si siano fatti vivi i J efferson Airplane, con l'album dal vivo « Thirty seconds over Winterland »: paradossalmente è forse il meno bello della loro produzione, ma cos'altro pretendere, se la loro casa italiana non ha mai voluto pubblicare precedentemente un loro disco? Rick Wakeman: tra gli Yes l'erede di Keith Emerson? Per Rick Wakeman, organista degli Yes, vale il medesimo discorso di John McLaughlin. Emerson comincia a stancare perché rinchiuso nella sua ciclopica e gelida gabbia di sintetizzatori, è ripetitivo ed il suo trio ha iniziato, fatalmente, la parabola discendente. Wakeman, che dopo l'esperienza positiva con gli Strawbs, ha trovato con Jon Anderson e compagni la più completa realizzazione, è al momento il più vario ed eclettico. Possiede egualmente un bagaglio tecnico pauroso, in più è raffinato, elegante, sofisticato quanto piace a noi. Il suo disco « solo », con il quale ha venduto oltre ogni previsione, ed è divenuto il nuovo beniamino del nostro pubblico, risulta direttamente influenzato dal classico, non escluso qualche palese rifacimento. E gli italiani adorano la musica classica, che più di ogni altra è parte integrante del loro bagaglio di cultura e di sensibilità; purché la si presenti, però, sotto una differente etichetta, come è stato per la colonna sonora di « Arancia meccanica», e con un diverso e più moderno linguaggio. Oltre alle « Sei mogli di Enrico VIII », tipico esempio di ricostruzione storica a sfondo psicologico, particolarmente cara agli artisti inglesi dell'ulma generazione, la popolarità del biondo Wakeman poggia solidamente sugli Yes, apprezzati moltissimo nel nostro paese. Il triplo live « Y essongs » ne è stata una conferma decisiva. Gli Ycs sono fra i massimi esponenti della nuova scuola inglese, dai King Crimson ai Genesisi, agli Strawbs dei quali non parliamo semplicemente perché il loro successo è cronologicamente anteriore agli altri personaggi trattati. Il primo dei Marziani è un travestito terrestre: David Bowie, boom dell'anno. Per concludere un cenno a David Bowie, il personaggio più discusso amato e criticato in tutto il mondo nel '73: un prodotto di consumo, fuori di ogni dubbio. Ma un prodotto che piace perché circondato dalle gimmicks divertenti e accattivanti del suo travestitismo e della presunta omosessualità, le implicazioni fantascientifico dell'alter ego Ziggy Stardust - Stanley Kubrick, i ragni di Marte e Robert Hunlein -, perché showman autentico con tutta la grinta, la fragilità, anche la cattiveria, l'inganno e i controsensi della superstar. Nella sua musica si ritrova la canzone melodica tradizionale, quella di Elton John per intenderci, che discende direttamente dai Beatles, e certo rock anglomericano « perverso », dai Velvet Underground in poi, figli illegittimi dei RolJing Stones. L'affetto per questi ultimi è stato testimoniato anche da precise scelte da parte di Bowie. In questa veste di marziano dipinto, « pel di carota », autentico starman dell'anno ha raccolto l'eredità dei Beatles e dei Rolling Stones: senza misteri, ancorché abilmente guidato sul piano pubblicitario, la sua esplosione mondiale e di riflesso, il suo successo in Italia. Enzo Caffarelli 31
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