giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

• l'economia "socializzata" per metà "privata" per l'altra metà, sarebbe un assurdo economico oltre che politico •. Forse perché lo stesso ritiene che lo sbocco dell'attuale evoluzione sociale sia la socializzazione integrale degli strumenti di produzione. Certamente ogni sistema economico e quindi anche quello dell'economia pianificata è soggetto a continua evoluzione. Ma ciò non autorizza a ritenere che esso sia un assurdo economico. Sono certamente piu utili, ai fini del rinnovamento dell'attuale sistema economico, esami obbiettivi e approfonditi delle possibilità e del limiti, nell'attuale sistema economico e politico, della socializzazione di non quanto lo siano agitazioni che si nutrono di retorica e si illuminano di prospettive vagamente espresse. come sembra essere lo studio del Della Giusta. E' evidente quindi che l'Impresa socializzata in una economia collettivista presenta alcune caratteristiche diverse dall'Impresa socializzata In una economia pianificata. Legami piu intensi avvincono le imprese collettiviste agli organi centrali. La loro autonomia si limita a garantire la possibilità di una valutazione sia pure approssimata delle loro singole produttività, valutazione necessaria per assicurare una economica ripartizione della ricchezza e un efficace sistema di Incentivi. Nelle discussioni che Il tema suscita, tale differenza qualitativa oltre che quantitativa non sembra ben presente. Ciò è forse dovuto alla tentazione di suffragare le proprie opinioni sull'argomento col risultati dell'esperienza russa. Indubbiamente questa offre molto • materiale • anche allo studioso dell'economia pianificata, Il quale però deve essere ben consapevole delle differenze obbiettive che esistono tra l'ordinamento economico sovietico e gli ordinamenti di economia pianificata che sorgeranno nel paesi dell'Europa occidentale. Naturalmente se li settore socializzato tenderà ad espandersi e l'Influenza del settore privatistico tenderà ad annullarsi Il sistema dell'economia pianificata si avvicinerà all'ordinamento collettivista. GII Interventi dello Stato nel sistema economico - In una economia pianificata - non si limitano a correggere gli errori che dal punto di vista del tornaconto delle singole aziende possono essere commessi dal loro dirigenti, la cui attività è sempre meno controllata dal meccanismo di 85 mercato e sempre piu caratterizzata da poteri monopolistici. Tali interventi quando contrastano con il tornaconto della singola impresa per favorire riorganizzazioni economiche, perfezionamenti nelle tecniche produttive (come ad esempio l'industrializzazione dell'agricoltura) che l'iniziativa è incapace di attuare e che portano ad un incremento del benessere economico generale, perseguono un criterio rigorosamente economico, sia pure extraziendale. Né questo criterio economico ci sembra indebolito dalle altre condizioni che vengono poste alla pianificazione (occupazione totale, ecc.) che concorrono ad integrare il criterio della massimizzazione del reddito con altri ai quali non può essere disconosciuto il carattere di economicità (stabilizzazione e perequazione dei redditi). li concetto di • benessere economico • può essere, secondo il metodo seguito dal Dami e giustificato dal De Maria•. il metro per confrontare in sede teorica (in sede storica non si può ignorare il definitivo superamento di certe condizioni postulate dal liberismo economico) la economicità di un sistema economico liberista, collettivista e - aggiungiamo noi - di economia pianificata soltanto se discende dalla considerazione della complessità del criterio economico. Per quanto ciò non sia esplicitamente affermato nel ricordato scritto del De Maria la condizione prima che il Dami pone a un sistema economico perchè raggiunga il massimo benessere economico ci sembra consapevole di una tale complessità del criterio economico. Giustamente osserva Il De Maria che la prima condizione libertà di scelta per il consumatore, che deve essere oculato (cioè sottratto alla réclame tendenziosa), e In grado di possedere quel quantum di reddito spendibile che sia proporzionale alla di lui capacità di godere non è comunismo. Aggiungiamo che - a parer nostro - la stessa condizione non è liberismo. Non cl sembra Infatti che In proposito gli economisti non abbiano osservazioni sostanziali da fare. La libera determinazione delle retribuzioni e la libera formazione e distribuzione del profitti di congiuntura e di monopolio è lungi dal realizzare tale condizione. A parer nostro, Inoltre, la seconda condizione che si producesse fino a che Il valore d'uso del prodotti, dato dal consumatore

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