la Libertà - anno V - n. 49 - 3 dicembre 1931

J DICE1t8Rt::; 19.31 LIBRI salvo' l'Ila.Ha dal bolscevismo non C più un appoggio; perchè è falsa, perchò il bolscevlsmo non ebbe ma· a minacciare l'Italia; i disordini de· dopo guerra in Italia furono uguali o minori che in Francia, in Inghil– terra, in Germania. Lo riconobbe lo stesso Mussolini nel e Popolo d'Ita– lia ~ del 2 lugllo 1921.Per Sforza era bMtata la fredda saviezza dell'on. Giolitti ad averne ragione, la.scian– do fare. Sforza smantella anche l'altra leggenda minore che il fa– scismo abbia trovato l'Italia econo– micamente disfatta. La trovo' anzi in pieno rifacimento, e se ne fece bello, e poi tutto rovlno' con la po– l!tica di prestigio, con la proibizio– ne della emigrazione, con la stabt– llzzazione della lira a quota 90, che fu un vero disastro, con l'enormità. delle spese proprie del regime (quel– le di pubblica sicurezza portate in sei anni da 250 milioni - nel 1922 w a 1 mliiardo e 400 milioni nel 1928 !) . Ma la responsabilità maggiore del– la dittatura fascista è di avere bloc– cato tutte le vie e tutti gli strumen– ti atti ad evitare tensioni rlvoluzio- Dìff af ori e dittature 9a_rlo Sforza, io lo amo assai per– che e un italiano di tempra rara. E' un ottimista attivo e gioioso, e nien– te affatto romantico. Questo fun– zionario, questo diplomatico, non a– vendo altri obblighi che quelli ver– so la propria coscienza, ha detto subito a Mussolini, che, fiero della. conquista, gli spiegava dei piani bellissimi di polltica estera : - Tut– to bene, ma con voi neanche cinque minuti. - E se ne ando', tranquillo, olimpico, come fosse la cosa più semplice del mondo, buttare all'aria, di fronte al dittatore, la sua carrie– ra e la pace della sua vita. Se quel giorno - era il primo giorno - Carlo Sforza avesse trovato nello Stato cento imitatori, 1l fascismo era a terra. Perduta una carriera se ne fece un'a!ti-a. Si fece scrlttor~. Aveva un t:soro di idee e di esperienze. Atto– :,:e ed osservatore aveva partecipa– to all'immane dramma della guerra e del dopo guerra. Conosceva uomi– ni e cose, il palcoscenico e le quinte; aveva visto tutte le vedette nel loi-o gabinetto, en déshabille, prima e e.topola recita. 11 mondo e il demi– monde internazionale, governativo, parlamentare, diplomatico, gU turw binava dentro, fremente di uscire fuori. E gli riuscl', attraverso un giuoco dl torme, tutto nuovo, tutto suo, a grandi affreschi che sono storia, cronaca, filosofia, memorie, aneddotica tutto insieme, frizzante, saporoso.spumeggiante come cham– pagne di eccellente marca, o, me– glio, come una bowL in cui si spo• sano vino del Reno e cham:pagne in ghiaccio e profumano. galleggian– do, frutti rari e squisiti. Lo scritto• 1·edi rapporti e dl note diplomatiche era ... uno scrittore. E' italiano, italia.niss\mo, in cui il cosmopolitismo del diplomatico, nu– trtcato di modernità, l'universali– smo dello splrito della stirpe, se– condo Machiavelll e secondo Maz– zini, l grandi maestri; sopratutto ;;!= L:gn b~~~~e"J!u:e ~~!;{ift: psicologica statica, al modo antipa– tico di Emilio Ludwlg, ma dinamica, cioè in azione. E Dictateurs et dic– tatures de l'après guerre sono sin– tesi rapidissime, leggerissime, dove 1 gravi elementi concreti della sto– ria, della demografia, della econo– mia volatilizzano via, subito dopo a– vere deposta la loro esse~za più sot– tile. Carlo Sforza assegna vita breve alla sua fatica : « Era tempo di scrlw vere questi studi - egli dice -. Tl'a qualche anno nessuno più si inte– reaserà. alle dittature europee, al– meno nella forma patologica da esse assunta dopo la guerra. mondiale>. Mal un autore fu plù convinto e più desideroso della eftemerltà. del suo lavoro. Opttme. La grande ma– trice delle dittature è la guerra : « Quattro anni di guerra insegna– rono ai superstiti, o almeno a molti dl essi, che la violenza era un do– vere, anche nel campo morale, che l'obbedienza più cieca era una vir– tù nazionale, anche nel dominio del– lo spirito. La disciplina militare, puaiva. ed immediata, non fu che uno ~herzo in paragone della so.tt.o– mJ:salonc,brutale ed ~bbu. che ven:- 0e un.post&.d&.vantl alle teorie piµ talie e at1;tficiall, che prevalsero in tuttJ 1 paesi belligeranti e che 11 e patriottismo ~ consacro' come ve– rità. di Vangelo ... Ah I la trdht.son des clerc3 ! Le dittature stesse non sono che le pustole, sintomi dl un male plù inquietante che esse rive– lano, in confronto dello smarrimen– to mentale onde si videro l e con– sorvatori > rallegrarsi della distru– zione delle leggi e gli « intellettua– li >, figlt della Ubertà, allearsi ai regimi dJ.struttQrl della Ubertà, non comprendendo cbe tradivano con clo' la loro stesa& ragione di essere. Passioni ed egoi.!mJ,in verltà, anti– chi e di ogni tempo, -colfavore del– le, circostanze dl a:uerra, hanno fat– to blocco etnicamente, portando sul– le ba?ld1ere la rlyinclta delle auto– crazie contro le democrazie, la lotta degli industriali e degll agrari conw tro 11 cosidetto pericolo bolscevico, infine, comecchè meno Importanti, l'.u;tio antisemita e 11 disincanto delle vecch1e istituzioni parlamen– tari, cui, del resto, le dtttature nul• la. sostituJrono eh~ peggiori disin– canti di inettitudine, di incompe– tenza e di corruzione. La dittatura :non è spesro che la voce di una fol– la briaca e le sue leggi, leggi di (rolla briaca, come quella di Lynch. .:satuwali della demagogia dittato– !ia, appelli furibondi alle passioni ~azJonallste, seminagione e coltura )lell'idea dl nuovl conlllttl, polché Je dttta.ture sentono che non posso– ;no vivere e prosperare che in una ~tmosfera di guerra - quella da cut derivano - ed Ignorano che sarà. ~~~~eq~~~~1·~~c~~ ~~~~~f 0 to~~~ i;unmfnistrative, economiche e fi– p_anziarie, perchè di necessità ag– ~ogate ad una burocrazia inetta, il cui solo titolo è la partigianeria in• 1rolente; corrotta, incontrollata, in– bontrollabile, padrona d1 tutto, al solo patto di servire le voglie e gli istinti predatori dei padroni usur. patari dello Stato. Se questo è 11 fondo comune, ogni dittatura ha poi le sue caro.tterlsti– che proprie, dl origine c di funzio– namento. Carlo Sforza le !a passare in grandi quadri. Quella italiana nasce dalla nevrosi del dopo guerra (nol la faremmo risalire più addie– tro) che rese possiblle la cristalllz– zazlone di elementi eterogenei, spes~ so antitetici e riuniti soltanto dal multiforme malcontento morale e materiale. Vi ha giuocato la menta– lità letteraria morbosa. di d'Annun– zio come i disinganni della pace. In germe st trovano nella e Fiume > di d'Annunzio, nel 1919-20, tutti gli elementi che costituirono poi la pri– ma fase del fascismo : spiriti entu– siasti, convinti di agire per la glo– ria della patria e spiriti torbidi di disoi-dine : studenti fuorviati, im– piegati in licenza di guerra, ufticla- 11 ridotti a mezza paga e poco vo– gliosi dl tornare alle umut occupa– zioni di anteguerra,tutti gli elemen– ti del veemente squadrismo. Essi ca– ratterizzano già. tutta la natura del fascismo : « uno stato di spirito.non un sistema positivo dl pensiero >, epperc1o' potrà. sostenere tutte le battaglie, tranne una : quella con– tro la critica intellettuale. E' que• sta impossibilita che spiega tutto, dagli assasslnll degli uomini a quel- ~~ ~~~~!a~r,:1~e~l~~;•:bJ>~lz~~gu~e~: le Speciale; dalla stlda alla opposi– zione aventiniana alla chiusura contemporanea della Camera, pcr– chè 11 guanto non fosse raccolto. U– nà vivida storia del fascismo al po– tere permette a Sforza dl conclude– re che si tratta di un ca.stello di carta; puo' durare lungo tempo, puo' crollare ad ogni momento.I pa– droni dell'ora ci vivono con delle parole di sicurezza sulle labbra e l'incertezza. del domani In cuore ... Anche la leggenda del fa.scLsmoche ~:{~ if f~~~~~ 1 è 0 ~~;~fs~\1~n1~\~ lerabile, più umiliante che sotto la vecchia Austria; essa non manca di lasciare le sue tracce nel cal'attere morale degli italiani. Ahimè ! I te– deschi pagano ancora oggi il prez– zo della decade di dittature bl– smarckiahna e guglielminn. Anche il nostro riscatto sarà .I un– go. Ma la nuova gioventù italiana ci sl prepara. Sforza dice quello che nel suo testamento ha et.ettoDe Bo– sis : C'è ancora chi si illude che sia inutile lanciarsi ai supremi sacrifi– ci, perchè il fascismo crollerà da sè. E' un errore. Bisogna accingersi an– che a morire. E il monito suggello' con l'esempio. RABANO MAURO ObbigaUdallo spazio,rfnvtamo ad tm altro articolo tl seguito dell'analisl che it no3tro collaboratore Mdlca al libro di C. Sforza, in cui si deUneano i carat– teri delle altre dittature che funestano l'Europa. CHI DOMANDA LA PAROLA? Lo viluppo della crisi economica itali na In un periodo di turbamente so- quota meglio rispondente - non in– ciale, oltrechè economico - quale terverranno per livellare e congua– è l'attuale, è buona tattica a.dat- gliare, automaticamente, le dif1'e– tare l'azione agli avvenimenti, che renze. si vanno fatalmente creando, sotto Ritornando alla creazione dello :~~~crà~g~( ~~~1rit~p:~lo:t ~:c;~: ~ft~!~~. d~h~r:~ 1 ·w ~~b~;~~ég~~tg~ cettl di partito. nanziario è uguale a quello da me Quando io affermo che l'Italia è propugnato, diversi ne sono 1 fini. 11 paese più vicino all'avvento dl L'I.stltuto di Credito Mobiliare è una economia collettivista, vedo la l'ultimo tentativo del regime fasci– realtà. darmi ragione. sta per dare respiro allo classi in- L'impotenza dell'economia priva- dustriali, le quall malgrado le ope– ta, a fronteggla1·e la gravità della razioni complUte per la ti-as1'ertadei situazione, ha trovato la sua con- valod e dei beni industriali, conser– ferma nei 1'a.ttl,e nelle confessioni vano la gestione delle aziende, e le del discorso di Napoli. eserciscono nel proprio interesse. Il tentativo di salvataggio della La Banca dell'Economia Naziona- Banca Commerciale, ha. portato per le era invece, nel mio concetto, uno necessità., alla creazione di un con• strumento finanziario, a servizio di gegno tlnanziario, che riposa sugli una econotnia nuova, tondata sulla stessi principi, da me Indicati, per collaborazione del lavoro intellet– H flnanzlamente dell'Economia As- tua.te e del lavoro manuale, esercen– socla.ta . te 1mezzi tecnici dl produzione, nel- Cio', non per.chè vi fosse una qua- l'interesse delle due classi operanti, lunque coincidenza• di idee, ma congiunto a quello supremo della perchè 11 corso infiesslbUe degli av- collettività. nazionale. venimenti, ha lmpost.o al governo Cosi' come 1,1 tentativo del gover– fascitsa di seguire l'unica via che no fasctstà' è destinato tid evolvere gli restava, per evitare te lncalcola- verso una economia statale, l'Eco– bUi ripercu88ion1 di una. dissesto nomta AMoclata rappresenta.va una paleije, ed assicurare la conJ;inulta fase di transizione verso ordina– dl eserclzlo delle industrie, legate menti collettivisti più perfetti. all'Istituto di Credito pericolante. Nella evoluzione fatale della eco- Il mio contraddltore si preoccu- nomia. fascista agiranno, oltre che pava, nello scorso numero, che i gli avventmenti, le ragioni stesse di grassi borghesi italiani, diventino I vita. del regime, il quale è tratto ad :~r;~;t~lr~~~ cfi!=~Iech~I s~:~= ~pa:rg~~~l~~~: f1ùp~o~~fadis~\ 1 ~~: no emesl dal nuovo Istituto di ere- za, e per saziare le bramosie dei suoi dito Mobiliare. Si traquUlizl : anzi- addetti. tutto, non so .se troveremo ancora Nell'evoluzione della Economia in Italia del gra.slil l)orghest, ma in Associata., prevarranno invece ra– ognt modo tali cartelle sono desti• glont Ideali, che sorgeranno çtall'a 4 nate a .-;mobillzzare le disponibilità. zione CO?\COrde di tutto un popolo, liquide degli Enti statali e parasta- teso verso la conquista del proprio talt, d.frisparmio e dl 8.88lcurazlone, benessere. ai quall 11 piccolo risparmiatore a• Puo' 11 regime fascista. adottare, nonimo confida 11 proprio danaro, in politica. ed in economia, i pro– neJle diverse formo, di deposito e di grammi più avanzati, ed instaurare previdenza. ordinamenti teoricamente pe1·fettl, GU aspetti più ol!icurle più peri~ ma nulla potrà creare di sano e di colosi delle operazioni che si stanno vitale, senza la molla possente della compiendo, sono altri. E' il modo fiducia e della tede, con cui si procede alla Uqutdazlone tratti a credete che la fatalità si rl– delle vecchie società. - sotto la tor- Ad analizzare i fatti si O quasi ma larvata di una fusione • col pa.s- scatti dell'arbitrio per ricondurre saggio dei bent e del mezzl d'opera l'ordine e la giustizia sociale. - agevolata. da speciali provvedi• Dopo aver distrutto i timidi espe– mentl fiscali - in base a, valutazioni rimenti di economia collettiva crea.– arbitrarle, con l'unico controllo, ti stentatamente in Italia dall'ope– molto ela.stlco. del nuovo Istituto dl rosltà dei pionieri del socialismo, 11 Credito Moblllare. fascismo è costretto ora a forgiare Possiamo,in teoria, essere d'aa- gli organisml destlnatt alla 'ripresa ~f::~éi'taiu~e;k~~es1~J'.:C 0 r:d~~~ 1 eie~:16n~el~~fl:rac1~:rr1°a;~r~t:idt~ glio appropriata, ma purtroppo gli Proclama la necessità. di andar ver• avveniinenti precipitan9, e noi cl so Jl popolo, ma in verità. sono le troveremo davanti a fatti èompiuti. forze' occulte della. ragione e della. Certo che vl saranno sempre ele• necessità che lo .spingono nella nuo– menti di revisione, ed in questa ma- va via, perché la crisi economica si terJa, ed anche in relazione al pre- trastorma in crisi politica. stitl conclusi all'estero, per quanto Il capitallsmo, che ha appoggiato questi ultimi sleno largamente ga- 11 fascismo, nella speranza di tro- ~!fi~t~t'ifv~fà 1 d~r~!:gf~~1 ~~~n~ ;~~!si~~lrdf~~t~a1;;z~aop~!~.a a~~: italiani. I nizza nelle strette convulse delle Tutto eia' se nuovi avvenimenti - d1f1'icoltà,divorato a sua volta dal– non ultimo fra questi la. inevltablle le nuove oligarchie che esso ha con- stablllzzazlone della ·1tra ad una tribuito a creare. X Appendice della Libertà magazzini cooporatlvl che popolari e socialisti avevano organizzato del Nord, le J:)iblloteche ed 1 circo– li oJ)eral. I bottegai erano malcon– tenti perchè le Cooperative tene– vano bassi i prezzi; 1 proprietari di za, e cercava, sotto la protezione del governo di giungere ad un ac– cordo coi socialisti e 1 popolari, Ma. egli si era venduto ai reaziona– ri, e i Fasci e la stapma nazionali– sta, nonostante ch'egli minaccias– se dJ abbandonare il partlto, si ri– fiutarono di firmare 11 trattato di pace. La forza in lui contava sem– pre più del principtl ed egli inter– ruppe bruscamente i negoziati. S1 alleo' con i conservatori e sostitui' uno scarno programma di riforma sociale al sindacallsmo fascista del– a prlma ora, Non molto tempo in– nanzi egli aveva esaltato il suo re– pubblicanesimo, ma vedendo che l'esercito non ne voleva sapere ed ansioso di includerlo nel proprio giuoco, getto' a mare 1 suoi segua– ci repubblicani e accetto' bronto– programma - annuncio' - è sem– plicemente quello di governare l'I– talia. >. IL FASCISMO IN ITALIA i~~~ti ~~d;rra~~n~~~~l~1~ i s~ 0 :: = di BOJTON KING = ~~!sff 0 trf~~~~~d~Jf ~;~;:~; 10 ~i 1 ! ~ sero i fascisti per sottomettere con la forza le loro vittime. Soldati e vagglamente I lavoratori che cer– cavano di difendersi, era assai ra– ro che un fascista fosse condanna– to per assassinio o per incendio. Il terrorismo continuo' durante le e– lezioni dell'aprile 1921. Fascisti e polizia impedivano al socialisti di avvicinarsi alle urne, o distrugge– vano le loro schede, o U incolonna– vano in massa forzandoli a votare per i candidati reazlonarl. I fascisti, ben 1'1nanziati, e~ e– quipaggiati dal magazzini mia1tarl, organ!zzarono bande per terroriz– zare gli operai. « Spedizioni puni– tive ,, erano inviate contro villaggi e città restii e, bonchè talvolta la polizia. tenta'sse di mantener l'or dine e facesse fuoco sugll assallto– Ti più. spesso stava a guardare, ap– ,pfovandole. n gennaio e il maggio del '21 i fascisti uccisero 200 per- 60ne e ne ferirono oltre 1.100; du– rante 1 due anni del terrore si con- 600. Naturalmente c'erano ra.ppre– $aglie, sempre severa?lente punite, e un minor numero d1 fascisti, pro- ~~~il~,n~~m"~sfi1~ ~~ii~ 0 ~rwgt~~i e contadini furibondi, e altri furon colpiti dalla polizia. E' possibile che, se s'includono le vittime- accidenta– ti tra la polizia e il pubblico, il nu– imero del morti salga a 2.000. Ma ra.ssaaslnlo non era. il sold scopo ,delle spedizioni fasciste. I fascistl si adooerarono deliberatamente ad anniehtare la organizzazione della ~r~~tl og;u~aèa~~~:gs:rt°a~Ol~~i Ma l'Italia non era. ancora do– ata e 11 terrore causava una na• turale reazione. I datori di lavoro com.inclal'ono a temere 11 loro « Frankenstein », specialmente perché 1 fascisti erano un partito apertamente rivoluzionarlo, con un programma che sulla carta oltre– passava persino quello del sociali– sti. I socialisti stessi avevano cac~ ciato dal loro ranghi gli estremisti, e una visita di alcuni deiloro capi in Russia aveva tolto loro ognl H– tel1ore voglia di copia1·e l Soviet!. Mussoll.ni, sia che realizzasse la forza della democra.::ia.,sia che ri– tornasse alle sue primitive aspira– zioni sociali, predicaya la tolleran- Forse Jn quel momento deside– rava frenare le violenze, ma co– munque sia, alcune delle bande fasciste gli avevano preso la mano, e la tragica lista degli assassinii e delle rapine sl accrebbe. Le opera– zioni si svolgevano ora in più gran– de stile. Tremila tra fascisti e po– llziottl invasero Ravenna durante ll centenario dantesco e, in seguito a provocazioni di pochi comunisti, saccheggiarono parte della città. I fascisti operavano indipendente~ mente dal governo, o Facta, ottenu– ta la promessa che la capitale sa– rebbe stata rispettata, lascio' loro mano libera. nel resto della pentso- LA LI BERTA' 'p 11cchin di" penitenza dignità di C1ti ii popolo spagnuolo, (j IIUli lld per bocca det suol rappresentantt e– lettt, lo dichiara decaduto, senza che 3= I PROBLEMI DELL'EMIGRAZIONE POLITICA ;~~ s~ 0 ~t\;;vl:i!1a;~~c:!:~rr.t~uft1 I I dir i t t. <> d' é3 si I<> Slc transit. Alfonso Xlll è stato t bent, i cttritti e le azioni dt suai giudicato solennemente dalle Cortcs proprieta saranno incamerati dallo ~~:l}:1;WJa_eml:n~e:!e;t~~;~sr~c1~;:; ~,~:t~it~,:'u~a~tl:ec:~SJ'e~~~t~e;_modo J,a L.l.D.U. ha deciro <li iotra- muova lo strani-ero, il d-iriUo di asiA re spergiuro e traditore, bandito a Jl re legge e medita e trema in prrudf•re una campagna per il cli- lo rischierebbe <li diveolare lettera. perpetuitit, e confiscato nei suoi be- cuor suo. E nel suo scetticismo, pen- ri!lo d'asilo, c.hiaman(lo lu!10 JI) 6111) moria. ~e non !-i ;iggi\mges.ciealla. nt a profitto dcUa nazione. sa: 4: Dopo tutto son yenerost, ca- S"1-ionila. parfoci•parvi ,1ftivamenlf:.,Jegge nrgaLiva erea.ta . contro il po.. chtf~lc;:~?,ege 1 ~g7:"e°a 8 ~v:cfrfre~h~i~ vallcreschi, t11iestispay,iuoli. Glt in- in ..illesa rho la li'cdera1,i.oneTnter- terc persecutoro una.11mione positi<1 in cuor sub. Re spergiuro e tradito- g~~~' aft/t':.:,~ff'se'v:/f~ 01: 0 i~rf;a~~ !JlHZionall) delle JAghe <l"iDirilA.idel- va elle riebba iruidare il pal.ere pro-i re. ·specchio di penit"enza. con Luigi XVI, con la Czar Nicola ...> l'Uomo allarghi il campo del movi- teLLor()e assicurare al rifugiato Ut\ fatV:.àAl1~C"g 0 a/t1/~f~a;::i;a ~i~o!~ Desttno. Specchio dt penitenza. mento, as&uroendano la dire1,ione, certo statuto nel paese di a!ilo "· pure antichi monarchict e clericali • • • ;:s~i::,~cii~:r::~;_a dubbi'o al suo La qu~tio~e pregiu~i.ziale in discreto numero. Uno solo parlo' Tardivo r1conosc1mento Pf':rchò la ct1mpagna raggiunga. lo Il R!Jhms_teJC .POn·c ~0~1 1I_pr~l~ ~~~f,x Jt~,;ftgi~~~~,~~n~:!\~~~ scopo cho 5 i propone, bisogna an1,i- ma ne_1 i;u.01v~ril term.m1: D1scr1m1-, zione di difensore ... d'ufficio. Non -lullo defi.nire in modo preciso che n~lo 1I ~ifugiato polJ~ico_dal 8'~"'!<1 lesiniamo a quest"uno il nostro rl- e dd" f • cosa. si <leve intendere per diritto di pli'ce ~migrato .Per rag1on1 ec<>J1om1~ spetto. dia::i~ J:r~n sfogtfeft~ 0 f:Sc~f!r~t asi:Joe chi puo' ragioo.evolrnenfe re- che, b,sogn_ariconoscere che la .r~ Ma gll altri? ... E' destino che i si stampa _ pressochè clandestt- clamarlo. Non bisogna confondere il golamenLazibne ?el la"Yoro_ cti_ev~ re non abbtano amtct: solo clienti namente _ a Londra e che st chtaw diritto di asilo con la libertà di emi- per questo, nr.m e appticab1II}rn <.ut-. e corttgfant della fortuna. Machia- ma L'Italia Nostra, che u.n certo grazione: Questa è un problema o- ta la 9\JS. rigidità. a quello. velli fta detto: e Le amicizie che at signor Granata - segretario del conomico; mentre quello è un pro- L',cmigrato per ragioni. econ~icb~ acquistano col prezzo e non con la fascio londinese - ha tenuto un blema politico. Personalmoote, i'O puo ~emprc, nella. pega1_oi:e 1pote~1, i~~:g,:iz:P:~~!tr~io>.aÀ!tet~:~t~~o~ discorso - 1 anche lui! - per com- 'Sonoper la pi'Ù ampia libertà di e- far ntorno al paese d'on!gme. Il n .. intendere che la ruota della fortu- Z:ft';:o;:r~o~!. marcia > tn vaooncp migrazione - e l'ho più volte dic'hia- fugiaAo politico non lo puo'. Ritor .. na (o della giustizia) st volta. Ad un certo punto del suo dts- rato s-uqueste stesse colonne -; ma nare nel ~ll:o paese Yot'Tebbe:dire Al./onso XIII aveva favortto i corso, a nominato stynor Granata •riconoscoohe, a.Ho&latoattuale del- .consegmars1 JO careere e non dt rado preti e t preU l'hanno abbandonato. (ma da dove è sbucato, questo?) ,Ja legislazione i'nternazionale del Ja... and~re incontro alla morte. . Alfonso XIII aveva favorito i dice, alludendo at fondatori del voro, si rlschierebbe di compromet- .D aUra parte, accordare al ra'u– i generali e t generali L'hanno la- fascismo : « La pattuglia di eroi •t.creanli'cipatameote la.causa. del di- g ~ato.di poter res_tare nel paese ?t sciato solo. partita dalla ridotta di via San ritto <l'asiJo non di-scriminando con rilfug10, negandogli II mezzo di vi- Alfonso XIII aveva favorito i Pietro all'Orto in Milano era dlven- preci'Sione I~ duo que&tiooi. vore lavorando, è in fondo una ap"" ;;gil!.e i nobtli glt hanno voltato le tata legione... > .pticaziooe moderna del l!ilSlemagià. S" Aerlu/ru","gtoX>IIPI era~e;:~ttÌat:,:ed,i~~P~ fi1:it:1}o~s:;gt :rn~~~ed!f 1~a":i~~~~ Principio negativo usaLo nell'anUchilà e nel medio-é- p vtta che ammazzavano ed incen- Gli emigranti si dividono in due vo, quaa d o qualche perseguitato sr di.,una banda di esseri da preda, di dlavano a scopo di lucro, lo sape- categorie : quelli ohe hanno espa- rifugia.va in un santuario o iln una. sf~ul~~O::ort ; 1 1: t:g~te:u:~i':f:to che vamo da un pezzo. Ma che un gior- I.rialo per moLivi di lavoro, e quelli ~ifs~: il l~og~ s_acronoriaveo~ la fortuna della banda sarebbe stata. r.ale fasctsta - sia pure insigntft• 'Chehanno espairilato per motivi pow vio a.f ' m~i31·~. :1~e':'a ad do r perenne o almeno che l'avrebbe pe- cante-come il foglietto di Londra- lìLi-ci. Il diritto d'asilo non puo' a.pw per ame I" il ug1a o, tmpe en og I re11.nem.enteasststito. ~e;~~e > ':tsc1;;~t4Jgf 1ac~ert~o'fi!m; 1Pliearsiche a questi ultimi. ogt me~ / rifor.~i~:i..tt d. . 14 Alfonso XIII non conosceva gli di via san Pietro all'Orto, non ce lo Una prima affermaii'one pratica, d':V n ?u ~rm.a. 1 iri ~ / asi l' 1:::a"r?itt:~t ;~~~a!e;YtbfP~:~tJf; saremmo aspettati. ormai' generalizzata, deJ diritto di L~~nc~lo~~\h~r~:ni~~~ 1!~o!t. del Principe in cui 1l Segretarlo Fio- faftJ:;u_ tns~~ ~~~rti;~~:';Jz!b°r~ =~ii~ fncou~es~~l~ul~r:c,.ic;LJcii:u~t bililà di vivere altrimenti ohe deL ~ftdti~~si~'fec i1h~~~6~~~ ~!J!o:gi~. to a Milano, c'era - e forse c'è an- iblioato neJ (< Cahiers d~ Droit.s dc lavoro salariato, vale a dire per la. dtspostt a darglt ognt cosa < ezian- cora - una sola e ridotta > storica: l'Homme » - consiste nel fatto ·« che ,qu~t totalilà 1 dei rifugila.Lipoli-~ci. dto li figliuoli >; e quando la pro- quella che fu immortalata dal e ca- attualmenlc i pé.esi cilvili rifiulaino d tn ti gli a lri punLi del pro lema. :Jperitit. st allontan·a da Luf, egli non m.erata > Umberto Notart tn Quelle di consegnare ai governi stranieri i iv tano seco nd8 rii e facilmen~ trova altro intorno a sè che il vuoto Signore. :sudditi di quesLI minacoiatil di san- -rlsolvibiqi, qua nd0 sia risolto que... e Vt~~~~~cnk~nanuele III conosce ~~~q:;~rt~~:.::~~!:~i:Jf!J/cso!r~ ~~w~r;~fl1:icf n~i pers~uzioni per ~i~~:i~· -;is;;:r ~ 0 s~;~~ .:~iii; ~~zirpe°~i ;:t;-k1!v!z1t ?ha letto tl stati e dl avventurieri che forma~ La Jegge franeese suWestradiziow ~ suè 1:rmc1p:-i e~/":~/;~ Certo. Eglt non si tllude sulle pa- rono le bande c. re.stauratrict > del ne del iO mano 1927 è molto esiplici- i;z;·oN in-:iepar 1 d . d tr~ 0 ~ rate che, comptacentemente, il fa- fasctsmo st erano dati convegno ta in proposito; e il princi"J)ioè 5-t.a- ~ : egan ° u~o ei ue, st n scismo, in. premto del tradimento e « ruflian, baratti e simili lordure >. to affermato con vigore nella nuova imphcD~ame,nle I altro.- . , . dello spergiuro, glt assicura. Egli sa I soutcneurs della e ridotta > di 'CosliLuzilonospagnuola, per merito OC.o_ misure preso dai rispelt 1; 1 go– come vengono preparate ed ordi- via San Pietro all'Orto possono del nostro amico Eduardo Ort-egay ver~i per protegge.re la manodopera. :f~~s:,~ 0 èasg~ft:icg,tesi8;f~t~:~dona ~eQ~~m~ 1 ~~~f sJ:ff, 1 ~ft: P;~;Vr"à Gasset, ehe ha. fatto approvare l'e- ;tj2~~~~e~t~iss 1 ; 0 i 0 ;c;;::t~~s::; Il destino? Ecco, eglt lo legge tn (cioè: loro) londinese possono es• : 0 ~~:~~n~~:~;ei~ :es~~!~ ,giusLifitate (non Ciome fatto perma,., quella moztone che sanziona l'infa- seme fiert e cttare questi c. eroi > L tl , . . d' , te , 1 . lllenle, ma come necessità tempora– mia, che dtchtara il re « privato del- all'ordtne del giorno della riconow ra ~·~ 1 0 oocor 1 1~ rntaz_io_na 11 ad-I -nea): non è moo vero, pero', chC: la personalità. giuridica 11 « che scepza nazionale... ve°:t1 per ogg~~o. J os rad17:1one quando si applicano qoo.Jle.misure. qualsiasi ctttadtno spagnuolo puo' ·•••••••••••••••••••••••••• dc 1 1Jnquent1polilt1c~ ~ socl~h• "· ..i.I rifugiati poliU-ci, si rifiluta. loro trarlo tn arresto se penetrasse nel • . . !La conquista rea.)izzat~ !Il questo , rati.camente il diritto di asilo. L'aif"'I ~~:J:~oarruu:a:: ~i~ii,èd;t ~= Le occaatont distruggono c~mpo dalla e,voluz1one01v1le, !1011 è TeM1azionedel concetto che, per rcn- rftU e titolt che possedeva e che non le tirannidi. ::~~f!~~ ~ae;s~°!~/u.~~i~:~t~~~~= dere efd'ettilvo. il ~ritto di asi_lo,. bi"'\ potra ostentare legtJ.lmente nè den- MENANDRO va : 11 priooipio accettato " in~tt.e -S?g°:a. co~s.~lire in favor~ de~r1fu- tro, nè fuori della Spagna, tttolt e ,una,barriera tra U Tifugiato e IoSla- giat'. po!1Lic1le ~ec~a.r1e deroghe ••• ..••••••••••••••••••••••••••••••• •• •••••••••••••••••• to oho lo pers;eguita. Que1principio alle 4~.g-1 che rego a.no !I ~e.reato del obbliga.lostato-rifugio a <1i!re « no » l~voro, è dunque preg1ud1z1a.le.No.. allo Stato elle domanda l'e&traòizOO-t.1lamo,del resto, che. ques_le dero- OIETROSCENA IMPERIALI IItasso distabilizzazione della ira italiana loavrebbe imposto lo" straniero " ne, ma 1tQna.ss~a. at_rifugi~to alw ~~e ~~Il i;rr::~: 0 1ePf~~:nz~d!\~ c1t1!4 deUe.cond 1 nam. nece 33 arie_p_cr- ,n numero dei rifugiati politioi veri -cfl:è q_ue$ltJ)OS&a goder,e del <#rttto 'e propri con è itn nessun caso cosi' dL osilo n. . . forte da ,pesa.resul mercato del la- Perabè. questo dir1lito diventi ~n v.or, ;>.Si trait.a, in reàMà. di alcune fatto _r1M1t.1vo è dunque ~'?85s~ri~ migli~a: di persone, la.·eulrt)l!tffOXa ohe sia co~~rt.a.t.o da. un umeme .dii mm.puo' alterar-e in maniera· •tisi-, r~le positi\e. lblle ta situaz:iionegenera-le. :~:it!~Efi~u~Fr !::~:~o 0 ;: i; ;r 0 ~~:{!rt!~i~{r~ll~~• :i1;: Il ; ~i :i::- : :~oc~:: emigra ~!!f~~!~iPf~:~li cornll'l.ciolla crtsl economica ita.lla- lizzazione della lira. Italiana poco per ragioni di ·lavoro o chi emigra. venture .settimane. ~in~~~~~~fe.anno a.vanti la crisl in- ~~~ ~i ;~P~:!~ti ~~:~~~ar1:n~~:~.a {i~ì r~~:\~i~itl~~{ig7a~t:1~;t~cf: ALCESTE DE AMBRIS Molte ragioni ne sono sta.te date Malgrado che l'essenziale per 11 non vivono come entità asti-aUe. So• e non tutte soddls1'acent1.D regime fascismo sia la politica di prestlg1o, n·o uomini che hanno de'i bisogni, dittatoria.le, abolendo discussioni e questa stal:)lllzzazlonenon aumento' come qualslasBaltro, e d~ono EO'dòl– controllando i giornali, fino alla let• per nulla 1l prestlglo del < duce >, sfarli iprocurandosi i meni co1 la– tera, è fatto apposta per render lm- mentre abbandono' penosamente varo, saltVocasi sempre più ecce– penetrabili 1 fatti e 1 mtsrattl del tutti gll 1nteressl del capitalismo 1- donali. regime. tallano. Pertanto esso sarebbe asso- ti,: ti tipo del rifugiato politico .. Ora circa la stablllzzazlone della lutamente lncomprenslbile se non sl prosegue i1I Rublinst~n - si è ,profon– llre, Joseph Diner-Deners, l'illustre sapesse che la protettrice più po- dament.è inodi!Loato,<lopola guerra. emigrato ungherese che conosce tente del fascismo, la e City >, era « I oapi rilvoluiionari d'altri tem– mera.vigliosamente l'Italia e segue la più accanita. partigiana della sta• pi, oh~ si oooupavano e-sclusivamen– appasslonataroente la vita della po- blllzzazlone della lira al livello più te di po'litioa ~ oh'era.tio alutaU "e Utica internazionale, ha un articolo alto possibile. Ed è per questo che sostenuti da numerosi simpatizzan– nel e Populairc >,nel quale gitta u- Mussolini sl decise alla fine a sta- <ti,,hanno tatto luogo a del rifugla.fJ na:.suggestione del masslmo interes- billzzarla tn relazione diretta con hlo1to più numerosi ohe oon banno se. Mussollni avrebbe allora obbedi- la lira sterlina : cio' che non è cer- mal aspirato a un ·ruolo politico at– to alle manovre della City, della 1'1- to molto lusinghiero per 11 presti• tivo. E' pero' Ja. polid.ica.che •li ha na.nza lnglese, impegnata allora ·al gio fascista polchè Polncaré ha sta~ ca.cciatl -dalle loro case, torza11doll i-ialzod'ella lira; sarebbe la City che blllzzato 11 franco unicamente a- a cercare ealv~a fuori del lor9 pae– impose la stabilizzazione al tasso vendo riguardo ... al franco. .se.Essl sono abbandonati e non pos– più elevato possibile. Era ll tempo Per il llvello stesso v! fu una lot- -,ono contare ohe su 9è stessi. che -Mussolini per un complimento ta abbastanza di1'flclletra i fascisti Il !atto non à senza pre"Oe"denU. Le ~~ s;~g!"c~~g~a~~:~~~r!a*l~e~e; ~= e la « City >, che si era. fortemente ~;~~e~~~ =~= gegft1~~ vrebbe dato una provincia. Figurar- ~1:!f.:tndae\~a 1~~~an 5 ~~~:a~o~~ :~ in ma~a.. Ma questi ~od! avevano si come martlo' per la. rivalorlzza- per lira. sterlina fu, in fin del conti, ,luogom un mondo~n. dtverao dal zione che soddisfacevo. anche la va- un compromesso con l'alta. finanza nostro. I pa,ss~~en ao1 ·" May-, nità, che egll chiama prestigio na- inglese che sosteneva con tutte le flower 11 (•I~ stor~ca nav&che p_orto zionalc, della sua persona. sue forze questa stabilizzazione da -n~ ,i620~ 1 puritani persegu1tatl, •..Ma lasciamo la. parola a Diner- cui riportava In cambio profitti e- idall rngh11'terra. Jllel Nord: Am~ri,ca.) Det;~ ~oto che, nonostante 11 capi- normi, :non dovevano e9nformani alla. leg....– tallilmo italiano cd l consigli dei Dalla stabilizzazione - ognuno ora ~-eg~e~~aso~?;oo~it.t:::~~to~:ri: più celebri economisti stranieri, n~ co~viene -, ossia. dalla 1'1.p.e del vati in Fralllcia, non &ano obbli'gatl Mussolini ha stab1lizzata. la lira ad 1 1927, e cominciata la. crisi economi• a. .solleoitare da.I minlster9 del La.– un livello molto pfù elevato di quel- ca italiana.. > . vqro l'avts favorable, pier pot.e-rsi Io che non fece Polncaré per 11 . Dunque anche 11tasso della lira. I oollooare e guadaenar,si il loro pane. rranco. 1talla.na. .sarebbe stato una imposi- 1r Con la ,cprnplessi.tà.della. vita « Si credeva, allora, ed ancor og- zlone... straniera ! moder.na, oon la regolame,ntazi'one gJ, che questa stabilizzazione eleva- ! Oh ! nazionalismo ... fw;clsta.1 sempr~ più ,strotla di ogni passo ohe la. Le loro ambizioni crebbero rapi– chiaro perchè nell'autunno 1922de– cidessero a un tratto dl tentare la conquista del governo. Essi avevano preso coscienza.della. loro forza nel– le mobUitaztoni locali; avevano pa• rallzzato l'organizzazione sociallsta tra l braccianti agrtcoll dell'Italia del nord inducendo questt a entrare in sindaca.ti che ei-ano ultra-rivolu– zionari in teoria, e in pratica domi– nati dal padroni; i socialisti erano dlvlsi, i popolari tenuti a freno dal Vaticano, i fascisti sapevano quan• to poco avessero da temere dal go– verno e speravano, pur con qualche trepidazione, nella compltcità del– l'e.sercito. Parecchi generali e 11 cu– gino del Re, il duca d'Aosta, avevano promesso il loro aiuto. Ma i più forti motivi del nuovo atteggiamento son probabilmente da ricercare nella e– sagerata fiducia In sè stessi del più ~}~fc~~h f~dis~a~lg:!~ft~e~~°;pg! rava.no dl rovesciare con l'aiuto del fascismo il governo liberale e di prendere es.si stessi il potere. Que– ste, tuttavia, non sono che conget• ture e le cause che precipitarono la mare.la su Roma sono ancora oscu– re. Un tentativo abortito di sciope– ro generale pe1·protestare contro la complicità del governo col fascistl, forni' a questi il p1·etcslo,e i prepa– rativi progredirono rapidamente. Si fece irruzione nelle caserme e nei depositi di munizioni; si gridava : ~ A Roma ! :,, e le bande fasciste fu– rono mobilitate in tutto 11 paese. Nel settentrione gli edifici governa- tivi e le stazioni ferroviarie turano occupate, e U Duca d'Aosta a.ndo' a Perugia per mantenersi In contatto coi fascisti. Il matttno del 28 otto– bre tra 10.000 e 20.000 fascisti, ar– mati di rivoltelle o rrianganelll, ar– rivar_ono,per ferrovia o per strade, a Roma. Facta si era finalmente svegliato e voleva.dichiarare lo sta– to di assecilo.Se il re a_vessefirmato U decreto, l'esercito lo avrebbe qua– si indubbiamente seguito, eccezion fatta di alcuni ufficiali ribelli e la sollevazione sarebbe stata soffocata con poca difficoltà perchè, dopo tutto, i fascisti erano ancora una e– sigua minoranza. Ma Vittorio Ema– nuele m, il più debole degli uomini, esito'. I fa.scisti lo spaventavano; forse agivano influssi familiari; sperava probabilmente che, se Mus– solln11'osse trattenut.o nel limiti del• la costituzione, sarebbe stato obbli– gato ad un'azione legale. Rifiuto' dl firmare, e, appena clo' fu risaputo, i fascisti sino allora esitanti invase– ro la città. Nella notte del 31 otto– bre ce n 'era.no probabilmente in Ro– ma oltre 50.000. Il re, preso nel suoi stessi lacci, cerco' invano un altro primo ministro : già due giorni pri– ma aveva dovuto cedere umilmente H potere a Mussollnt. ,Il fascismo trionfava, e la nazione, spaventata, giudicava che il re ave– va messo il governo nelle mani dl una fazione. C'era niente per giusti• flcarc la rivoluzione e 1l terrorismo che l'avevano accompagnata? Si poteva sostenere che il governo de– mocratico in Italia era cosi' frndi 4 IL ROGO Il fa,ct,mo ha un tatto peraonals con la cultura. La od.la com.e la: su.a nemica mortale. E' gtusta": mors tua vita mea. Pereto' U fascfamo vuole mettere la cultura tn catene, man– darla a domicilio coatto, o in gahra. Questo e.sso chiama e ftucia.Uzza– re > la cultura, ossta subord.frµzre la cultura ai faact&mo. C'è .stato a Roma un convegno de.. gU e tstttuti fa8ctstf dt cultura > do... ve i camerati Ercole e Marpicati hanno rlfertto .su.i propositi del fa– scirni-0 in ordine alla cultura. La sintest delle Zara relazwnt è e.spre.s3adalla Tribuna. in un arti ... colo, di cut ba.sta il tttol.o - Massag- ~!o t t~°r~!~:f tnmiWt; ~:ru~:«t una roba da massag(io, da manga– nello. Contro la coltura del mondo che accata3ta t- suol ltbrt, la: Tribuna augura e u.n fuoco dtvoratora come quella deUa btblioteca di Aleuan– dna >, comandata dal maomettano oma,, U q=, com, • noto, tll/Jfò– nava e fa8ct.sttcamente > cori' : - O i libri della btbltoteca di Ales.san– dria (d'Egitto) dicono quello che dt– ce il Corano e sono tnuttU. Al fuoco . O dicono diverso sono empt, Al fuoco I La Tribuna è cattolica, ma t auot esempi lt prende dove lt trova - an– che dai turchi. E tnstate, teatualmente, a dire : < La coltura ha le sue plaghe e t suo! tumori, e ppo' meritàre anche essa una cura d1 ferro e d1 fuoco : armi ben note dello spirito reli– gioso. > Il rogo, adunque. E va bene. CARLO SFORZA (Dfclalu,1·es 'et dictateuns de t'ap1·èsgu.erre,,

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