Lettere ai lavoratori - anno I - n. 11 - 30 novembre 1952

I I Scritti di: BARBADORO,, DARBESIO ,, DEL BO Dl VITTORIO,, Ft:RRAROTTI "GAFFURI ,, LEVI GRANDI,, MIGLIOI.I,, NOVACCO,, QUARELLO TRABUCCO; TROISI,, TURNA TURI,, VALENTE ♦ La promozione operaia ♦ La terra ai contadini ♦ Achille Grandi e il "migliolismo ,, ♦ G. B. Valente ♦ Un prete sindacalista ♦ I cattolici e il sindacato ♦ Lettera di Di Vittorio • Il dossettismo • Gangsters e Sindacati ♦ Philip Murray ♦ Capitalismo e disoccupazione • Vertenze e pal!he dei metallurgici • La scala mobile ♦ La riforma Vanoni ♦ I diritti casuali • Notizie sull'emigrazione • Cronache del presente e del passato ( N. 11 - ROMA - 30 NOVEMBR1E952 ) Biblioteca Gino Bianco I

!LettereaiLavorato~ dirette da GIUSEPPE RAPELLI • Usciranno ad ogni fin di mese in fascicoli semplici ed in ja/ scicoli doppi nel periodo estivo • Abbonamento annuo L. 1000 - ,, semestr. ,, 500 - Fascicolo semplice ,, 100- ,, doppio ,, 200 - Estero il doppio • indirizzo postale: LETTERE AI LAVORATORJ Casella Postale 328 ROMA • Versamenti per abbonamenti sul e/e postale n. 1 / 21927 intestato a ''Lettere ai lavoratori,, nell'u{/ 6.cio dei conti correnti di Roma Responsahile: PIERO RANZI Autor. Trib. di Roma n. 252~ del 25,,::: } Stabilimento Tipog,a6eo UESISA ; R ::::-,, Biblioteca Gino Bianco

LetteareiLavoratori A.uno I - N. 11 Novembre 19o2 LAPROMOZIOONPEERAIA Un giorno tutti saremo operai, vivendo del nostro lavoro e del nostro risparmio. GIUSEPPE MAZZINI Sul finire di novembre si sono riunite a congresso nazionale due grandi organizzazioni: a Roma ,la Democrazia · Cristiana e a Napoli la Confederazione Generale del Lavoro. In entrambi si sono discussi i problemi del paese e si è parlato molto delle condizioni dei lavoratori italiani. Il problema. del lavoro rimane dunque in Italia il problema n. 1, quello fondamentale. Mentre a Roma nel congresso della Democrazia Cristiana, dopo anni che la stessa è al governo del paese, si è stati piuttosto cauti nell'avanzare propo.ste di irrvmediate e generali soluzioni del problema, così come l'autocritica si è ridotta ai minimi termini, tanto che lo stesso segretario generale della CISL, i~critto al partito governativo, ha cercato piuttosto d'inveire contro la classe padronale italiana che non ~ontro il Governo e la Democrazia Cristiana - che ha anzi additato a tutti gli italiani, in un ordine del giorno pre.sentato assieme ad altri suoi colleghi, per la « complessa e feconda azione svolta » -, a Napoli invece si sono avute cri tic hz piuttosto vivaci contro il Governo. Peraltro ,la CGIL nel presentare nuove - almeno essa così afferma - proposte in materia di problemi del lavoro ha offerto ancora una volta la sua cQlla>borazione per attuarle. Disposto, sembra, Di Vittorio di 561 Biblioteca Gino Bianco

andare al Governo, magari con lo stesso De Gasperi, per aiutare nell'attuazione e dare così l'apporto dei lavoratori che , egli rappresenta. Tutto ciò può sembrare paradossade, contraddittorio, 1na rispecchia purtroppo la situazione italiana. La nostra classe lavoratriJce, nelle vicende politiche, è presente, anche protagonisM, però i suoi maggiori interpreti, che parlano a suo nome, la interpretano a modo loro, più rispondendo a criteri particolari che non generali, quando non si tratta addirittura, il che è miserevole, di rispondere a mal dissimulate esigenze elettorali e di partito se non, peg.gio ancora, pe'isonali. Si attende perciò da noi, come altrove, la promozione della classe operaia, non attraverso l'intrigo politico, ma con ia riuscita di chi merita perchè capace ed onesto. E la promozione tarda, anche perchè i lavoratori preferiscono al duro sacrificio di una loro generale autopreparazione lasciarsi guidare e restare così massa di manovra, pronti a scagliarsi gli uni contro gli altri, a vantaggio di chi? Delle idee? Fosse vero che la lotta si riduce al terreno del conflitto ideologico e fosse vero anche che una sana ideologia tornasse ad alimentare le lotte della classe operaia. Ma purtroppo non è, o almeno per ora, nella attuale contingenza, non appare. E tutti attendiamo che ritorni nel movimento quell'anima di solidarietà sociale, umana e cristiana, anche se talora assunse qualifica di socialista, che già fu motore per le maggiori ascese finora operate. Ed intanto la divisione continua, e la ulteriore promozione ritarda, anche perché si offre alle classi politiche .al potere facile il diversivo. di affermare: « noi non possiamo accettare ·- di promuovere ,l'intera classe dei lavoratori, perchè in essa vi sono discoli, turbolenti, oppure incapaci, perchè ignoranti, diseducati e presuntuosi, che non lo meritano». 562 Bil ~ Gino Bianco

A noi pare ingiusto il ragionamento perchè p'riva i migliori di farsi valere, oppure vuole i migliori al servizio degli attuali padroni, servi contrapposti agli altri servi. E-d intanto la classe lavoratrice non è certo trattata, dai suoi nurnerosi protettori del ternpo elettorale, per onorata niadre che si serve o per fede le sposa che sì rispetta, ma piuttosto come giovane donna da cui si vogliano favori elettorali, sal.vo ingannarla poi, o come servile cortigiana che si accontenta di miserabili regali. Termini duri quelli della promozione operaia, perchè non basta avere il diritto al voto politico e ad una libertà di azione sindacale se poi questi diritti non si sanno far valere, perchè impreparati, perchè non sorretti da qu~i principi morali che solo possono essere guida (principi che valgono quanto e più dell'ese1npio dei capi) di un vero movi'mento operaio. Noi desideriamo una vera promozione, anche se questa comporta il sacrificio di dover ancora combattere per la realizzazione di un ideale_. che attuato, rende una società migliore. Quel che respingiamo è il possi·bile inganno di chi tenta. ridurre i lavoratori al ruolo di marionette, o di cornparse elettorali. 1« Avere la capacità politica non vuol dire avere attitudini particolari a trattare gli affari dello Stato, a e~-ercitare un pubblico ufficio, e non vuol dire neppure dar prova di uno zelo maggiore o minore per ,gli affari della città. Qui si tratta di talento e di specializzazione; ma non è questo che caratteritzza la capacità politica nel cittadino silenzioso, moderato e posto al di fuori dei pubblici uffi,ci. Possedere la capacità politica vuol dire avere coscienza di sé come membro di una collettività, affermare l'idea che ne deriva, e mirare alla sua realizzazione. Chi riunis~a 1n sé queste condizioni, è ca,pace ». P. G. PROUDHON Biblioteca Gino Bianco 563

J2a terra ai contadini La rivoluzione dei '' bianchi" Egregio Direttore, l'iniZiativa assunta, con fine senso di opportunità, da « Lettere ai Lavoratori » di richiamare apertamente alla considerazione degli studiosi quel periodo sociale contadino, che, incominciato i primi anni del secolo sotto l'insegna della Democrazia cristiana, culminò vittoriosamente nel Lodo Bianchi, con immediate ripercussioni in vaste categorie agrieole nel biennio precedente all'avvento fascista (1922), ha trovato pronto l'intervento dell'on. G. Cappi, che di quel LOdo fu, con Filippo Meda, difensore i.n sede giudiziaria. Da uo1no esperto ed esponente della «Sinistra» del Partito Popolare fino al Congresso di T ori no (1923), egli rilevò, in La Via, il lato politico di quel fatto, dedicarudone a Don Sturzo la rievocazione; e su « Lettere ai Lavoratori» ne riassunse, con chiarezza, il contenuto sopratutto giuridiCo, a dimostrare quale « rivoluzione » esso rappresentasse nelle grandi e medie aziende agricole, eretteSi su strutture feu.. dali e divenute poi imprese industriali a « regime salariale ». come queste avanzarono all'avanguardia della conduzione agricola nella pianura irTigua padana, oosì era naturale che tale « rivoluzione », operata dai lavoratori B 564 ca Gino Bianco GUIDO MIGLIOLI avvocato, organizzatore di contadini, nato nel 1879, deputato cattolico per la prima volta nel 1913, rieletto deputato del P.P.I. nel 1919 e nel 1921, diresse le leghe « bianche» ottenendo nel Cremonese il primo patto colonico con uno sciopero nel 1902,. propose nel 1906 ai cattolici di festeggiare il Primo Maggio. Fuoruscito dal 1926, arrestato in -Francia durante il regime di Pètain, tradotto in Italia. « bianchi ,., apprendesse a tutte le categorie contadine cattoliche, nessuna eccettuata, metodo e meta della loro riscossa. Su La Vie. mi è parso necessario di integrare gli accenni politieo-sociali di rquanto Cappi vi aveva scritto; e credo doveroso di fare altrettanto a proposito dei « Tilievi marginali » e delle « conclusioni », che egli ha avanzato su la di Lei rivista; perchè se è interessante lo studio del Lodo Bianchi, dalle sue lontane iSpirazioni ed origini fino al suo ufficiale ri,- conoscimento nel 1921, non è meno suggestivo uno sguardo a quanto avvenne di lui nel periodo successivo, dal 1923 e fino ad oggi,

I margini dei tormentati EOCO, dunque: il Lodo Bianchi è un fatto storicamente incontestabile per la lotta vittoriosa conseguita, dopo oltre un uentennio di movimento, dal contadino più diseredato - senza un palmo di terreno, senza stabile dimora, nomade insieme con la famiglia, insicuro del suo lavoro, angariato ed umiliato - per arrivare al possesso della terra, sia pure in due tempi, alla cogestione dell'azienda agraria capitalistica, trasformanxt.ovi ed elevandovi la propria personalità, sotto ogni rapporto economico, morale e sociale. se con il Lodo Bianchi, la sua posizione è stata così giuridicamente « rivoluzionata » e questo rappre3entò una grande conquista cristiana, il fascismo che la distrusse, che cercò di cancellarne ogni orma e di-sperderne perfino il ricordo,· l'agrarismo faseista, che coalizzò contro quel contadino il proprietario terriero, l'industriale agricolo, l'agrotecnico servile e tutto il coacervo profittatore dell' « éra nuova», sono stati gli agenti di una reazione inumana e incivile; la loro contro-rivoluzione fu essenzialmente anticrisfiana. Come questa si effettuò? Dur.ò soltanto il periodo del regime fascista o ad esso sopravvisse? E con quali conseguenze? E al presente, a che punto Si trova e di che fame non è sazia? Occorre rilevare i principali elementi che scaturiscono dalle risposte a questi interrogativi, per vagliare e superare quei « rilievi marginali », che l'on. Cappi ha tracciato nel suo artieolo in « Lettere ai . Lavoratori ». ESSi riguar- · dano particozarm.ente: la « impreparazione del contadino alla coBiblioteca Gino Bianco gestione di una azienda agraria industrializzata »,· la sua preferenza a·i « tangibili aumenU di salario »; lo « scarso spirito di fiducia tra lui e il conduttore». E da qui, Cappi trae il richiamo alla idea delle cooperative agricole a conduzione colletti.va, per denunciarne la loro sperimentata difficoltà di funzionamento; ripensa alla lottizzazione del terreno, per adattarvi il Sistema della conduzione familiare, ciò che è deprecabile,· ..consiglia infine di. provarsi ancora in vari « esperimenti », che egli vorrebbe favoriti dallo Stato, persuaso « che non $i possa giungere, al riguardo, a formulare una legge .•. ». Dopo di che, sorge spontanea la domanda: e allora? Il contadino, o servo o ribelle Non si può rispondere, senza prima riflettere su alcuni fatti salienti. scende con la fine del 1922, su tutte le cam'J)llgne, un cielo fosco, gravido di incognite; ma nei primi mes-i dell'anno successivo provvede a diradarle un avvenimento, che ebbe luogo precisamente nel centro di quella plaga cremonese, alla quale il Lodo Bianchi Si riferiva in modo particolare. E' l'Assemblea nazio= nale dei « terrieri » e degli « agrari » (così il popolo, con bocca amara, chiam.ava i ricchi · proprietari assenteisti, i grosSi e medi conduttori), i.Vi convocata sotto la presidenza del nuovo Ministro dell' Agricolura, il liberale cattolico e nobile feudatario lombardo De Capitani d' Arzago. Vi si doveva proclam.are. con una certa solennità, che, con l'avvento faseista, anche per il contadino 8i chiuneva un periodo di, storia e 565

che la sua sorte sarebbe stata, da quel giorno, fissata e regolata unicamente da un nuovo « Patto Colonico », con valore obbligatorio per tutti gli interessati. Basta scdrrerne le principali dispoSizioni; e .si vede senz'altro come queste formino il piano di un astuto procedimento diretto a colpire nel cuore il Lodo B:anchi, in quanto esso apriva al contadino il varco ambìto al possesso della terra. (Si tende a ttistruggere quindi, imrnediatamente, le varie rivendicazioni che ve lo avevano in venti anni condotto: e si studia di disfare siffatto contadino, per foggiarne un altro, il più contrastante con la sua stessa natura d-i uom.o nato dalla terra, le cui stigmate, radicate poi nella coscienza, diventano insopprimib:li. La reazione Ecco, infatti, gli articoli, che dispongono di estraniare colui, che Si era proposto di inserirst nella conduzione dell'azienda, da qualsiasi rapporto di interessenza al di lei processo produttivo. I t contadino deve essere null'altro che un « salariato »,· pagato per il suo lavoro con mercede fissa. sia in denaro che in generi, ma senza diritto ad alcuna com partecir:azione. Il che tendera ad un altro torbido obiettivo; e cioè a distaccare il contadi.no, considerato come sem,plice unità di lavoro, dalla famiglia, dalla collaborazione della donna; quindi ad attenuare e sopprimere quello stimolo alla rivendicazione della terra, c-he tanto più è forte e invi1v cibile quanto pi-ù si radiCa nella t amiglia intiera. Allo stesso calcolo sono informate le norme che r1guard ano il gi01)ane lavoratore 566 Bib.. v"""""d Gino Bianco dei campi. Egli non è preferito neppure per la sua maggiore forza materiale, perchè Si teme in lui io sviluppo di quella intellettuale; donde il suo declassamento nella attribuzione e nella retr~buzione del lavoro. Ed è molto espressivo il fatto che, proprio in una plaga dalla maggiore industrializzazione capitalista, non Si Sia cercato ài diffondere l'istruzione agricola: poche le scuole di avviamento agrario, dopo i corsi elementari; e anche qaelle quasi abbandonate. E non è necessario soffermarsi su altri punti vessatori, come quelli riguardanti la riduzione progressiva dei salari, gli aumenti delle ore dt lavoro compreso il festivo, il ripristino di servitù medievali da tempo travolte, per intravedere dall'insieme come, nell'intento o nella illusione di garantire « il padrone ,., di rafforzare « l'agrario », si arrivasse a plasmare nel contadino e nella sua famiglia il servo o il ribelle. Il Ministro fascista De capitani chiudeva quell'Assemblea, che di fatto proclamava e iniziava la controrivoluzione contadina, commentando due brani del proemio del nuovo « Patto colonico ». Il primo brano lo definiva come un beneficio elargito dal regime, « onde stabilire la buona arm0nia tra agricoltori e lavoratori della terra, per il bene di tutte le classi soc:ali, per il maggiore increm.ento della produzione e per la grandezza della Patria». Il secondo lo inghirlandava dell'annuncio di due festività « patriottir che»: l'una, per esaltare la guerra; l'altra, per rinnegare co~ . oltraggio pagano quella solennità del lavoro, che i pontadini « bianchi» avevano elevata alla più alta celebrazione religiosa e sociale. Jn

tale modo, lo schianto di quanto ormai costituiva diritto, coscienza e pasSione del contadino cri-- stiano diveniva totale. Se questa realtà durò n9n solo fino alla « liberazione », ma non fu sostanzilllmente modificata negli anni ad essa successivi, per una deplorevole incomprensione generale di essa, quale meraviglia se oggi non si riscontrano più quelle masse contadine cattoliche addestrate e pronte, tanto dal punto di vista morale quanto da quello intellettuale e tecnico, alle funzioni e responsabilità, che si impongono in una trasformazione radicale della loro posizione giuridica sulla terra? Eppure, mai come oggi, tale evento si profila viCino e ineluttabile. Non è la prim.a volta nella storia, che le controrivoluzioni al divenire provvidenziale delle forze più umili e più colpite dei camPi suscitano in se stesse gli elementi che le divoreranno. Contro-rivoluzione, che si divora Nella breve sintesi qui formulata manca un necessario rilievo sulla parte che va attribuita al proprietario terriero assenteista e in genere al ricco locatore di terre, i quali traevano dal fascismo così l'im.pegno della loro alleanza con l'agrario conduttore tjelle plctghe di media e grande impresa agricola, come il loro predominio su quelle a mezzadria, colonia o a conduzione familiare. Ed a proposito, sia concesso un appunto all'affermazione dell'on. Cappi circa il formarsi - spontaneamente - nei decenni scorsi, del predio contadino anche nelle zone cui si riferiva il Lodo Bianchi. Biblioteca Gino Bianco Il "signore,, Tale affermazione mi sembra inesatta. Dove dominava la struttura feudale, superata poi dalle imprese capitalistiche, il « signore » ricorreva talora al metodo di assicurarsi lo sfruttamento del lavoratore agriColo, vincolandolo alla pro"- pria azienda mediante l'assegnazi one di qualche « straceio » di terra, spesso la meno produttiva, che gli veniva assegnato in coitivazione autonoma come compenso d'ogni sua prestazione. Quel contadino, che, per la prima volta, metteva comunque piede su un agognato campicello, oh, che cosa non ha fatto e subito e architettato per non laSCiarselo scappare più I Ma nello stesso tempo, con quale attenzione il « signore » se lo sottometteva, così da potersene servire per tutte le bisogna! Dove si manteneva la con<;tuzione salariale, non si può immaginare che cosa accadeva di quel disgraziato, nei momenti di agitazione degli altri lavoratori agricoli! E dopo il '22, questo Sistema di una pressione padronale, veramente iniqua, si esercitò anche sugli altri coltivatori a mezzadria o a piCcolo affitto, perchè tutti codesti contadini dovevano forzatamente gravitare, per i loro rapporti e bisogni economici, verso le maggiori tenute, i cui esponenti erano altresì accresciuti di autorità attraverso il gerarc hism o fascista. Non è da dimenticare, che perfino il feudatario, da tempo assente dai suoi domini, vi era ritornato,· e da quale dominatore-, Se nobile, saliva senz'altro alla carica podestarile,· reclamando anche nel tempio quel posto che Si era usurpato una .volta, dove 567

non avrebbe sofferto ViCino chi aveva aspirato al possesso del ài lui terreno. COSÌ il povero, da buon pubbliCano, ritornava sulla soglia o ne usciva, con la preghiera i.n cuore. Ma è precisamente a seguito di questa potenza COSÌ riacquistata, che il terriero potè far sentire subito il proprio peso anche sul suo «alleato» nella lotta anticontadina. Ed è interessante accennare alle fasi, in cui si esplicò quf:- sto suo predominio, per vedere come Si sia oggi pervenuti ad 'un vero assalto piratico alle terre. Dopo l'assem.blea che ;procla;1nò il nuovo « Patto Colonico», era Chiaro che si effettuasse un rialzo della rendita fondiaria, 4a essa reclamato. Questa, che, a causa delle lotte sboccate nel Lodo Bianchi, si era sensibilmente ridotta aggirandosi sul 10-15 per cento del prodotto lorào aziendale, sale con l'éra nuova fino al 20-25 per cento, mentre si riduce il periodo di locazione e Si introducono altri peggioramenti nei capitolati d'affitto. Il locatario cerca di scaricarne le conseguenze, riducendo il costo della mano d'opera e gli investimenti aziendali,• ma egli pure è incalzato dalla crisi della moneta, durante la quale la projprietà pretende di garantire la sua rendita col rapportarne il valore monetari.o a quello mercantile della produzione. Donde un crescendo continuo e rapido dell'affitto, calcolato sui principali prodotti aziendali e in base ad una loro percentuale, che sale dal 30 al 50 per cento e oltre. La ricchezza fondiaria così si accresce a dismisura; e mentre numerose piCcole aziende contadine vanno in rovina, ne corrono serio pericolo anche quelle ca,pital_iStiche, medie e grandi. Ma gli 568 B1u11uu:~Gcaino Bianco avvenimenti di guerra ojjTono ognora alle losche imprese del denaro « i mezzi di fortuna!,. E' solo il povero che, in generale. sconta la guerra anche con una maggiore miseria/ E così si giunse alla « Liberazione ». L'illusione contadina e l'ora dell'assalto Si illusero, allora, i contadini che il cambiamento ;politico potesse Significare un cambiamento effettivo anche nella loro condizione yiurid:i.Ca, con vantaggi immediati economici e soCiali? ,che dal LOdo Bianchi, conseguito vittoriosamente nel '21, garanzia prima del loro accesso alla gestione dell'azienda, si sarebbe fatto un passo innanzi, arrivando al compossesso della terra? E così il mezzadro alla sua conduzione esclusiva e diretta? E così il predio familiare, in proprietà o in affitto, avrebbe ottenuto finalmente il riconoSCim.ento della sua inviolabilità, della sua inimponibilità? La migliore ri.sposta è ancora nei fatti, dai quali viene precisam.ente riconfermato questo accrescersi della potenza terriera nel trentennio scorso, con le ricchezze accumulate e in ,parte notevole investite nei monopoli industriali e bancari, di cui gli stessi esponenti di quella divennero i magnati. Di qui il fenomeno che il « terriero » non Si frenò con a mutamento del regime; ma dal 1946 gravò la sua rapacità sulla conduzione agricola, da chiunque rappresentata, dal locatario capitalista o dal piecolo e medio coltivatore, perchè tutti si trovavano a lui legati e da lui dipendenti in ogni istituzione, cui deve inevitabilmente far capo la Loro attivitll

di produttori agricoli. (Si ,penSi, un attimo, alla distruzione degli /St{tuti di 'pi,CCOlO credito, d'ispirazione e dall'insegna cattoliche.· delle casse rurali, dalle più provvide iniZiative a favore del contadino: tutti entri che vennero assorbiti, per erigere quei cataf al Chi del ri~parm.io che sono il ricovero di avventurose speculazioni). Di qui, lo stringerSi di un legam~ quasi fatale tra il locatario, anche se gli viene a mancare il respiro, e il « terriero » che lo soffoca, ingerendosi questi perfino nella condttzione dell'az.enda per imporre talune coltivazioni, specie arboree, a suo esclusivo profitto anche se a danno di produzioni a quella più utili. Il nuovo feudalesim.o, radicatosi nelle terre, appare anche p:ù sordido e tiranno di quello mediovale/ Il non avere avvertito questa realtà, il non essersene preoccupati come si doveva, forse perchè si credeva di su,perarla, almeno nei confronti del contadino, con palliativi di legge che non arrivavano certo ad affTontare, nemmeno a denunciare il problema preminente da risolvere, quello cioè di una nuova posizione giuridica per tutti i veri produttori agricoli 'Cli fronte agli e.buSi ed ai privilegi consolidatisi tiella propr:età '.fondiaria. ( (f)rOblema che sotto certi aspetti Si ripresenta nelle zone contemplate dalla legge « stralci o » J, non è ultima causa dell'aggravarsi della Situazione odierna, specialmente nelle plaghe più fertili e più ambite sul mercato. Bilancio post-I ascista Mentre si avverte l'estendersi di una certa depressione morale e soeiale nelle masse contadine, Biblioteca Gino Bianco il cui bilancio di questo settennio post-fascista non è punto confortante, e Si constata che tale criSi arriva a colpire anche il locatario capitalista del'la media e grande azienda industrializzata, si assiste ad un · vero e proprio assalto alle terre da parte di chi già ne detiene lautamente e di quanti altri calcolano di assicurarvisi un presunto più proficuo investimento delle loro riechezze. NOn è qui da indagare sulle sp{egazioni del fatto, che, tanto per segnare una data, sembra accentuarsi dopo la conferenza di San Francisco. Esso è ormai di pubblica conoscenza: nel:a mia provincia, ad esempio, il valore della terra (azienda con cascina comuni) è cresciuto in questi 111,ltimi mesi da oltre un terzo a circa il doppio del valore uJrece,d,ente. Non si ricorda nè un balzo simile, nè un a/lusso così largo e incalzante di investitori; il che provocherà ben presto un rialzo degli affitti; e qui.ndi nuove riduzioni di m.ano d'opera e di salari, più largo esodo dei giovani coltivatori da:le aziende familliari in aJfi.tto o in proprietà (se pur queste non soccom.beranno J, una inevitabile dim.inuzione della produzione e il suo elevarSi di prezzo al consumo con le altre conseguenze prevedibili. Il "bando" violato e una « parola superiore,. L'on. Cappi rievoca il canto dei contadini cristiani per conquistare il Lodo Biancài: « Voglia-m la terra - e senza gueTTa - si vincerà». E d:ice un po' utO'pistico quel « senza guerra »t Male, il pensarlo anc-ora oggi pur essendo il momento forse 569

più perieoloso del '21. Se quella conquista era una «rivoluzione» sul terreno giuridico e non ha allora affrontato il problema delw proprietà fon.diaria e della sua rendita, in quanto erano così isvalOrizzate che i terrieri stessi venivano ad offrirle al minimo prezzo, oggi che essi Si avventano ad un micidiale assalto sulle terre, accresciuti di numero e di forza, lo stesso Lodo Bianchi, pur restando fermo nella -sua struttura, va integrato pregiudizialmente da un' altre rivendicazione, che è pure una « rivoluzione ». Essa dovrà concretarsi in una determinazione giuridica del la proprietà fondiaria, dei suoi diritti e delle sue. facoltà, non quale si desume dalle formule dei nostri codici originate da cleformazioni medievali, ma quale ,:eriva dalle fonti più pure del d,ritto e della sua elaborazione civile e che già il magistero romano forgiava disti nguendo sulla terra il « jus dominii » dal « jus possessionis». Per il cattolico, soccorre oggi al riguardo anche una parola « supe- * riore », che, rapportando la « pt'oprietà » alla persona, toglie a quella la figura e la sostanza di un « d,ritto reale» elevandola alla più alta (Concezione di un . « attributo afferente alla personalità umana». Si i;recisa cosi più ampia ancora la significazione del « jus posseSionis », ch,e diventa l'obiettivo di una positiva rivendieazione da inserirsi nella legge, a trasformazione sostanziale della sorte odierna di milioni di contadini e di altri produttori agrieoli, cb,e verrebbero finalm.ente liberati da tutti i pirati della terra. Egregio Direttore, senza la pretesa di aver dissipato il dubbio che questo evento Si effettui « senza guerra », m.i lusingo di. avere almeno portato un piccolo contributo a che esso si com - pia; grato a Lei di avervi concorso, vic(l,ando _nobilmente « il bando », che dal fascismo in poi ha gravato su una idea e una realtà storica, « scardinatrici di una Situazione sociale che durava da secoli», ad ispirazion~ e finalità cristiane. ]D)0CUM1ENT][ 1921: INTE"RVISTA CON MIGLIOLI E; alquanto sollevato, quant7.tnque la malattia, che fa molto lentamente il suo corso, non gli permetta di muoversi nè di lasciare il letto. Ed io che m'ero promesso di interrogarlo e sapere da lui cose che egli solo poteva dirmi con chiarezza e precisione, quasi mi pentivo del proposito e non osavo interrogarlo. Fu l'on. Miglioli a venirmi in aiuto. Bib 570 Gino Bianco - Tu Jmi credi più malconCio di quello che io mi sforzi di essere ... - ... o m.eglio di quanto- non volessero gli assalitori! - Forse. Comunque io sono ben lieto - e mi farai grazia solo del tono di voce - di poter illustrare a te cose che o non furono mai dette con chiarezza,

o furono traviSate di proposito o inventate di sana pianta per prOiettare una luce fosca su quello che io non esito a definire un tentativo nobiliSSimo di redenzione proleta1'ia. - Anzitutto permetti una domanda: l'agitazione che dura attualmente e che è stata, nevvero?, la piattaforma della campagna elettorale contro di te ha carattere puramente economicc oppure ... - No, non oppure: ha carattere squisitamente e prevalentemente politico. Si attacca la mia persona perchè i contadini hanno occupato temporaneamente le terre nell'attesa della definizione della vertenza, ma si attacca anche il Partito perchè avalla colla sua firma questa cambiale che io ho firmato per primo. Non solo, ma se io scompariSSi, ecco quello che non hanno pensato i miei assalitori, non ,per questo andrebbe a catafascio l'agitazione. Senza contare che le fila verrebbero tosto prese in mano dai miei collaboratori ( e più che collaboratori fratelli cappi, GhiSalberti, Brugnoli, Ferrar·i), il Partito Popolare e la Confederaziont bianca non potrebbero non interessarsi di una vertenza che npn è, come taluno crede, avulsa dal movimento Sindacale della nostra nazione, ma Confederazione e Partito dirigerebb~ questa nostra battaglia come battaglia propria. - Sta bene. Tu hai detto « occupazione temporanea delle ter- · re», ma non lontano di qui (e confesserò ,pure un... peccato nostrq: anche nel campo popolare) si pensa che tu abbià espropriato o quasi i legittimi proprietari, cacciandoli anche a forza dalle terre. Queste sono frottole da Biblioteca Ginr ''3nco r stampa agraria o foraggiata dagli agrari. E mi duole che amici e tesserati del nostro Partito conoscano così poco l'azione sindacale bianca. Ti s-piegherò esaurientemente. Sarò un po' lungo, ma ciò è indispensabile per precisare i fatti e metterli nella loro vera luce. L'anno scorso noi, dopo un'agitazione durata una ventina di giorni ottenemmo nel concordato di Parma, presente il ministro Micheli, questa promessa racchiusa nell'art. 11: « Le varti allo scopo di sistemare i ,oro rapporti in una nuova forma che assicuri la stabilità neil'interesse della ,produzione agraria e della pacificazione degli animi, si impegnano di iniziare entro il corrente mese di gi·ugno lo studio di un progetto che abolisca col prossimo San Ma1'tino l'attuale forma. di salariato per sostituirvi la concluzione a struttura associativa ». Da Parma a Roma· Questa la prima tappa. · conseguentemente la Commissione di studio determinava quali dovessero essere le caratteristiche giuridiche e gli elementi necessari del nuovo contratto agricolo a struttura associativa e le parti di pOi Si riunivano per aggiungere a questi elementi essenziali tutto quanto fosse necessario a rendere ,praticamente attuabile il nuovo contratto. POiChè però l' Agraria aveva preso l'impegno di attuare il nuovo rapporto giuridico l'undici novembre 1920 ed a quell'epoca l'accordo definitivo su alcuni dettagli contrattuali non era ancora raggiunto, così venendo a cessare il vecchio patto a salariato nè potendosi attuare il nuovo, avvenne che senza opposizione della classe padronale ( eccetto rare eccezioni) 571

i contadini costituirono i consigli di cascina, redigendo regolare ,,nventario, con l'intervento dei padroni, dal quale risultasse la consistenza dell'azienda al momento in cui cessava il vecchio rapporto giuridico e salaria~o. - E questo passaggio avvenne pacificamente? - Del tutto. I padroni ca1-ivano che quella era una forma provv:sorta e questo sapevamo anche noi. senonchè trasportate le trattative a Roma e intercenuta nei dibattiti la Confederazione dell'agricoltura, si -z;ollero rimettere di nuovo in discuS8iOnP. i prineipi generali della ritonma, già accettata. - E nelle campaJ-1,e la situazione come era? - LtJ, situazione e"·a buona. I contadini a·vevano in ogr,i cascina il loro consiglio. E s:ccome moltissim.i agricoltori avevano f!:.J,· to le sementi, attrezzi e bestiame (convinti che i contad'i-ni ·"1.un sarebbero stati capaci d·i superare la prova) così tra lo stupore e la meraviglia, anche un po' nostra, gli antichi salariati di aià virtualmente associati, lavora.vano in modo meraviglioso. Le campagne di questi giorni del resto possono testimoniare se iO affermo il vero o il falso. - E a Roma, dunque? - A µ,ama gli elementi piu reazionari della Confederazione dell'agricnltura di-'~fecero ogni cosa. Mentre i padroni del cremonese attendevano che a Rom a i loro rappresentanti firmassero quell'accordo che ormai erano disposti ad accettare, nella capitale Si giuocava a disfare ogni cosa. Jnc.,ominciava nel Bolognese il fascismo. Gli agrari speravano nel fasr.ism.o: speravano in una reazione e la preparavano armando bande contro i contadini. E r-672. ca Gino Bianco L'inizio della lotta E la lotta ha avuto inizio e dura tuttora. La mia ultima aggressione ( quella di Soresina fu la terza in una settimana) non è che un anello di questa lunga catena che si trascina ormai da sette m e$i. Prima freccia contro i lavoratori fu la soppress:one della paga. Avevano consegnato ai contadini• per i mesi di novr¾nbre e dicembre 300 lire: poi non hanno dato più un centeSimO. Dopo è incominciata la ·pioggia delle denunce alla pretura e al tribunale. Dopo ancora hanno fatta la loro apparizione le bande arm.ate, assoldate e ospitate dagli agrari. E di qui cominciano i primi nostri feriti. Ed io ho dato ordine che non venissero fatte rappresaglie di sorta. E non un pa:drone ha avuto dai nostri contadini un capello· torto. Una prova? Ci sono decine di agrari processati ,per mancato omicidio, mentre un solo procesBo è stato intentato contro i contadini e furono tutti assolti. - E il governo che vedeva tutto questo che posizione prendeva? - Il governo è stato un momento in forse. A Roma si soffiava contro di me e mi Si dipingeva come il bolscevico più pericoloso di Italia. Ma il governo dopo inchieste e informazioni di fonte non sospetta non intervenne. J:.ra ldrmpante un fatto. Questo: che si lavorava do mane a sera e in modo spettacoloso senza ricevere un soldo. Ispettori governativi e tecniei esperti se ne ritornavano a .Rom.a sbalorditi. Si urlava dagli agrari che tutto era rovinato, che la produzione nazionale ne avreòbe sofferto, che si camminava verso l'abisso, c&e la rivoluzione

regnava in quel di Soresina, e gli ispettori trovavano gente al lavoro, i campi arati e seminati, i fossi tenuti a meraviglia, le piante curate, il bestiame allevato con tutta la cura e l'attenzione possibile. Com'era possibile che l'onorevole Giolitti, che è un realizzatore e un valutatore sereno degli avvenimenti, seguisse gli· agrari sul terreno interessato su cui essi lo 1Jolevano portare? - Si è detto che il latte è dim i nuito ... - Infatti, ma ciò non è -p6r colpa nostra. Lo ha ticonosciuto anche il cav. Del Bo, nella sua relazione. I padroni in fischiandosi della rproduzione e del bene della nazione hanno negato ogni cosa ai contadini. così furono r-ifiutate le sementi di granoturco ed i contadini hanno dovuto adoperare il m elicotto di loro proprietà pe:r se.minare. Hanno negato i conCimi, hanno rese impossibili le rim.onte, hanno portato via le macchine e gli altri attrezzi da lavoro. Ma b:·sognava vivere, e allora qualche capo di bestiame si dpvette sacrificare. ~ome i èontadini mantennero le posizioni Sebbene anche a questo proposito chi si è reso colpevole verso la produzione è ancora una volta rpiù di un padrone. Infatti nella relazione Del Bo è detto che le oouse sono: la vendita di capi di bestiame in misura superi0re al normale (vendita fatta in previsione dell'occupazione dei coloni), la mancata rimonta della bergamina (C0'11,Seguenza della prima causa), vendita <!,i capi produttori di latte fatta da padroni durante l'occ,i,pazione ad onta della vigilanBiblioteca Gino Bianco za dei coloni, e infine l'alimentazione irrazionale delle vacche da latte, per a mancato uso dei mangi\rni com-plementari in aggiunta al fieno. E dove li prendevano, i contadini, i mangimi se non ricevevano un soldo dai proprietari ed era d'uopo fare economie. su economie e usare .~ozo l'indispensabile? - ~ come si è potuto continuare la battaglia? - Qùello che premeva, era spuntarla sull'inverno. Colla primavera e coll'estate la terra avrebbe risposto essa stessa alle nostre aspettative ... Anzitutto urgeva un ,po' di denaro. E si è trovato un milione da dare alle famiglie. Ancora ultimamente si è fatta un'operazione presso l'Istituto Nazionale della cooperazione di circa 300.000 lire date alle cooperative di lavoro con z.a garanzia del deposito di settecento polizze di combattenti. Denaro scrupolosamente amministrato che h.a dato un po' di sollievo alle /ami.glie. · - Si è detto che voi avete ucciso i vitelli ... - E con ciò? Chi può negare il diritto ai contadini di mangiare quando lavorano? Di piil: Chi può negare ai contadini il diritto di dis-porre dei frutti di quella terra su cui furano abbandonati com.pletamente dai padroni? Del resto di tutto ciò si renderà conto. Non si è speso un centesim.o che non sia stato registrato. Nessuno di noi vuole appropriarsi di cose non proprie. Ma nessuno di noi vuole ritornare all'antico. sar~bbe un enorm.e controsenso storico, e tu sai che la storia non va a ritroso. - Mi vuol dire ora, perChè non fu possilbile apptrodare a qualcosa di conclusivo con le trattative? 573

- T ·ho detto della prima rottura, da noi non voluta e da noi sc.ongiiirata. Ti dirò ora che in marzo Si credette che, riprese le fila, si sarebbe giunti a qualcosa di conclusivo. Ma in marzo sperarono per un m.omento nella caduta dell'on. Giolitti, e 8iCCOme a loro sorrideva l'andata al potere di un governo reazionario ( ricordavano evidentemente le autoblindate e i reggi'ynenti di soldati inviati nel maggio-giugno 1920) ruppero le trattative. Poi, insperata àncora di salvezza, e-eco la minaccia di scioglimento della Camera. Lat; minaceia fu realtà e gli agrari di tTa.ttative non ne vollero più sapere. L'arbitrato respinto - E non cercaste voi una qualche altra via d'uscita? - Proponem ~, or non è molto, l'arbitrato. NOi non temevamo il giudizio di nessuno. Non lo temiamo neanche oggi. Ma l'agraria lo ha ;ifiutato. Come giudichi tu chi rifiuta un arbitrato? Chi sente di aver ragione non teme giudiZi spassionati. Mi pare evidente ( e tale devono crederlJJ amici e avversari) che di là si abbia alquanto tilqnore dei giu dizi neutri. Da Parma a oggi, fu per gli agrari un susseguirsi di m.alefatte. E non si accorgono che vanno ogni giorno più irretendosi entro la loro colpa. - Fd ora? - Io attendo senza trepidare. I contadini continuano a lav0rare. La terra comincia a restituire in buon prodotto il sudore su di esso versato. Il maggengo è di già ospite delle cascine e attende gli acquirenti. E venderemo a. buon prezzo ... Le biade sono meravigliose. Il grano ,promette m.eravigliosamente e così il granoturco. E in questi giorni 5J4- eca Gino Bianco noi abbiamo i bachi da seta Che sono un prodigio. Ed è roba nostra, questa. Parecchie migliaia di oncie furono da noi acquistate e distr-ibuite alle varie cascine. Le stufe furono vigilate e curate con tenacia ed amore. Oggi siamo viCini anche a questo raccolto, che è di esclusiva proprietà nostra. E sarà un buon aiuto che si porterà alle nostre borse, molto stremenzite. Superare l'inverno per noi volle dire vincere la battaglia. Ora guardiajmo con feàe all'avvenire. - E il governo mantiene immutato il suo punto di vista? - Potrei risponderti che sì ... se il vento della politica non fosse •mutevole di Jrequente. Però anche a questo proposito io e i miei amici non abbiamo da avere preoccupazioni di sorta. Chi è dalla parte {1,ella ragione non tem.e nè lo scirocco nè il maestrale. - Riassumendo: voi rimanete sulle vostre posizioni, disposti a restituire cascine e terreni .. - Se i padroni saranno disposti a considerarci associati e non più salariati. 'Lo hanno promesso. Lo mantengano. con questa esposizione, che è la narrazione di quella lotta che ha riempito dei suoi echi tutte le gazzette d'Italia, le quali, ubbidendo forse ad una parola d'ordine, non hanno saputo mai elevarsi SO'l?Ta al pettegolezzo interessato e alla sistematica diffamazione, con questa esposizione. dicevo, molti amici nostri potranno farst un'idea di che cosa sia., in realtà, quell'agitazione cremonese che molti hanno denigrato e condannato senza conoscer'e. CARLO TRABUCCO Da. « Il Domani Socie.le ,. del ~ g:ugno 1921

L'INCHIESTA DEL BO sulle cascine occupate nel Cremonese nel 1921 Stato di fatto rilevato Le aziende della. zona occupata possono essere divise in tre categorie: a) aziende dalle quali l'agricoltore ha sottratto tutte le scorte, vive o morte, e i mezzi di produzione; b) aziende nelle quali sono a d:sposizione dei contadini le scorte vive e morte (bestiame da lavoro e da latte, macchine e attr~zzi, fieno, eoc.), ma nelle quali l'agricoltore non riconosce alcuna autorità nei capi cascina e si rifiuta perciò di dare a questi i semi e i concimi oggi necessari per le concimazioni e semine primaverili e di pagare i contadini per i lavori compiuti; c) aziende nelle quali gli e.gricolto1i, più o meno ufficialmente hanno accettato lo stato di fatto, in attesa della risoluzione del conflitto, e nelle quali perciò gli agr:coltori hanno dato in consegna ai contadini oltre che le scorte vive e morte, anche i mezzi necessari ai) lavori, e cioè: oltre i salari anche i semi ed i concimi: l'az:ende. in tal modo è diretta dall'agricoltore, ma i lavori sono compiuti dai contadini, guidati e diretti esclusivamente da: capicescina. Biblioteca Gino Bianco Nelle aziende della categoria c), i lavori si svolgono normalmente e l'azienda procede presso a ,poco secondo il sistema normale. L'agricoltore, a mezzo dei capi di cascina, fa eseguire i lavori, paga ~ suoi coloni, i qua.li prestano il lavoro colle. massima buona volontà. Nulla perciò di sostanzialmente diverso - nei riguardi della conduzione dell'azienda in confronto all ·epoca precedente e.1l'bccupazione. Nelle aziende della Ctat~goria. a) i lavori sono necessar:amente fermi e ciò sin dall'epoca nella quale l'agricoltore !ha sottratto ai coloni tutte le scorte e i mez.zi di le.voro. I contadini hanno compiuto quei lavori che potevano com,piere senza U sussidio di bestiame e ài 1macchine, quale lo spurgo di fossi, il tagHo <ielle piainte, rdovimenti di terra, vanga.tura di capezzagne, ecc. Tutta l'azienda però nel complesso è ferma e corre il rischio perciò di rimanere incolta se non muta l' atteggiamento dell'agricoltore e se l'organizzazi,one dei contadini non provvede a dare all ·azienda i mezzi di produzione. E' da rilevttre però come nella grande ma'ggioranza le aziende occupa te a:ppartengano alla categoria b). 575

Agricoltori che • non capiscono I casi accennati nelle altre categorie rappresentano solo una piccola minoranza, di modo che la fl.sonon1:a, generale della zone. è data dalle caratteristiche delle aziende nelle quali la conduzione dall'll novembre scorso è fatte. de.i contadini, senza alcun intervento degli agricoltori nè direttivo nè finanziario. Ritengo perciò opportuno dare sullo stato delle azienè e da me vis:tate e che si trovano nelle sopraccennate condizioni una relazione più dettaglia te.. In generale ho rilevato che il bestiam.e è in ottimo stato di nutrizione e di salute: le stalle e le scuderie sono tenute pulite. Dalla 1 ucen tezza. de: metalli ho potuto dedurre oltre che le buone condizioni di salute del bestiame, anche che esso è oggetto di razione.li cure da _parte del personale di stalle. e di scuderia. L'alimentazione è fatta. esclusivaimente con fieno. senza alcuna aggiunta di mangimi complemental'ji. 1 Ciò ha :ndubbiamente provocato una. diminuzione del latte, come risulta ~nche dai dati di consegne. del latte alla latteria Cooperativa di Soresina. I seminati di grano, anche quelli seminati dai contadini dopo l'occupazione, sono in buone condizioni di sviluppo. Per le. massima parte sono stati erpicati e, dove era necessario, anche rullati. I terreni destina.ti e.Ila semina dell'avena e del marzuolo sono tutti pronti, e.Imeno :per quanto riguarda le. preparazione flSice. del terreno. Sono in corso i la VOri di preparazione degli , appezza.menti Bi 526 :a Gino Bianco destinati al granoturco. In generale questi lavori sono stati comp: uti con grande diligenza, curando assai le. raccolta delle reJcli'ci, delle erbe infestanti, il traccie.mento dei canali di scolo, l'interramento del letame, la rottura delle zolle, ecc. I prati banno ricevuto tutti la concimazione organica a ba.se di terricc:iat:: sono stati erpica.ti. ·E' stato proceduto allo s_purgo cli fossi, allo sciavo delle gabbate mature, all'impianto dei piedistalli per il letame nei diversi appezza.menti e si sta provvedendo alla rimonciatura dei gelsi e a.11':mpia.nto degli a.stoni. In generale si nota nell'az:enda, sia in campagna, che nei cortili e nei fabbrica.ti, molto ordine e pulizia. Il morale dei '.Contadini, sia capi che gregari, è ottiwio e altiss:mo, ad onta dei sacrifici sòstenuti; molti di essi non hanno ,percepito un soldo di salario dal novem.bre scorso; la grande maggioranza he. avuto solo un breve anticipo da.ll'UffiCio del Lavoro di Cremona; vi è in tutti un grande senso di disciplina verso i capi cascina, dei quali riconoscono l'autorità, buona volontà di lavorare, e almeno nelle intenzioni di tutti i lavoratori, volontà di lavorare con criteri tecnici e razionali. In una parola, ho potuto rilevare che Sin qui le az: ende sono state condotte bene. Chi è che non vuol seminare Oggi però i capi-caseina. son oltremodo ·preoccupati per il fatto che, essendo orma.i giunto il rromento per le semine e le conc:mazioni ,primaverili, essi mancano sia dei semi che dei concimi. per il fatto che gli agrieol- '

tori, i quali Si sono procurati questi mezzi di produzione 3i Tifi-utano di darli ai contadini per compiere i lavori. Per tale fatto, perciò, le e.ztende corrono il rischio di rimanere incolte in quelli appezzamenti che debbono ancora ricevere il seme e gli sforzi dei contafilni per mantenere in buone condizioni i prati già forme.ti e l semine.ti a grano, corrono il rischio di essere stat: inutili, per la mancanza delle concimazioni primaverili che possano aSSiC'Urare l'esito delle coltivazioni. E dopo aver rilevato qualche defieienza nelle cognizioni che i contadini hanno sull'uso dei conCi mi e in parte sulle rotazioni agrarie (per questo nOi non rifiutia'mo la direzione tecrmoa data dagli agricoltori) il cav. Del Bo continua: Perchè manca il latte IPer ,quanto riguarda la ·produzione del latte, lo scrivente ha ritenuto opportuno sentire i,n propood:to il si.g. Oddo Gia,rd.1,nieri, Di.rettore della Latteria Sociale di Soresina, aùla ,quale viene portato tutJto il latte della zona occupata. La. IDirezion.e della Latteria poteva ,perciò dare infoiim.azioni circa. la. piroouzio.ne del latte durante l'otocu'Pazione in oonfron 1 to coi periodi precedenti all'occupazione. Alle mie analoghe doQIIllanùe !U sig. Od.do Giard.inj eri ebbe a ri- &pondere in questi tem1iini: « La La.tter.:e. di Soresina st trova nella r.ecessità di licenzia.re del persona,1-e per la <iliminuita. quantità del la'bte da ,lav~are. •« tLa quaintità del latte consegne,to alla Latterie. nell'inrverno. 1000-,21 è pressochè :la metà della Biblioteca Gino Bianco quantità oonseginalta negli tnverni ~recedenti. 0« :Dall'inizio deH'occupazjone la. quantità del ,latte è diminuita. in misura superiore alla normale diminuzione che si veriiflca ogini einno nei mesi di novembre e dic-embre. ,cc Aibtual:mente, prima. della set .. till'Il8ir.a dli marzo non si è not8/ta alcun a'UIIIlenrto s·ensibile nella. ,prod!uzi-one, mentre al contra.rio r.egli anni 6C01'Si a questa epoca 1'.aiuim,ento era assai sensibile». Le ca.use di ,questo fenomeno, seconoo il sig. Gtaixtt•nieri, sono di due ordini. 1) quelle dovute a provvedimenti presi 1n ·previsione del1 'occupazione, e cioè: a) la vendita di ce.pi di bestiame in misura su,periore al normale; b) mancata rimonta della bergamina; 2) quelle invece dovute all'occupazione e precisamente: a) vendite. di capi produttori di latte fatta dagli ngricoltori · durante l'occupazione ad onta della vigilanza. dei coloni; b) alimentazione irraz:.onale delle vacche de. latte per il mancato uso dei mangimi complementari in aggiunta al fieno. Provvedimenti Data la stagione avanzata, 1 provvedimenti seguenti debbono essere attuati con la massima sollecitudine: a) assicurare a tutta la. zone. occupata una opportune. direz:one tecnica, che ,potrebbe essere costituita da un .direttore centrale e da quattro direttori di reparti ( Soresina, casalbutte.no, Castelleone, Pizzighettone). La.· direzione tecnica deve provvedere e.Ile. conduzione delle diverse aziende, mantenendo ad ognuna 577

la propria incCpendenza tecnica ed economica, valendosi dell'opera. det singoli ce.pi-cascina e conooguentemente delle diverse maestranze. E5se. deve specialmente stabilire l'ordine delle col ture, provvedere i semi e i concimi e al relativo sparg:mento, secondo la neressità. delle diverse colture e dei singoli terreni; b) provvedere i semi per le colture gmnarie primaverili (avena, frumento, marzuolo, granoturco) e per le !oraggere (erba mecuca, trifoglio, ladino), e i concimi per le d:verse colture; c) provvedere mangimi complemen ta.rt specialmente per il bestiame da latte. E rilevando le grav;, difficoltà di ordine tecnico, finanziario, com mercial~ e politico che Bi oppongono ai dirigenti dei contadini, per l'tD-ttua.zione rapkìa dei provveà~menti suggeriti, il cav. Del Bo continua: Per questi motivi •lo scrivente ritiene che sia ;nece666rio l' intervento del Governo 11 quaale .incti,pendentement.e dalle pratiche -che vorrà svolgere per la sol uziome del conflitto ed: esclusiva,.. mente nell'interesse della prodUzi-one agr.1-0ola e della. econoania. naziona,le che sarelJbei•o gre,vemen te da.n neggie:te dallo stato di semi-inco1tura nel'la quale verrrebbe tra breve a trova.rsi 1~ zona se non interviene quaJCbe tatto n,uovo dovre'bèe provveder~ a me-Lzo dJ. uno 6/peciale com... missa.rio tecnico gover.nativo alla. eonduzione delle aziende stesse. Qu~to commissario dovrebbe avere un compito esclusivamente tecnico: provveder~. cioè, alla conduzione delle aziende e conseguentemente a coni'piere tutte le operazioni di acquisto, di semina, di raccolta e di vendita, nell'interesse della mano B !;7~ :a Gino Bianco d'opera e .degli agricOltori tra.ttenendo a disposizione dei contadini e dei conduttori gli eventuali profitti delle aziende in attesa che il conflitto possa avere la sua soluzione. I mezzi finanziari dovrebbero in un primo tem_po essere forniti dallo stato, salvo a rive.Iersi sui prodotti che a otterranno. 'Per L'esecuzione del suo compito egli dovrà v1r lersi della organizzazione colonica esistente, mettendosi contemporanea.mente .ln rapporto coi singoli agricoltori in modo da avere da questi informazioni sulle consuetudint agricole della zona e tmrre da essi il prodotto della loro esperienza. In tal modo il Governo - senza. enitra.re -nel merito delia. questione che è ragione dei conflitto - assicurerebbe la conduzione delle aziende nell'int&resse esclusivo dell'economia !Ilazionale e senza pregiudizio degli 1'ntere561. delle. ,parti in con!lltto, le qua.li perciò dovrebbero dare al C-0mm.i66ario governaitivo 11 miglior oom~i to affiò:atogM. La risoluzione della dolorosa situazione create.si nelr Alto Cremonese ha carattere d'urgenza. !Non potendo in Jinea morale essere risolta in breve termine~ deve es6ere cura del Governo dt ris-01 verla almeno in lL.'"'lea tecnica; il che, seoondo il parere dello scrirverute può e66ere fatto con grande re.pidità: (Da il Domani SoCiale clel 3 aprile 1921). Dott. Carlo Del Bo, tecnico a;grario, incaricato dal Ministero deU' Agricoltura di compiere l'inchiesta. Fu uno dei compilatori del « Lodo Bianchi ».

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