96 sulla • eliminazione delle fluttuazioni cicliche •. ma soltanto sulla •attenuazione•, il che ripropone un problema di scelta fra il costo della probabile maggiore intensità dei cicli - per l'economia di mercato - e quello della direzione burocratica del sistema economico - per l'economia piani• ficata. Problema che non si risolve a priori in sede teorica, ma empiricamente, vagliando tutte le circostanze di fatto che caratterizzano situazioni ambientali determinate nel tempo. Di queste soluzioni negative o parzialmente positive non si accontentano i pianificatori più tenaci. Alcuni di essi le reputano semplicistiche, perché elaborate con insufficienti strumenti logici. Da poco più di un decennio infatti gli sforzi dei costruttori della teoria economica dei sistemi socialisti si sono orientati verso la ricerca di un metodo di calcolo economico che, utilizzando la conoscenza già acquisita delle relazioni fondamentali tra le forze componenti il meccanismo del mercato, tende a stabilire come si possa pervenire all'equilibrio del sistema, evitando il costo delle prove ripetute e dei conseguenti errori, che sono propri del mercato. Si riconosce ormai insopprimibile la funzione dei prezzi, intesi come l'espressione delle preferenze utilitarie dei consumatori, ma sul modo di pervenire alla conoscenza dei prezzi di equilibrio si divaricano due grandi correnti di pensiero: l'una procede nel solco tracciato dalla scienza ortodossa, l'altra segue sentieri ancora incerti per terre inesplorate. Da coloro che si sono arditamente lanciati in questa ricerca da pionieri, si osserva che il prezzo, di cui solitamente ragionano gli economisti, è il prezzo di oggi o quello di ieri. La sua conoscenza è inadeguata a costruire una corretta teoria del piano economico; perché il piano si riferisce a eventi futuri, preconizza andamenti dinamici di quantità prodotte e conusumate, di investimenti di capitali, di forze di lavoro, di terre e di fattori naturali. 11prezzo di oggi è l'espressione di una situazione fuggevole; peggio ancora il prezzo di ieri, che è la sintesi di un momento già sommerso dall'onda del tempo. Cosa mai possono dirci il prezzo di oggi e quello di ieri, se domani la popolazione sarà cresciuta, il reddito nazionale sarà cambiato e la sua distribuzione modificata; se, mutati questi dati originari, ognuno rifarà, sia pure secondo personali motivi di convenienza, il calcolo fra risparmio e consumi, adattando quello e questi alle circostanze del momento? I pazienti econometrici che, a cominciare da H. Schultz e nel solco da lui tracciato, volessero predeterminare domande future di beni sulla scorta di prezzi e di consumi del passato sarebbero vittime di una ingenua illusione. Delle loro elaborazioni ed extrapolazioni nessun ente pianificatore potrebbe giovarsi, per costruire piani, che risulterebbero certamente erronei alla prova dei fatti. li pianificatore accorto, per evitare le fluttuazioni cicliche, non ha da fondarsi sulla conoscenza dei prezzi di oggi e neanche su quelli di ieri. Deve calcolare i prezzi di domani, di doman l'altro e via di seguito nella successione interminabile del tempo, alla quale porrà un limite solo per non sobbarcarsi alla sovrumana fatica di costruire piani anche per le generazioni a venire, le quali, crescendo e arrivando all'età della ragione, potranno prowedervi per loro conto. Per il pianificatore, dunque, contano solo i prezzi futuri. Quei prezzi che di giorno in giorno saranno necessari per tenere in equilibrio tutte le domande-offerte di tutti i beni e servizi, in modo che non vi siano risorse economiche inutilizzate e con la piena occupazione vi sia anche la stabilità del sistema economico e nella stabilità la massima soddisfazione dei bisogni dei consumatori e la massima produttività delle ricchezze assorbite dai processi di lavorazione. Un suggestivo libro di Cari Landauer Questo sembra che sia l'ultimo concepimento di un sistema economico pianificato, che ripudia le più ingenue speranze dei teorici del socialismo sulla possibilità di fare a meno della moneta, dei prezzi e dell'iniziativa individuale e ammettendo nel loro complesso tutte le forze caratteristiche del mercato, la pianificazione intende soltanto come una guida di tali forze, in modo che lo sviluppo economico di un paese proceda con regolarità, senza fluttuazioni cicliche e senza disoccupazione di fattori produttivi. L'ideale della • stabilità economica • è il fine e il piano generale il mezzo per conseguirlo. L'economista Cari Landauer si è proposto di tracciare lo schema razionale di siffatta pianificazione che egli definisce • democratica • ed Il suo pensiero ha espresso in un volume dal titolo Theory of national economie plannlng (Universlty of
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