74 Apprendiamo, dai due saggi dell'Hayek, che in Germania e in Inghilterra, per influenza delle critiche del Mises, si è fatta strada anche fra numerosi scrittori socialisti la convinzione che. anche in una economia collettivistica, sarà necessario creare, in un modo o nell'altro. un sistema di prezzi dei fattori della produzione. Ma dei prezzi puramente contabili, figurativi, che non misurano l'effettiva scarsità relativa dei vari fattori, non servirebbero allo scopo. Alcuni propongono l'istituzione di un mercato artificiale (ma l'impossibilità pratica di attuare questo progetto è dimostrata dall'Hayek nel saggio finale); altri. aprendo delle prospettive poco allettanti, crede che le difficoltà sarebbero in parte eliminate se fossero soppresse tanto la libertà di scelta delle merci da parte dei consumatori, quanto la libertà di scelta di una occupazione. Non risulta che agli scrittori socialisti sia riuscito combattere validamente le critiche esposte dal Mises, o dimostrarne la trascurabile importanza, o indicare delle soluzioni che ovviassero alle critiche stesse. E' da augurarsi che il presente volume sollevi anche in Italia delle feconde discussioni. Come si è detto, i quattro autori analizzano un sistema socialista nel quale i mezzi di produzione sono proprietà collettiva. Ma è chiaro che le loro conclusioni si applicano in gran parte anche ad altre forme di collettivismo nelle quali. pur essendo mantenuta la proprietà privata della terra e del capitale, il mercato è soppresso, e i prezzi tanto delle merci di consumo quanto dei fattori di produzione sono fissati d'autorità e pertanto non esercitano piii una funzione regolatrice. D'altra parte, è opportuno ricordare che in un regime di libertà economica (come l'esperienza insegna) varie forme di monopolio turbano la connessione fra costi e prezzi di vendita e ostacolano la distribuzione razionale delle risorse economiche fra i vari usi (che si attuerebbe in un regime di libera concorrenza): punto. codesto, che avrebbe meritato da parte dei nostri autori uno svolgimento adeguato alla sua importanza. A sostegno della tesi che afferma la superiorità dell'economia collettivistica in confronto di un'economia fondata sulla libertà economica, molti adducono l'esperienza russa, alla quale accenna anche l'Hayek. Nel corso di vent'anni la Russia ha creato un'attrezzatura industriale la cui potenza si è rivelata durante la seconda guerra mondiale. In Germania il nazismo era riuscito, dopo il 1933, a sopprimere la vasta disoccupazione, di cui negli anni precedenti soffriva l'economia tedesca. Ma non bisogna dimenticare che in questi due casi si trattava di un'economia non di pace, ma di guerra. In un'economia di guerra c'è un solo scopo, verso il quale sono fatti convergere tutti gli sforzi del paese, cioè aumentare il più possibile la produzione bellica, senza riguardo ai costi, riducendo nel tempo stesso i I consumo della popolazione civile al minimo compatibile con le esigenze fisiologiche. Il problema, che in tali condizioni il collettivismo deve risolvere, è enormemente semplificato, perché non si tratta piii, come in una economia di pace, di distribuire le risorse del paese fra scopi diversi, di cui deve essere valutata l'importanza relativa, in modo che i bisogni della popolazione siano soddisfatti nel maggior grado possibile. Le condizioni eccezionali. nelle quali si sono svolti l'esperimento russo e quello tedesco, non permettono di giudicare se il collettivismo sia in grado, piii della libertà economica, di assicurare e accrescere il benessere economico delle masse. In Germania la disoccupazione fu soppressa grazie all 'instaurazione di un mostruoso regime di coazione, che gravava in modo particolare sulle classi lavoratrici, obbligate a lasciare che tutta la loro attività fosse regolata da organi statali o del partito, senza possibilità di opposizione. Da ultimo accennerò a un aspetto del problema, che non è stato toccato da nessuno dei quattro autori. Essi affermano, e dimostrano, che una economia pianificata non può utilizzare in modo razionale le • risorse disponibili • mancando la possibilità di un calcolo economico. Ma le risorse disponibili non sono una quantità fissa. In una economia individualistica non tutte le risorse esistenti sono messe a profitto per la produzione: per esempio, un proprietario di terre può trasformare i suoi fondi in giardini o in parchi anziché coltivarli a grano. Le recenti esperienze germaniche mostrano quali enormi riserve latenti di lavoro possano esistere in un popolo, cioè il lavoro delle donne, degli adolescenti, dei pensionati, Il prolungamento della giornata di lavoro per coloro che già
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