la Libertà - anno II - n. 34 - 2 settembre 1928

ANNO 2 - N° 34 n Noi avremo ragione per– chè noi abbiamo ragione>>. A."iATOLE FRAl'iCE. la Libertà Un Numero 0.40 La liberté est camme la santé ; on n' en sent tout le prvc que lorsqu' on la perd. VOLTAIRE. GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA I P« '".OM ABBONAMENTI 1 Per ieì mesi OIDl:.AJUO 20 I, . .. 10 lr. ESTERO : IL DOPPIO SOST.O.TIORE 50 fr. 25 !r. 1848 19197 indirizzo da dare alla lolla anlifascibla. o La polemica comunisla contro la Con– centrazione si svolge, piuttoslo monotona, su due fronti : nei giornali deslinali alla propaganda spicciola noi siamo trattali di alleali del fascismo ; sulla rivista del Par– tito sì cerca di dare una base scientifica alla polemica. Qui le parole grosse lascia– no il poslo ad una analisi che si sforza di essere obbieLtiva. Che in questa lolla il protagonista sia il proletariato - unica ola....serivoluziona– ria - per noi non è ·dubbio. Che il fascismo sia il regime in cui si identifica ormai la classe dirigente economica italiana, nep– pure è dubbio. Che l'idra da colpfre ab– bia tre teste : monarchia, plutocrazia, grossa borghesia agraria, nessuno seria– mente conlesla. « Si tratta di stabilire - scrive lo Slalo Operaio in una delle tante edi:.ioni dello stesso articolo che la rivista comunista r,resi:nta in salse diverse - se la vittoria del fascismo ha distrutto in Italia le con– dizioni storiche che nel dopo-gtterra giu– stificavano la lotta immedial(L per la rivo– lu:;ione socialista, se la vittoria del fasci– smo ha riposto cioè all'ordine del !Jiorno in Italia una rivoluzione liberale borgh!!se, o sé invece, la instabilità del regime fasci– na e La. natura di tale regime m.antenyo110 sempre all'ordine del giorno la rivoluzio– ne proletaria. In una forma netta e lapi– daria, Pietro 1Yenni formulò questo dilem– m<Z .mU'Avanli ! nel seguente interrogat.j.– vo: « 1848 o 1919? n. A parte qualche ri– serva che si sarebbe potuta fare nella scplta delle do.te (il :\[anifesto dei Comuni- 6ti non fu scritto nel 1847 e non segnò es,o La. S')JJOTazione ,rJ.orica del movimento operaio dalla ctemocra.:ia.e. l'ini:io della lotta per la rivol1uione proletaria n i co- 11Ìu.nisti possono accettare questo dilem– ,na. In questo senso i comunisti possono anche accettare l'accusa contenuta in uno degli uUi,n.i numeri della ~iberlà : te /n realtà all'origine di ttttte le dtveraen:.e fra noi e i socialisti delle varie tenàen:e, di frcmte a tutti i problemi, nessuno escluso, che pone la lotta anUfascista, vi è la po– .si.rione nettamente contraria che noi e i ,ociatisti abbi(lmo assunlo di fronte a que– sto dil&m,ma: "1848 o 1919? Rivolu:ione liberale o rivolu:ione proletaria? )). .../ comunisti sono rimasti sul terreno della lotta per la rivolu:ione proletaria, men– tre i socialisti hLm110 fatto blocco con i repubblican.i ed i democratici per prepa– rar~ un secondo Risorgimento, una nuova rivolu:ione liberale ». ~la questo dello, ci resla pur sempre da constatare che dal punlo di vista della politica reali~la la base sociale del fasci– smo offre l'immagine di un mare tempe– stoso. I comunisti riconoscono oggi che « una profonda modiGcazio'ne delle basi sociali del fa~cismo si è veriClcata dal 1922 in çoi e specie negli ultimi due anni n (Rug– gero Grieco : Stato Operaio di giugno). Ciò non toglie però che essi, anche nel 1922, vedessero nel fascismo, nè più nè meno che la dillatura della borghesia, lra– scurando quasi complclamente due dati della situazione di allora e di oggi : il par– tito fascista e :\Iussolini, e cioè la nuova classe politica e il diltalore. "E non ci dico altro ... u. Ebbene in questo mare lempestoso che è l'Ilalia d'oggi, pretendere di far entra– re la multiforme realtà. in uno schema solo ; questo è l'assurdo ed il ridicolo, ed è sostanzialmente contro-rivoluzionario come lo prova l'esperienza recenle del i919. Questa ampia cHazione era necessaria percbè, in effetli, essa pone il contrasto fra Concentrazio'ne e comunisti in termini lmfllcient-emcnte chiari. · E' sempre difficile far entrare la realtà politica e sociale di una siluazione com– plessa e mutevole come è quella italiana, in un dilemma. ::'-l"ella misura in cui ciò è possibile, il dilemma dal sottoscritto adot– tato flno dal 1923 : silua esallamente i _t.e,alld ,del- problema Ualiano. La polemica comunista ci riporta sen:– pre al suo punto iniziale, che è la defl'n1- zione e l'analisi dell'essenza del fascismo. Per j comunisti il fascismo è la forma spe– cifica della reazione capitalista nella fase del capilalismo imperialista e monopoli– sta, in qualche senso dunque l'aspetto ~oli– tico di una fase, tocnicamenle superiore, del capitalismo. E' fargli grande onore I ~la è un onore immeritato che scaturisce da una analisi errata. li capilalismo ame– :ricallo sarebbe dunque esso meno pro– gr.edito di quello italiano ? Nessuno ose– rebbe soslcnerlo. Ma quando si cila l'esem– pio americano, si lascia al contradditore Ja possibilità di -ribatlere che negli Stati Unili la relativa debolezza del movimento .socialista, spiega il relativo liberalismo della classe capitalista. Nessuno però ose- 1·à contestare che il movimento operaio è oggi cento volle più forle in lngh~lter:a cd in Germania (e quello democratico m },'rancia) che non rosse in Italia nel 1922. Eppure nè ii:t Ioghiltcrr~, nè in Germani~, nò in Francia, c'è fascismo, anche se sia evidente io questi paesi, la tendenza della plutocrazia ad abbandonare il classico ter– reno del liberalismo politico, co;;i come es– sa ba abbandonalo sul terreno economico, 'il libero scambio per il protezionismo ed il monopolio. Come mai in questi paesi, che pure hanno attraversato crisi sociali incompa– rabilmente più gravi della crisi sociale i– taliana, non c'è fascismo? Come mai il proletariato inglese, quello tedesco .e la <femocrnzia francese, hanno potuto difen– dere le libertà politiche cbe sono la con– dizione essenziale per lo ':>viluppo e la e– gemonia del proletariato ? A questi interrogativi la risposla non tni pare dubbi~. Perch~ in In~hi!terra, come in Germania, come 10 Francia, ti mo– vimento operaio ba saputo mantenere il coile"amento coi ceti medi e coi conladi– Jli, e~itando che essi fornissero a!la plu~o– crazia il materiale umano per I offensiva ;mti-socialista. Xel congresso di )fosca, Bukarin ha per– fettamente compreso questo lato dei pro– blema Jù. dove ha detto del fascismo che c1 ce <lui le caractérise c'est_l'exploitatton des masses petit,:s bouraemses et pelttes paysanues et é!Jale,nent certaines couches du prclétariat u. (lllt1TV.Lnilé del 19 agosto). Ora è del tullo evidenle che la mano– vra di .:;ollevare contro i socialisti, la pic– oola borghesia i contadini cd una parte degli operai, c~sl come si è ratto i~ .11:3- lia fra il 1921 e il '25, non ha poss1b1htà di riu<scirc che in pa.Psi 1:'COnomic:::imP.nle deboli dove la mi'Ocria offre alla borghe– sia ui{ campo ;:terminato. di c.or~ uziohe e~ io pae.~i politicamente rnfer1or1, dove 11 popolo non è educato alrauto-governo, do– ve la democrazia non è compresa che come meccanbmo elettorale (giolilti!:'mO, bo~o– mismo ccc.) e dove il governo eserc1la una v:ra e propria dillat1;1ra an?h~ qua~– do si ammanta di bono~ia e d_1 l~berah– ~mo. D('prf'lb apre la via a Cr1,:p1,c_om_e Giolilti l'apre a )lus~olin1. Al .contrario_ ti boulang-L-mo falli,ccc in Fr~ncia .e la gio– vane r."i·mania _ dr>mocr~tica .. m p1f'no terrPmoto llnaniiario. schia~ta. m quaran– Lolt'or~ il colpo <li f-.lato d1 'on Ka.pp e del social-fa,;c1.-la H1t!er. . . La Concentraz1òne professa in maleria un eolellismo che sarà la sua forza. Essa intende di agire sulla reallà, cosi come es– sa si presenterà, avendo di mira, come pri– mo obbiettivo, l'abballiment.o del fascismo e come prima opera ricostruttiva, l'instau– razione della libertà in uno Slato demo– cratico,Tepubblicano a base popolare. In questo senso noi diciamo che, quel– lo altuaJe, è il 1848 del popolo italiano, inlcndendo soltolineare ohe il problema che si pone non è e non può essere stori– camente, quello della egemonia del prole– tariato (che pure resta l'obbiettivo di lutti i socialisti) ma quello della libertà. In questo senso va inteso, ed è effetti– vamente inteso nel paese, il nostro appello alla unità d'azione di tutti i parLHi e di tutti i celi che concordano nella pregiu– diziale della libertà. In a!Lri termini, pur sapendo che una part.e delle opposizioni che via via il fa– scismo suscita contro la propria egemo– nia, sono non sul nostro terreno sociali– sta e repubblicano, ma sul terreno di una riforma liberale del fascismo, noi giudi– chiamo come un involontario servizio al fascismo spaventare anche queste oppo– sizioni, confermandole nel dubbio - abil– mente incoraggiato da )fussolini - ohe la -soluzione attuale oscilli fra i due poli op– posti, ed apparen_t~ment.e uguali., deJla.dit..– tatura fascista e della dittatùra comuni– sta, ciò che, del resto, è di fatto, un non senso nel momento in cui, come conse– guenza della soppressione della libertà, i comunisti sono obbligati di constatare che « la passività delle grandi masse è un fe– nomeno generale » (Ercoli nello Stato Ope– raio già citalo). Concludendo. La politica comunista tende ad isolare una frazione (e sia pure la fra– ziono d'avanguardia) dol pt·oletariato. Al contrario la ConccnLrazione, opera perchè altorno al proletariato, si compia l'adunata di tulle le forze attive dell'an– tifascismo, di tulli gli elementi di élite d&lla società italiana coscienti di questa verità. storica, che fuori del clima della libertà. non c'è che morte e desolazione, cosi per gli individui, come per le società, come per gli Stati. Queste sono le forze che corroderanno e vinceranno il fascismo ed alle quali già, in potenza, la villoria appartiene, se è vero che dal grande carcere ch'è l'Italia di oggi, viene a noi, viene al mondo civilP., un solo e profondo anelito di libertà. PIETRO NENNL UN COMPLOT10 SVANITO Massarenti, Romita e compagni sono stati prosciolti Dopo un anno di carcere i compagni l\Iassarenti, llomita, Fabbri, Bordiga, A.n– geloni, ecc. che erano stati arrestati al J/ ASSARE.VT/ confino di c. .,iica e denunciati, sulla base di un romanzo dovuto ad alcuni agenti provocatori, per complotto, sono slali pro– sciolti. Es.;i sono stati indirizzati nuovam~nte ver'-o le i;;:o)f'.C'è chi dice che il carcere soff1>rto ~::ira loro valutato triplo ai fini della condanna al ('Onflno. I treni in ritardo Ecco p1>rchè noi consideriamo _11 _fa.sc1- smo come il prodotto di_ una .~oc1etabor– gh1>'-Carretrata. mi~one1:-la, _p_auro.~a. Que!:'tOdissen.5o coi co.mun~~t1~ i'n P?rle ne motiva. altri, di cui 11 pr1nc1palè e lo Lo ~ono in 11:i.liarr-:.mlarmenle di nuo– vo ! Ecro u'n'allra letl,tf>nd,<-1 !a-:-cistache si ,:fata I L'on. Ciano. infurialo~.,_vuoleessere informato Of-'Tli volta sulle cau.se di que– S:f i ritardi! ){a ri vuol alfro ! PARIGI 2 SETTEMBRE 1928 Il DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE SO, Rue Labat, SO - PARIS (18' Arr') - Telefono, Bo/zari, 25-99 IL GIORNALE SI PUBBLICA LA DOMENICA Lunedi scorso, a Pcrigi, nel Salone Lvi l'Orologio· ol Quai d'Orsav, quindici na– :ioni hanno solennemente firmato il Patto Briand-KeUoyy che mette la guerra fuo-ri ;~g~J~ ffeii~t:nJ~r~r~:~c:u1:rt 0 ~1i~aU:::;, Patto, il ministro francese Briand (che il nostro cliché riproduce neU'atto in cui appone la sua firma al Patto) ha detto chP– una spel'an:a nasce e rivolto a coloro che negano ogni efficacia. al Patto, pere/ti: mancante di san:ioni, si è chiesto se puù con.,id.erarsi realista chi così. ne(}a oyni forza ai valori morali. Per l'Italia ha fir– mato l'ambasci.atore conte .Man:oni. Il no– stro 1Yenni, che assi.ttcva alla cerimollia la ~ it Soi1•, cosi. à descritto 1l momento del– firma fascista: "AU'appcUo dell'Italia ~~1•td~i;::v!';:!~':todisi~~os:;~Ju~~c!!l{,~~~ rivo di Musoslini a Parigi per via aerea. !,fa il dittatore ftJ.sristanon c'è, ed è il sig. Jlan:oni rhe con aria imbaraz;;ata firma per lui. il rappresentante delle camicie ne- ;~a ':re:i~ac~~ci1!~~a~~~mgrg~t~~i: :::~: ;uori legge VI 9ucrra, lui, il delegato di un governo di {Juerracivile e di viole-n:a ? Certo la coscien~a di questo 9rottesco dci:e :~c;~b l~a;;~~!~e~:;.af:mZ'!:~at~~: 1er:~ d'Italia u. ()uesto a Parigi. A Roma prnsava la stampa fascista a chi.orire il valore della adesione fascista al Patto. Come prova ci basterà cilore questo brano del Popolo d'Italia: c1la Franria, l'lnohiUerra e (Ili Stati Uniti posson parlare ron orrore della 9uer– ra e/te camLir>rebbe to statu quo attuale; ma noi, noi abbfo.ntadifficoltà a respirare e perciò in ogni lego, in oyni manovra associata di coloro che /tanno tutto e t1on voaliono eùlr nulla, noi siamo cottretli a vedere uu r<,milato di assicura:.ione e/te fun:iona a detrimento dei. popoli che sor– gono. E' prrdò e/te il 27 a(Josto 110n può essere per noi un 9ior110di festa n, - ... - .. --- -- ---- ... --- -- - - - -- - -- - ---- . - -- --- -- - ... ---- . ---- - . -- -- --------------- - -----· La protesta della Concentrazione per la firma fascista al Patto Kellog " Mettere fuori legge la guerra rischia di essere un vano gioco di parole se nel medesimo tempo non si mettefuorileggelatirannia" Il C. C. della Concentrazione Ao– tif ascista, nella sua riunione di gio– vedì scorso, adoltava la seguente ri- 5oluzione, largamente riprodotta dal– la stampa. francese, tede;,ca ed in– glese e comunicata ufficialmente ai quattordici firmatari del Patto J(ellog: te La Concentrazione Antifasci.:ila ltaliana, sola lr,gilfim(t ,·oppresen- ~~~z::i:~~ PJp/f, 0 0;~;1~~an:o, ;::tbli~ interna.:ionale sulla presen:a di un. fun:ionario del govemo fascista, fra i firmatari tlel Patto /(rllogg. (< Essa conslu.la che l'rfficacia mo– rale di questo mwr.:a solenne cc,n– danna della violen:;a, che supera la significazione del Palio medesimo, è indebolita dalla ipocrita adesione fascista, assurda in sè, il fascismo essendo nel suo spirito irreducibil- :!:lea:ZS~t~d:0 c:!n:«~;~/ Ja\ù s:~i oppressori. a nome del popolo ila- !~a:o°'i!di~s~~ugft~~~nfea1!g%li.libertà <e Jlellere la guerm fuori della leg– ge, Tischia di essere un vano gioco di parole se nf'l medesimo tempo non si mette fuori dcli.a legge la ti– rannia. fA storia ci inSefr"\à che i regimi di dittatura hanno tutti ten– den:;a alla guerra, estremo diversi– vo al quale le tirannie fanno ricor– so quando hanno perdute la spe– ran:;a di conlenPre e spf':;:are lo slancio dei popoli verso la loro li-. bera:;ione. A questa tenden::a sto– rica non si sottrae il Tegime fasci– sta, ami con l'educa;;,ione che esso impone alla gioventù ; con l'impa– : ;ien.za che manifesta davanti allo sviluppo dei regimi di libertà nei paesi che lo circondano•; con ia. so– billazione di tulle le for:;e nemiche della democra:;ia ; infine con le am– bi.:ioni imperialiste che afferma nei Balcani e nel Mediterraneo, esso si rivela or,n.i 9iorno più apertamente c1me un elemento di perturba:;ione della pace. <e In tali circosla11::ela Omcenlra– zione Antifascista Italiana conside– ra su.o dovere denunciare l'l!strema ipocrisia della adesione fascista alla cerimonia di Pari9i e rivendicare per il popolo italiano il dirillo di non r,ssere rappresentai.o dai suoi op– Pressori 1>. FederzonieRocco stanno per ricevere il calcio dell' asino RmfA, agosto. Si dice che il :\finbtero b'"Ubirà. fra non mollo dei rimpasti. Uscirà la pattuglil't– la nazionali:--ta, FNIPrwni e Rocco. Il pr-1- mo pa;:.sPril. ad un :'\lini<;teroper Roma ed .\zr-o romano, qualche co:-a come la Pre– fettura della Sl'nna di Parigi, ed inter– verrà. ai Con,:igli solo quando vi siano al– l'ordine del giorno cose dr,! suo :\linb•tr-ro. Rocco safa dl'fl"'nf', ;lra.lo .:;l'm:a alcun con– farlo non appena. abbia portato in con– clusione le sue elutubrazioni circ_a la co– slituzionalizzazione del Gran Con.s1glio,!a– t ica .~ua attuale, non lieve a quanto pare. Il fallo si \'f'rifichf'r_à~em:adubbio. Alten– clP.levi delle ,:mrml1te, allendl'l1·\'i ancbr– df~l rilaN.fo nel \'erificar;;i d1>1l'f'vffito, ma.. po!cle ritenere che l'evento Si vrriftchedi Dai "reclusori maledelli, dove il fasci– smo ha sepr.,lti vivi, i suoi atn;ersari ca– dtcli in mano alla poli:ia, giungo110 di– :;perale grida di dolore. Terr(U'ini lan911e a Sanlo Stefano di- SEVERl.\'E t·orato dn.Ua malattia. Gramsci è gra– vemente ammalolo a Volterra. Il 9ene– rale Cappello attende la morte libera– trice in una delle piU in/r.uni ca.se di f:'~;:ii1:~,~!vi~~~! 1 1?~ 0 n.~~b'";; ~f.er : Portolon9one dieci aUri militanti della classe operaia sono minacciati dalla tu– bercolosi, compagna pressochè indivi– sibile della dent1t1·i:;ione. D'o9ni parle si levano nel rrwndo gri- l I j ' La nota della settimana da . di orrore che fanno eco a queste 9rida di dolore. La siglloru Severine, infaticabile am– basciatrice di bontà ha telegm/ato a Mmsolini nei termini seguenti : « Très alarmée santé t.;mbcrto Ter– racini mouranL à. Santo S!efaoo, de.. mandons au nom monde civili~é tout enU~r qu'il soiL tran~porté lu}pilal sur continent. Pour tous prisonnicrs anti– fasc1stes demandong introduction régi– me politique. - Sf;vERlNE n. Cara signora Séverine, forse non avre– te_ risposta. Certo non avrete soddisfa– :tone. . .Eppure questo r1iovane avvocato Ter– racini, pel' che delitto è stato condanna– to? fla egli ucciso? No. Armale altre mani ad uccidere? No. Egli ha pensato. Si è rivoUato con– tro l'iniquità sociale. Uscito dalla cla.sse bor9hcse è andato al popolo, è andato al comunismo. E9li e stato condannalo perci0, solo perciò, a 25 anni di reclusione. tYon è lontano il tPmpo ù1 cui Mus– solini si crmcedeva, alla Camera, la co– quetteric di riconoscere nei comunisti dei suoi discepoli. Allora egli ricordava certo suo discorso socialista di Firen:;e che sarebbe stato l'atto di nascila del comunismo. Dai loro banchi di depu– tati,. i comunisti d'un gesto indicavano la distan:a fra loTo ed il preteso o reale antesignano. Oggi essi sonei in galera, o_qgiGTamsci e Terracini sono sotto la minaccia del– lo. morte, ed è lui, Mussolini, il respon– sabile, . come è lui il -responsabile di tulti i delitti sen:;a nome, sen:;a numero cr,mpiuti dall'infame Tribunale Spe– ciale. Contro questi delitti è nostro dovere mobilitaTe la coscienza umana, per re– dQ.mare che in questa battaglia ùnpla– cabile, per i prigionieri almeno ci sia un poco di umanità, per reclamare che i nostri compagni non siano assas– sinali. 1 , ,/ i -- -~ 11 La nlw·d,i d,·lfit 1111w.11ilà veNO il., ben,. e l'r.,pera wm tiri lirnnni 1nti dei marlirim. Brutta ora per il fascismo all'estero La politica e'-tera del fascic:mo tra– versa. una_ crisi visibile. Il grande di– :-:c9rso pa~1flcista dell'on. Mussolini non glt ha giovalo. La sua ztranezza. non :iesci a. colpire ; tut.ti ci videro denlro 11 m~rh1a~elli.:,mo. Un machiavellismo che .u lascia ved~re non è più lui. Il colpo grave che la stampa fascista non p~o non vedere, anche se tace, im– bavagliata, è la riprh,tinata inlimil.à. 1;lnplo-!r.1ncese di cui il massimo segno e I a?('Ordo o se si vuqle, il compromesso ~ugh armamenti navali. Questa intimità anglo-france.se che isola l'Italia fascista si è a.cceotua.ta col pas~o delle s_tessePotenze presso la Bul- ~~~l:o Pf!c~~ifu~~~i~~ei ~;;;fud~::;~~; macedoni che minacciano « oltre le frontiere ~ella Bulgaria li. Mussolini credette d1 prendere posizione contro quel passo, supponendo due cose : i• che 1 la Bulgaria glie ne sarebbe .sfata grata ; 2• che l'Italia non avesse alcun interess~ a c~e la Bulgaria. prendesse :~~::ti~r~i~ ~i~l!~cl:ngrf:"~r:::~~: ~;na1:S~fòs~~;:er~~ ~~a sfu1f~Nfe:: i comit.a.gi bulgari, che le male lingue ~icono che ~gli sovviene. Ma neppure 1I governo d1 Sofia non gli mostrò nes– wna gratitudine della sua azione a di– fesa. della « indipendenza n dello Slalo bulgaro. Il governo di Sofia iniziò dei movimenti in obbedienza al passo fran– co-brittannico : ciò che gli sollevò una crisi, i cui sviluppi saranno ioteress:anti a seguirsi. Ma le informazioni da Sofia stabili– scono che neppure in Bulgaria iJ fasci– smo italiano non è più amato come tin.t volta. Un_ascrittrice, Nelia Paulova, ben nota agl_t antifa.'-cisti italiani, in certe !~fa cf~r;~~~~~ei(ed:!i~el~of;:~1a~eW; Bulgaria verso l'influenza francese. Il Giornale d"ltalia ha riprodotto, senza osare commenti, un tratto saliente di quell'importante reportage. Non ci sono che gli ungheresi i quali pe_rsist-000 ne}la id_olatria muss:oliniana i gli ungheresi sezione ... magnati. Gli wllri si allontanano tutti dall'ami– cizia mussoliniana. La Ge11mania è ri– serbatissima, la Piccola lniesa è di gelo l~ .J~~oslavia non r~esce a frenMe I~ osttlita croata che s, sfoga in aLlaoohi agli italiani e deve ogni altro {!!Ornofare !i: sue scuse. Gli atleti italiani in Francia suscita– no questioni. n segretario Turati li ac– coglie a Roma tuonando contro la Fran– cia. Il suo discor.so nella parte nevral– gica non è riprodotto ... che dall'Impero e dal Tevere, Non imporla: la stampa francese se ne duole con una unanimità rara di linguaggio. Si sente come sono rallentati i negoziati per un accordo fondamentale tra i due Paesi ... C'era il patto Kellog che avrebbe po- W~~ac~a"vv~~•~:liv:apt~~tic1ei1~lfaJfa !!:~ l'estero. :\Iussoiini vi aderisce, ma lo fa attaccare dalla. Tribuna e dal Lavoro d'/Udia, come una ipocrisia, un pallone gonfio di aria ... Allora qua.le ipocrisia più grande della sua adesione? L'effetto non può che es.5ere esiziale. La denunzia del Congresso della In– ternazionale Socialista alla politica e– stera del fascismo è arrivata e arriva a buon punto, quando questa si piega\·& sotto la pioggia delle tegole. Non basta essere un tiranno per avere una politica estera. -------------- FORTUNELLO INC LLERA Un amico ci mandava qicalche giorno f(.l. ,ma fotografia di Turataugustolo, in divisa, naturalmente, di generale (cki non e generale in Italia....) e ci scriveva sotto a mo' di comm.ento : Fortunello dice addio al fratello cd allo zio. po;;m~1~o (J~~~:Jepo:s~~~iù v~~:~~~ d.eyna di FortuneUIJ. La posa, diciamo, e! dopo il discorso di Roma, bisognerà ag– yiu:noere l'eloquenza. Il di.scorso di Roma va messo, come si sa, in rapporto con 9li incidenti stu– denteschi di Pariyi, dove ÙJ. delega:ione fasci8la è riuscita, in pochi giorni, ad attirarsi le ire generali, ed anche qual– che Cf)f.l)O di matraque da parte dei !Je11- ta;:::;~/: u<:,:t't!at~o~a y li~~drb:;r iri1;;~~ 0 i quali, .i colpi di matraque, so110obbll.( /o.ti a dorb, sotto ÙJ. prote:.ione W'i carabimeri. Ora dun<1ue il Fortun11Uo 11l.L :Ì0IW.le, prendendo occa.,ione do!JUinridenli pari– (Jini, ha pronunciato un disrors1>rhc vuol essere fiero c(l è soltanto ridicolo, an– nunciando prossima e salutarf' la 911.erm dei ponoli giovani (le(f(Ji fo.çriJJti)·contro i ';J~~ i :,~;rcp!~~~~a~ JJb~}:io.~JJulo UJi arosso successo fra i "rc(Ja:.:ini u che l'aUo_rniavano, m,mtre al « <luce" qu,•l del Patto Briand-Kr>llog, i· p(u:w una slo– dUcorso beUi,·o.~oolla vi9ilia della /frma natur!l tanto da ordinore che fosse cen~ surato. Ed è così. rhtJ Portu1V"lloha fatto rono• scen:a con .llon11a A 11a.sta.ritl. IL SEGNODEI TEMPI « In una :>trada a:;<::olalaurla con vm·o tragira " lamento~a un gf'\ataio : Gt>la– loooo ! Gclatoooo ! « J.?aun'ost~ria scappa fuori a un tratto un tipo fra 11 .vet.turmo P. il ladro, ch,,– ,;tt·abunando gh occhi o g:Pslicolando co– rno un o~;;:f'~'-o, riS"pondr> : " - .)!archè gelato ! Ci vorrebbe una pastascmlta ! Il. grl~laio è ~('ompar~o e .<;"ò fatto ~i– lr-nz10 d1 tomba"·

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