sono i diretti ispiratori di questa ultimissima genia di spazzatura luminescente, in cui forse soltanto gli occhi mantengono una parve'nza umana. Dopo il tradimento della baldracca· Alice Cooper, partito da vette celesti di corrosiva «clownerie » grandguignolesca, e giunto oggi a una squallida satira giullaresca e profumata di miliardi di banconote e tonnellate d'oro, la nuovissima generazione perduta di New York promette invece lo scontro frontale. C'è Kim Fowley, vecchio demonio dipinto, già fugacemente presente nel primo disco delle Mothers of . Invention, un trilione di anni fa; ci sono i New York Dolls, che, vestiti con abiti femminili e truccati come vamp hollywoodiane, eseguono un rock violento che si ispira ai primi Stones, ai Pretty Things (ricordate, lettori ultraventenni?) o ai Deviants, il defunto gruppo di Mick Farren (che senza dubbio era arrivato troppo presto); ci sono ancora gli Sparks, c'è Todd Rundgren, ci sono i Blue Oyster Cult: nomi sconosciutissimi, ma i cui dischi sono cibo degli dei, un modo nuovo e sconvolgente di fare rock, la scenografia sonora dei prossimi vent'anni, senz'altro: Sparks, Rundgren e Blue Oyster Cult allo stesso modo di Stones, Dylan e Velvct Underground, un fantastiliardo di anni fa. Se non mi credete, ascoltateli. Provate a farlo. Cercate i loro dischi sotto il fango delle pozzanghere. I Genesis sono un capitolo a parte: infatti, mentre per tutto il rock decadente di estrazione « americana » il teatro travestito ·e le maschere costituiscono il fulcro di espressione culturale, di cui la musica diventa cornice, in questo gruppo si assiste invece ad un ribaltamento di posizioni: il perno centrale attraverso cui si esprime il loro decadentismo simbolista resta la musica, mentre le conturbanti trasformazioni di Peter Gabriel, ambigua e occulta figurazione ermafrodita, ne vengono a impersonare la giusta coreografia visuale. L'Angelo Nero e il Demone Bianco, la Volpe Rossa, il Fiore verde, il Pipistrello Azzurro, la figura Geometrica sono le trasformazioni di Peter Gabriel, che incarna la sua musica a livello di simbiosi, mentre barocchi fantasmi, incubi ottocenteschi ed estenuati sensualismi simbolico-letterari si sostituiscono con impalpabile delicatezza e vigore gestuale alla violenza « incolta », «rozza», «volgare», « oscena» del rock pervertito e allucinato che si ispira all'underground americano (ma si, ma si: Anche gli Sones e Bowie sono americani, svolazzanti come sottilissimi tramiti culturali tra i Due Mondi). E oggi in Inghilterra si vedono anche riapparire coloro che furono tra i più consapevoli pionieri di questo teatro dell'extrasessualità, della smisuratezza, del rock-happening: Arthur Brown, Lord Sutch, i Pink Fairies. Il loro teatro rimase a livello di parodia e di spettacolo da cabaret: e questo vale soprattutto per Arthur Brown: il suo spettacolo oltraggioso, osceno, non riuscì mai a spingersi fino a quell'ideale livello che garantisce un fenomeno-moda. Eppure anche il suo nome resta, e sarebbe giusto che tutti potessero i-icordarsene. E dunque sembra che si entri in un nuovo periodo evolutivo della scena rock: il successo oggi si costruisce indipendentemente dalla musica, qualsiasi forma essa assuma. Bisogna invece. saper inventare un teatro ad un tempo satirico, mostruoso, osceno: essere a tutti gli effetti una caricatura, una fantomatica proiezione dell'epoca. Di qui il rischio che la rivolta possa trasformarsi in standard, e che la moda consenta al sistema di incorporare tutto ancora una volta. Già ci sono i primi squallidi esempi: Mare Bolan e i suoi occhiucci truccati e la sua stomachevole musichetta; i Silverhead, vuoti marmocchi travestiti per amor di sterliné; gli Hawkwind, che partiti dalle disperate terre del più santo underground, sono stati fiaccati dal sapore delle hit-parades fino a svuotare la loro musica, un tempo esaltante, di ogni sostanziale contenuto spaziale. Ma gli altri, anche se in qualche caso in bilico tra rabbia e business, restano integri ancora tutti. Esiste in ogni loro « act » su scena un oltraggio spettacolare che tende a confondersi con i rituali di un sacrificio pagano. Un ritorno al rito iniziatico tribale, che colsce i genitori (il sistema) e quindi assume valore simbolico: simbolo di affronto all'ordine stabilito, all'autorità morale del padre. Tutto questo era già presente ai primi tempi del beat (Stones, Who), ma tendeva a sparire. Oggi, fortunatamente, non c'è più pericolo che ciò possa avvenire. Infatti siamo ormai oltre il semplice e fugace balenare di una moda, che comunque, anche. se fosse solo tale, sarebbe in ogni caso segno rivelatore di un'epoca. Il rock continua a mantenersi in presa diretta con la società, rimandandone un'immagine caricaturale e spettrale, vivendo l'angoscia dell'era delle macchine con tutte le commoventi contraddizioni del suo anelito alla Libertà, alla Vita Eterna, alle Porte del Paradiso che un « Egli sente le loro ciglia nere che battono sotto i silenzi profttmati; e le loro dita elettriche e dolci... ». ARTHUR RIMBAUD « Abbiamo delle cose bizzarre che ci fluttuano intorno Ogmmo, noi trasformiamo ogntmo ». PETER GABRIEL giorno Bob Dylan ha cantato con la sua voce strascicata, con l'acre pianto della sua anima. Manuel lnsolera 37
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