·egli ha sempre proseguito un suo discorso mistico e teosofico, anche se talvolta, come per esempio nei due precedenti mastodontici albums, • AII things must pass • e • Bangla Desh •, ha rischiato di rasentare il kitsch espress1 ivo a causa di uno scarso senso della misura e di una certa monotonia compositiva. • living in a materiai world • è un disco fresco, ispirato, gioioso: sarebbe certo ·inutile ricercarvi un discorso d'avanguardia o una scintillante originalità, perché sarebbe pretendere troppo, ma nell'ambito del discorso artistico solista dei Beatles, questo album è senz'altro il migliore, se paragonato allo squallido • Red rose speedway • di Paul McCartney e al qualunquista, anche se per diversi tratti pregevole, • Sometimes in New York city • di John & Yoko. L'ultima fatica di George è stata registrata interamente a Londra e contrariamente al solito non vede l'uso del sitar, anche se tutta •l'atmosfera rimane prettamente orientaleggiante. Ci sono invece le tabla, suonate da un certo Zakir Hussein. Gli altri strumentisti che accompagnano George sono l'onnipresente Nicky H-opkins al piano, lo Spooky Tooth Gary Wright -all'organo, il solito Klaus Voorman ai fiati, Jim Keltrier e il buon Ringo Starr che si alternano alla batteria, Jim Horn ai fiati. La prima facciata si apre con • Give me love •, ormai notissima. perché uscita anche su - -45 gil'i-;-aalla melodia semplice e struggente sulla scia ormai collaudata di • My sweet lord • e • Bangla Desh ». Non tutN i brani si equivalgono per compostezza ed equilibrio, e il disc.:> si svolge in un alternarsi di episodi molto piacevoli e ben costruiti con altri più banali dove George si ·limita a .fare il verso a sé stesso. Tra i bran•i migliori citerei • The light that lighted the world •, b,allata evocatrice e morbida pervasa da suoni rarefatti e inseguentisi; • Who can see 1 it •, ove la voce di Harrison trova la sua più c-ompiuta dimensione lirica ed emozionale; la languida • Be there now •, caratterizzata dal liquido accompagnamento dell'organo di Brooker e dal pianismo rarefatto di Hopkins; ancora • living in a materiai world •, >il miglior brano, disincantato, allegro e terribilmente filosofico SUNTREADER Zin Zin (lsland) M. .I Il giorno forse più importante nella vita di Morris ,Pert, ·leader dei Suntreader, fu probabilmente quello in cui divenne amico del grande percussionista giapponese Stomu Yamash' ta: da allora i Come to the Edge, cosi si chiamavano un anno fa 1i Suntreader, s110narono spesso con Stomu, e con lui hanno anche inc-iso uno stupendo ·album dal nome di F-loating Music. Ora, terminata la covata sotto l'ala di Yamash'ta, Pert e ·i sùor Suntreader sf" apprestano a conquistare da soli le glorie del palco; ma non che essi siano privi di questa esperienza: Morris infatti, finiti gli studi musicali alla Royal Academy of Music di Londra, assurgeva al ruolo di primo percussionista nell'orchestra nazionale scozzese e vedeva soprattutto plaudite alcune sue raffinate composizioni contemporanee come Xumbu-Ara, Omega Centauri e Missa Festiva. Non minori le esperienze degli altri due musicisti, il pianista Peter Robinson, anch'egli diplomato presso la Royal Academy e spesso ins1 ieme a numerosi artisti' rock, da Farlowe ai Ouatermass a Shawn Phillips, e •il bassista Alvn Ross che ha anch'egli suonato con Yamash 'ta nel Red Budda Theatre. Pert ha voluto dividere quesr.:i primo album in due momenti: un primo più orientato verso il jazz-rock ove evidentissima appare la vicinanza con i Soft Machine a cui I Suntreader sono legati da grande amicizia, e una seconda dove si preponderante l'esperienza classica contemporanea dell'album. Inutile dire che il risultato è entusiasmante, i tre elementi sono eccezionali, la loro musica liquida, vari·a, mobilissima: piano e percussioni s·i palleggiano a turno il ruolo conduttore e la parte ritmica mentre il basso funge da tratto d'unione. Pert con la sua mobilità, la grande scelta sonora si -avvicina molto a Yamash'ta pur rinnegando alcune delle influenze orientaleggianN del maestro, lasciando più spazio allo swing. Nella parte jazzata il sassofono di Robin Thompson ravviva le emozioni, mentre nel poemetto sinfonico contemporaneo From The Region Of C-apricorn, violini e componenti elettroniche disegnano un ambiente ricchissimo di pathos e fantasia. M. F.

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