la Libertà - anno I - n. 7 - 9 giugno 1927

ANNO 1° - N• 7 Uccidete me, ma non l'Idea che è in me. MATTEOTTI. la Libe GIORNALE DELLA CONCENTRAZIONE ANTIFASCISTA ORDINARIO Un Numero 0.40 I MORTI PESANO MUSSOLINI. ABBONAMENTI l Per 50 Numeri.. , •• , •...• , .• , . . 20 f,. Pe-r 25 Numeri •••• _:••·•·•···•" 10 fr, ESTERO : IL DOPPIO SOSTEXITORE 60 fi. 25 rr. Il I D I R E z I o N E E A M M I N I s T R A z I o N E I PARIGI 9 GIUGNO 1927 50, Rue Labat, 50 - PARIS (18' An') IL GIORNALE 51 PUBBLICA LA [!OMl:!NICA GIACOMO ATTEOTTI, DUEVOLTE ESULE, DALLA P TRIA E DALLA VITA, E ONNIPRESE NELLA VITAE NELLA PATRIA E CI GUIDA E PRESIDIA NELLA PROSCRIZIO 10 GIUGNO 1924 M!ff1~~t\i ! Ancora Matteotti ! Sempre ~iatteolti negli anni. :\fatleolti nei se– coli. Perchè quest'Ombra non si plac.1 ? Per:-chè ci si rizza davanti, perchè ci viene accanto ancora, insistente fede– le, complice indefessa nell'assid 1 ua fa– tica, comftagna nel sorriso delle gioie ~~fC~~fo~~~;:~:i~f1~~~·:rJe~aut~ ;~~\! degli sconforti, ammonitrice, incitatri– ce sempre ? D'onde questa solidarietà perenne fra il morto che giace e i vivi che non si dan pace'! E' la ignobile spe– culazione sul cadavere? Del II quart.a– relllsmo III in ritardo ? E' - come ardl bestemmiare uno sguaiato cinismo - Una • carnevalata • che continua ? O è soltanto l'evocazione rituale di un dolce compagno scomparso, un rim– pianto ad ora fissa, su~gerito dal ritmo monotono del calendario, come la com– memora.z.ione tradizionale dei santi e degli eroi che, per forza d'inerzia, si pro– lunga nei decenni e solca la storia ? Questa: gente che, sotto i ~ieli più diver~ si, mormora oggi il Suo nome, si rac- ;~fl,~6saf:~fg~: dttui U:7~ 0 ;l:us~itaLY~ t ~fs~ù 0 f PCeI:~:ia~~Pilli:~~ ~~~e;~j; od il nostro ? Il funerale d'un defunto b quello - ben altrimenti macabro ,-; di una turba di vivi mal vivi ? E perchè di Lui solo ? Onde quesf.à postuma aristocrazia del rimpianto, che eleva una salma SOJ?ramille shl– me, che !a di un martire 11 protomartire-, che pretende sottrarre un singolo alla .sorte comune dei trapassati : il compian– to bre\'e, il rammarico che langue via' via, :l.agramaglia che si scolora, il cri– santemo che avvizzisce, indi l'oblio senza flne? Egli tu, oO Eg1i sarà ? poEt~~!:ii~ 0 tÌ\ifogl~~Ù~~1~: ; de ~~fi n~~rc!:b:t::~a oin1i. ~~~~~è ~e;~ soprebbe aver tregua. Il morto rivive, perchè non !u mai, non :{)Olè essere, ,uc– ciso abbastania, seppellito abbasianz11, !.«:fll\on~i~u~la~ ~~~ftii:. sg~a qs~e, gTo;no, s'in,Ziò la sua vita nuova e più alta, il 'Suo compito nuovo e più aspro, ]a sua nuova e più augusta missione - e Ca nostra : fare che non sia morto in– vano, Lui e tutti gli altri. Questo abbi3- mo giurato alla sposa, ai figli, alla ma– dre, al nativo suo borgo, alla fossa tor– mentata e spiata. Saremmo spergiuri coi morti? E fu elevalo, non da noi, dal destino, ~a~~!C:~~ti;fa!tn:~r~~iè fJill~~t ~f ~i martirii, perchè riassume ancor oggi. plasticamente, tutto il martirio di un popolo. L'umanità dolorante ha bisogno di questi simboli, di queste sintesi epi– che, che danno un nome al dolore ano– nimo, un esponente alle vittime oscure ed innumerevoli. un ·cristallo alla pol– vere, e un segnacolo in vessillo alle fedi, una. lucida speranza alle attese. La ci- ~~Wc:~~ 5 i~~~S:o inr~~~~ftin 1 :hi~a:;:~~ r}o~egniri!rllr~z~a cd~1tori~~~a~~r~ibii più vasto, anzi, e il più comprensivo dei rimpianti, quello che si imJ?ersonasimbo– licamente in U!\'0, che piu e meglio ha rappresentato lo sforzo e il sacrificio comune. cr. Era il più forte e il più degno ; iloveva essere il più atrocemente colpilo. Questo è sulla tessera del • suo• par• ~~{:. 1 ! 0 c 1 :e s~aGe:~r:~ ~f:A~i1~:sruqr:~ sieme padre, fratello, commilitone, mae– stro, seguace, e ne ha invidiato la sorte ; quel medesimo spiegava ancor ieri il privilegio dell'apoteosi, così : cr :rre anni dopo l'assassinio, Egli è più vivo di prima, E' più vivo percbè, più che mai, è sintesi, simbolo, episo– dio che illumina il dramma - tulio il Qramma italiano ......e ne perpetua il ri– ~ordo e l'orrore. u Cosi dalla cronaca. è entrato nel!o. storia, e salirà alla leggenda, " Uno dei più giovani di noi, Egli 8.dunau in sè quanto di me~lio pro– dusse, negli anni, il socialismo italiano ... Era. insieme deputalo, propagandista, ~~~:~~j~de1sQj~t~~~. dt ra~ 0 i~~~r;~ rio del Partito. Sape,·a di tutto, face\'a di tutto. Era a Roma ed era in pro,•in– cia, in città ed in campagna, in Italia ed all'estero. quasi avesse il dono dc?– )'ubiquità ... Era al tempo stesso la gin– vento e l'esperienza, l'audacia ed il sen– no, la saviezza e la forza, il dotto eri il tribuno, l'uomo di biblioteca e il com– messo viaggiatore dell'ideale. Tutto cii> che e!'=;ige un partito come il nostro, lu!to ciò che un Partilo proletario è o deve essere, rias5!unlo in solo cervello, in una sola ,·olontà entro la sua esile perwn:t. 'll desiderio/ atlribuito a Nerone, che il genere umano avesse una sola tesla per poterla recidere d'un colpo, poteva ben prenderlo di mira. Pugnalando Lui, pu– gnalavano al cuore il Partito socialista ~ ~ ifR'~~a~\al~u\la~~~~~-stati centinah e migliaia i sagrillca~i e. le ,,itti~e _;_lo seguirono altre centinaia e m1gha1s. Ma ne<:suno, come L~i,_ era uno ed era tutti. ~es;un a.s.s.a.ssmio, come quello che Jo colpi, rh·elò. anche ai. pili di~lral– ti ed apatici, l'anima yera del fasc1~mo. Come la guerra mondiale, per scol?p1a;-e, ~~;~[e /a~è!~e ~~~ ;~~a'if~n!~e~ 1 Ja ·~1~:~al~'iled/Gi~:~~od~,1~~reoiti.SS3re E l'ha, ne.bilo 'dopo, continuata truci– dando il deputato. C'è una logica, Giacomo Malteotti è la vittima di questa lo9ica. Il primo discorso di opposi:.ione nel Parlamento sui modi con cui il governo aveva fatto La lotta elet– torale lta la sua .!an:ionc- di morte .!opra l'eroico segretario del Partito Socfolista Unitario, che aveva prommciato quel di– scorso. Chi ud\ quel i:ii.tcorsoe 1eg11l il tumulto che L'accompagni, ad o(J11iperiodo, lr in– terru:.ioni beltiali, (Ili inslllti int'ereco11di, le minaccie 1ibilanti, L'odio /01cltequia11te in certi occhi belluini, non ritc, non 1or– ri1e - fremette an:i di preunti,nento - quando la sera Giacomo Matteotti ebbe a dire, scher:osame,1te ai co/JP{Jlti: - Ed ora potete preparare il di1corso della mia commemora:ione fun,.brr alla Camera, , .La .1:ua comm,:,mora..ione funebre non fu fatta alla Camera, _ Fu fatta extra-Camera, nella 1ecenione "dei parlamentari dalla Camera, dove la maggioran:a adotta,;a come ar9omenti il pugnale di Ameri90 Dumini e di Albino \iolpi. L'Aventino è stato l'e1pre11ione ,torica parlamentare della prote1ta contro it par– lamentarismo ftuci1ta, uccilore dei depu– tati di oppo1i:r.ionc. L'Aventino che abbraccil, un momento tutti i partiti dell'opposi:.ione, dai comuni– Gli ai cattolici, trasf1gurl, la que1tione poli– tica nella più fiammante delle questioni morali. Tu non ucciderai. L'Ave11lù10 non poteva fare una co1pira:.ione 11èarmare un'in.mrre;ione. CM ancora l'accu1a per ciò, che 110n1eppe trasformarsi in un a fa– scio .., in un « comitagi • balca11ico,110n appre;;a il 'Valore ,torico del fatto di aver meuo in mara il fa1cinrw dat·anti alla co– sciem:a morale del mondo, Ovunque e fin– chè 1ia onoralo il diritto ,acro della per– ,rnna umana, la guarantigia 1anta del tri– buno chiamato dal dovere ad e1primere la ,ua opinione contro gli uomini tl':'lpo– tere - i,;i il fascimw 1arà ,cmpre col– pilo dall'obbrobrio. Il fascismo lo inte1e e 1pumcgail, di rab– bia e di vendetta L'At:entino aveva un capo; la seceuione antiparlamentare at:cva un portavoce ono– rato, come l'aveva avuto l'oppoli:ione nella Camera - Giova11ni Amendola. IL MANDANTE IL f AVOREGGLA TOllE Il 30 ma.1?gio f924, Giacomo Matteotti denunziò nella Camera le violenze e le fro– di, che toglic,·ano ogni leoittimilà alle ele– :iioni generali dell'aprile 1924. Le minacce del mandante ~el numero del 31 ma~gio, il Popolo d'Italia pubblica\'a un arlicolo intitolato Il signor Sobrero, in CUI s1 legge\'ano le seguenti pa:-ole: • :i.lussollnl ha tron.lo sin trop~ lon~anlme ~!ri~èd~.~~- ~,1~J!'~t1g~~r~~~to e~~ ?i:OC:-;; mostruosam<.:nle prov~atorio che ant·Lt.e me– ritato qualche cosa di più t~r.gibil~ che l'epl- ~etr::as::~~ • tul~ci~\:iua3tf~~~ S1u?.ì:~r.sco, di Quest'articolo fu riprodotlo nel numero dell'Impero del 4 giugno. E•~o non era fir– malo, !ifa era scritto da :\lussolini, come è Ii 9 giugno Domini domandb a Filip– pPlli che gli .Prestasse una automobile per alcuni giorm. Volpi. Malacria. Po\'eromo, Viola part1,·ano da :llilnno per Romn. Nel pomeriggio del 10 giugno Matteotti fu sequestrato e a==sas~inato n~n·aulomo– bile prestala da Filippelli a Dumini. Le accuse contro il mandar.te Mus!'Wlini è stato accusalo da due per– sone la cui parlecipa:iione al delitto è fuori discussione di a\"ere ordinato lui, ~fob~~i~r~· bri~~~~l~r. di lfatteotli : a) Dumini, quando si tro\·ò in carcere, in una lettera a Finzi, del 2--i luglio 1924, minacciò di compromettete il Palazzo Chi.– gi ;sede di :Olussoliniì,facendo uso della sua memoria, che era buona, e di docu- UN AUTOGRAFO INEDITO DI MUSSOLINI "Mussolini ha. tr.ovato firi tror,po longanùne la condotta deUa Camera contro Matteotti". vi: ~6~sò~,!~!si~ ~h:o~a~!!tf.ercfll;~: TRE BARE INSANGUINATE E Giovan11iAmendola fu a1sa11inatodal (Mci.!mo, per sfogo dell'incontenibile rab– bia del fascismo contro il parlamentan·– smo, .çiadentro e. .1:ia fuori dell'aula parla– mentare. Dopo parecchi attentati non riu– .1:eiti,o di con1eguenze 110nfatali, un infer– nç.le o.ga ,tato fa1cista lo _colpiva a Monte– -cattnf; ~ trrquetlo cadeva màcitlUato a c(il– pi di manganello. Tra,cittò mi.Jera vita qualche mese e venne a morire in terra di Francia il 7 aprile :1926 Trucidato come il candidato Pkcinini, Trucidato come il depulato Matteotti. Prima dell'aula, dentro l'aula, al di là ~[~;~~~ i:l,e ~~grJ!\l~e:;;r1~f~edi crl~s~ solmi, commendatore Fasciolo. L'articolo mecli che riguardavano non solo opera.. ?.ioni precedenti, ma anche l'aff'orc Mat,.. teotti "Ella farebbe bene, scri\'eva a Fin– ti, n. parlarne al Presidente•· passò è troppo orribile, troppo u a ritro– so dei fati », troppo repugnante a tuUe le correnn della storia, perchè possa crislatlizza.rsi e durare. Giacomo Mnt– teolli ,•igila anche dal sepolcrò. V'è un paese al mondo, un solo Paese - Paese di o.otica civillà, del quale si tenta di fare un lazzaretto di Medio Em, sequestrato dal l'arringo dei popoli in marcia \'erso l'av,·enire - in cui è de– litto pronunciare il Suo nome, onorarne l'effigie. Chi lo ardisce è bandito dal consorzio, è tradotto nelle isole, è in– chiodato, come già Prometeo, agli sco– gli. '.\fa il nome vi<'talo non si cancella dai cuori nò si divelle dagli ettenli ; an– zi, vi si incide, più perenne del bronzo. Un nome ; un'e!Ogie ; un simbolo ; po– vel'e e labili cose. Tuttavia, mane, te– chel, plwres, o Balthazar ! Ecco Jady l1achbef, lo spettro ! Mefistofele, ecco la croce !... L'incivile ostracismo si ro,·escia c;u chi l'ha bandilo, Gli altri, i prigionieri, non possono esalare quel nome, e lo pensano : i secondini non possono, sen– za allibire, nè pronunciarlo nè pensar– lo. CosL.le mort saisit le t:i{ : il morlo s'impo~se sa dei Yivenli e li Oominl ; li aUira, li trascina nella fossa, onde egli si ~ferra. 1\"eilo. notte, come è più cupa, più quell'ombra s'irradia ; dalJa negra aiuola contesa dal•cimilero inrnno \'igilato, UJ1a mano scarnita sporge e si Je,·a, e addita ancora il destino. I ,i,·i si ra~;t;10 m~cc~i~:• ~~t::~gl~1~e u~J~r? Come confutare i silenti? I morti non ~!ne:acl~e li s!o~~n/rir~~~!.~ credeva qual• Quando noi si partì dall'Italia, e già erano partiti quanti poterono sakar::i contadini e braccianti della sua terr.s., Egli si mise dietro ad essi ed a noi. Pri- :~/1A'f~f.~~iqdu~lia!:~~~ ~l~~~P~!l'i~ assiste. Due volte esule, dalla patria e dalla vita, egli è onnipresente nella ,·ila, nella patria, e ci guida e presidia nella proscrizione. Ed attende la -sua ora - che sarà anche la tua, popolo di Italia, popolo pel quale Ezli è morto, se tu saprai affrettarla ; percbè tu fosti Lui, ed egli fu te, sublima.lo nell"o!o, causlo, Tornerà ! Tornerete, o fulgide schiere ! Gli aspettanti \'i \'erranno incontro con lauri e con rose, quelli che seppero .9..!– lendcre, !'=enzamai genuOcllersi nè di– !'=perare.Allri, che furono suoi, che fu– rono no;.lri, quel giorno si apparte– ranno : e in ciò - non allrimenti - pili saranno puniti. La "ia delle grandi redenzioni e re– surrezioni pas;.a - via di Calvario - fra tumuli e croci. Così fu, così sarà an– cora, fin clrn una società pili giusta. non darà veramente alle umanP genti euer pietose di se stcue e d'altrui. Xon perciò è meno certa e meno ra- diosa la ,·etla. I \'er~o il ;aie, fra le selci e i pruneti che dilacnano le carni, per le catacom– be e ,di ipo.Q"Ci che morlificano gli spi– riti ! \'erso il sole, tra,·erso le più atroci asi~~i~~:ee/!a a~er;~r~ , 1 F1LIPPO TUR.\.TI, II faJci1mo ~ 11atoantidemocratico è an– tiparlamffltare. La sua anima a'i viole,ua ·e a'i auoluti– smo 11ontoll,.ra la cii.tcuuione e uccide la cn'tica La ,.tla opposi;ione al regime parlamen– tare è contra11egnata dall'a.ua.uinio, Fatai.mente. Preso il potere come un ladrone di stra– da mautra as&ole la rlili9eri:.a non guar– nita di carabinieri, e9li rc1tl, tulio di,o– rientalo tra i 111oii.ttinti e il mondo de– mocratico elle !}li 1i parava davanti. Che fare ? Abolire ll'mpliccmente il Parlamen– to con un decreto e con le baionette? La Corona no11vi era ancora preparata.. Pron– ta a tutte le abdica:.ioni, ci voleva mettere dei hibrifieanti. Allora il fascismo pen1tJrl{a{Jirein con– cor.1:0 di tma forma umiliata, avvilita, im– potente di reyimP parlamP11tare. Asmnse una legge elettorale e indisse le clc':iotii del 3 aprile 102.\. La l"'O!J,P l'f,,aoralr doveva a11ic11rnrgli in oqni caso la ma,r,ioran:.a mediant? un enorm,. premio - d,.l 50 per cento - di ell!lti sul .numPro dei 1uffragi, superato un certo minimum. _I.e el,.:.io11idocci;ano a.f1icurar9li quel mm1mum m"diante la più 1pai·r.11tevole campagna di violen:" ,apra gli elettori. In quelle l'le:.ioni è a11aslinato il caadi– do.to socialista di R"!l'Jio, Piccinini. S"gnate il fatto e il nome, la lotta di a11auinio contro il Parla– mento, il fcuci1mo l'ha cominciata col tru– cidare il candidnto. dell'aula parlamentare il fa1ci8mo impla– cabile calpeda il parlamrntare e il parla– mentarismo. Ecco la ,ua 1fida al ,en.ro morale del– l'epoca, ecco la 1ua capaneica idea di se– questrare l'Italia aU'evolu:ione democra– tica del mondo civile. I 1uoi mezzi ,ono tukguali al flne, Ma al dilà delle rovine e del 1an9ue che il ftucismo accumula, ecco prepararli già inesorabile, la rivincita della 1toria. Segniamo intanto i tre nomi e le tre date dei tre a11a11inali dal fascismo per odio antiparlamentarilta. Piccini11i, il candida.lo , 20 mar:o 1024, Malteotti, il deputato dell'opposi:.ione nella Camera, il 10 giugno f924. Ame-ndola, il deputato della secessione, il 7 aprile f 02G. Tre nomi, tre date - tre bare insangui- 11atedella novella istoria che l'Italia il dl della sua rcden:ione coprirà di fiori. LEGGETE: ALCESTE DE AMBRIS- !Jalteotti - Falli e commenti - con ritratto di Giacomo Matteotti,Tolosa.Casaf..dilrice• Elo– ria • (Z.i, Rue d'Arbulsson., 1927 - Fr:.. 5. CA .. \JlLLO BER.'\:ERl - Muuolini° « nor– mali::,rtore • - Pari;:.,Comité de Défense d03 Yiclime3 du Faseisme et de la Ter– reur Bianche (12, Rue Grange Bal:ilière, Paris 0-), 1927 - :Franchi 0,75. ~~t~d~\\~ g~~~~~ifeile}~~~ 1 t~ ~o~~l~~/f~ tempo percbè u...::::c:_isse nel Popolo d'Italia del giorno successivo. ;;:~e 3 ;e~ciFe 0 11e?~:;n~ r~::t~~. 11 ~~~~ va a! direttore delle prigioni d1 Pog;i.o Reale a !\'at>oli,invitandolo a lasciare h~ bero il prigioniero Thierschw&ldl,non ap– pena fossero state sbrigale dalla polizia le fitie~~i~n~~ce;~r:iscC;:a,N[ 0 do~?e~~n~o~~ dursi a Roma all'Bòtel Drngoni, dove a– nebbe don1lo metter.si agii ordini del si– gnor Bianchi. Tbierschwald, me~so in libertà il 2 giu– gno. \•enne a Roma il 4 giugno : s'inconlrb all'liòlel Dragoni col signor Bianchi, che :r~i~:vrt,~ d~ ~~~iu{ 1 ~~o:t'I'nC:i!f ~~u~~~i a spiare le abitudini di Malleolii ne~:l! 0 d:~r:siutb,:~:nsi'c~~e~~~~~~~;iz~;: va la polizia di Roma a riJac::ciare a Mat– teotti un passaporto per l'Austria, che ~~a:t:fill!r~h;rft~vtn~aafi~~~~A~~i~pgu~ mini fu informato della conccs!lione del passaporto e ne informò a sua volta 'fhicr– schwald il 7 giugno, di~e~~~n~:~~ :~~Jtid~ll·~e~:m~iu~f: .:::lra,~lussolini diceva : • :Xol abbiamo ammirabili m:itstr1 In Rur sia. :Xon dobbiamo far altro che lmltulL Alr biamo torto a non Imitare li loro esempio, Ma non ce ne manca Il corJ.!!'dO,E ,·e lo dlmostre,. remo. Slamo sempre a tc!Jlpo, Ve lo most.rcre• mo prima che Yol non pens:i.tc •, ·- -- --- . -- .. - .. --- . -- . - -·. - ---- - -- -- . -- . --- .. - ... - . - ... -- . --- --- -- . ---- . ------------ . --- . - - IL POPOLO A LUNGO TEVERE ARNALDO DABRESCIA DOVEMATTEOTTI FU RAPITO In una. corrispondenza clande!!=tinacon la famiglia, che gli fu sequestrata nel no– \'embre 192.f., scriveva: "Essi non po~ ~~n?o ~~1,~rf,e~~ :i i'~~~~~~ i~f ra::t glia gli risponde\'ano : • VeselU (l'an·ocato di Dumlnl) d ba dello ~~nfSc'ke b: Z! 11 fra~~{.~!!ufJ:r~c~to"\l~he egli Intende di venire a un accoroo con Mu,;- :~~~t~•:~c!!,d~1:: :t;,i~-rc~~e~~1bW; che una forte somma di moneta sia deposllAt.a per te In una banca. Sta calmo, Tutti si lnte- 1 essano di te, E' un momento terribile, Ma tutti lavorano per te, Riusciranno •· ni~og~, ~aC::ios'fJ~6~it~~fnid~l~oc~~1~: nato a 14 mesi di carcere per avere detto : • Se lo sono stato condo.nnato a sette anni per l'uccisione di Matteotti, Il Presidente 3.., nebbe dO\'tlto e:ssere condannato a trent'aanh, def ~i~!~iiu;2i g~i~c~ 1 he,~i 1 a ~~i~~~rl~ • Ouilndo cl sono oro.In! da dare. ~tu!'lO– llnl Il dà ed esige cbe siano eseguiU, Quando noi cl tro,iamo nel guai, allora si tira lnd.Jetro. l'na \'Olla passata questa tempesta, non ,-o~llo più occuparmi dJ ordlnl di que,to ge-ncre d1tl dal Presidente •· !\ella discussione nvulanella notte dello !li! 0 &~~~~Ji~~id~~: f~~fgè C:r~ !l:t~ dato da Mussolini. Per ben due \'Ollo Mussolini si era lamentato con lui o con llossi che il Parlilo era formalo di buoni a nulla se lascia\'a libertà di parola ai deputali di opposizione. Nelle recrimina– zioni di Mussolini contro MaUeolli, egli e !\ossi videro chiaro il desiderio che " la vita fosse resa difficile» n Matteotti. L'attitudine del mandante Mussolini fu informato al più tardi nel ~~1rr~tffi~r:e!ta1ft~~~11~ ~~I g~~~c~ig~~g prg';.~~~iteeg1f I~~~~~~ ~~~~Si~f ~i.di Du- mini e compagni ? ~o. Invece nel pomerig– gio del mercoledl fece mettere in circola.. zione, e lui stesso contribui a mettere in circolazione la voce che probabilmente Matteotti era andato in Austria : non ave– va egli ottenuto pochi giorni prima il pas– saporto per l'Austria ? zi◊-~:rf1oe'dri;~c;~rrzii~ ~~~fr~~:dl1 ~~~; dell'automobile in cui Matleolti era !lato ~P.ilo. li ~rtinaio della casa, nelle cui vicinanze t automobile a\'eva. a,-pettalo la ~~e:it/~e~r~~~s:g d:11; 0 ~~it~~aa;·i~aaf:;; comuoicato al funzionario. Conoc:ciulo il ~~g1~f 0 sn~~!._ rt~~;'on~./ef 1 :~~aigefe'1; 11 nomP d1 F1hppell1 e d1 Dummi. Se il portinaio non ave:s.sepre .:ionota del nu– mero, gli autori dell'assassinio sarebbero ~:~~,s~1i::n~1 :c~r~~~\ui~ti~i~lti ... meno De Bono, informato della !'=Coperta ne d\~C:~. a Mussolini verso le G,30 poflleri- M.ussolìni,pur conoscendo, p1>rfettarnen– l<' 1 fatti, QUa!)dOparla\'a alla Camera alle 7.,30 pomendiane, cootinub n fare 10 gnorri : nulla ancora si sapeva d?llo fcom– par.so .; r1ce;ch~_erano state fntle in Jlalia e 11el p~es1_vtctni: era da augurarsi che ~~~~;ec~~e~!~r~:si~ t:i?Ng e:! sl~io ~~~~ ~~~ 5 ~hes 1 1~~~gr/: 1 ~~ 0 in~f:OJ~~~;a d:i°if~: \'Crno. . L'u_omonon aye\·a concordato ancora con \ su1:u compagni un nUO\'O piano di d!fe!a rn ·nsta della nuova situaz:ionecreata dai– la scoperta t11>1la polizia, o baue·va r.:i::.

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