90 potersi ammettere però che quando la negligenza e l'inabilità degli amministratori di una impresa privata sono giunte a un punto tale da non poter essere nascoste agli interessati, esse potrebbero essere già state conosciute da un efficace organo di ,controllo centrale. Organo di controllo le cui funzioni sono ben distinte da quelle del dirigente e si concretano nella determinazione delle finalità economiche e sociali che la statalizzazione dell'impresa in questione deve raggiungere, nell'inserimento dei risultati, che pertanto si prevedono possano essere raggiunti in quel settore, in un piano economico generale e nella elaborazione delle altre misure che dovranno integrare, agli effetti dell'attuazione del piano, l'opera delle imprese nazionalizzate. L'attività del dirigente dell'impresa, date queste direttive, ha un campo vastissimo in cui le è riconosciuta la massima autonomia e per il quale l'opera dell'organo centrale si riduce a un controllo a posteriori e a suggerimenti che non debbono interferire con la responsabilità del dirigente. Responsabilità che può esprimersi in termini economici cosf come è economicamente stimolata e rimunerata l'abilità di tutti i partecipanti alla produzione. Per quanto riguarda poi la mancanza dello stimolo derivante dalla possibilità di fallimento è da osservarsi: 1) che il fallimento diventa - in condizioni normali - sempre meno probabile e sempre piu dannoso al crescere della dimensione ottima: 2) che generalmente il cambiamento del dirigente e la riorganizzazione della azienda possono permettere di evitare col fallimento i danni che ne conseguono. Spesse volte è sufficiente assicurare disponibilità finanziarie per il breve periodo di disagio perché la gestione possa riprendere il suo flusso normale. In tutti questi casi la difficoltà o meglio l'impossibilità di fallire - nel senso comune della parola - costituisce un aspetto positivo della pianificazione· 3) che vi possano essere altri interessi ' economici e sociali che non possono in regime liberista evitare il fallimento di imprese private e che pure subiscono irreparabili danni per colpe - quando sussistono - altrui. Per simili ragioni si è già ritenuto opportuno affermare la necessità di evitare il fallimento degli istituti di credito:4) che spesso al fallimento si giunge per gravi responsabilità degli amministratori, che un efficace controllo che gli azionisti non possono svolgere (dei sindacati non parliamo neppure) avrebbe potuto evitare. Ci sembra che a base dell'avversione di molti casi alla socializzazione vi sia un eccessivo e ingiustificato ottimismo nel giudicare l'ordinamento economico attuale che è la pietra di paragone dell'economia pianificata. In molte pubblicazioni sulla nazionalizzazione ad esempio si ha un concetto inesatto del monopolio. Cosf nella ricordata pubblicazione dell'ANIDEL si sostiene che non esiste un monopolio nell'industria idroelettrica in quanto • la fissazione delle tariffe è vincolata per le piccole utenze alla concorrenza di altri mezzi, mentre per le utenze più importanti è condizionata dalla possibilità da parte dell'utente di produrre direttamente l'energia con Impianti propri anche di modeste dimensioni e di pratico uso,. 16• Nei recenti studi economici 17 si nota un tentativo di superare la semplicistica distinzione classica di libera concorrenza concepita come la regola generale e di monopolio concepito come l'eccezione, alla quale è sempre possibile ovviare con leggi antitrust. La realtà economica è piu complessa. Accanto a diversi offerenti atomistici possono operare una o piu imprese che, per la quota di offerta che esse controllano, hanno poteri piu o meno vasti di influire sul prezzo. Le situazioni piu diffuse sono quindi quelle di monopoli impuri (delle piu varie graduazioni) e di oligopoli impuri. Il potere dei monopolisti e degli oligopolisti naturalmente dipende dalla elasticità della offerta degli offerenti atomistici (anche potenziali) e dalla elasticità della domanda la quale a sua volta dipende anche dalla possibilità di usare beni concorrenti. Questo sanno quelle imprese, come le idroelettriche, che ricorrono a tutti gli espedienti per differenziare i loro prodotti spesso con un evidente danno dal punto di vista economico generale 1s. E' appunto la considerazione dei danni a cui possono portare queste situazioni monopolistiche e del loro potere nella vita economica che - prevalentemente - pone Il problema della nazionalizzazione. Per tenere conto delle osservazioni del Corbino 19 poi, dovremmo dimostrare che la quasi totalità delle situazioni monopolistiche non figurano certamente negli • annuari
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==