giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

I partiti si presentano ancora come provvisori, le classi politiche quasi ancora improvvisate, e mancano il freno ed Il contrappeso fondamentale all'oppressione statalista, cioè tradizione, esperienza e capacità di autogoverno: disagio, dicevo, fra questa tendenza e la coscienza dei compiti sociali che allo Stato spettano. Fortissima coscienza, tanto che anche per noi sono I fini sociali che comandano, e ad essi la politica economica dello Stato deve essere subordinata. Ciò evidentemente, se questa subordinazione si deve tradurre in una politica concreta, Implica dei piani economici. Noi stessi ci proponiamo, appena sia superata questa fase acuta di crisi economica, di presentare qualcosa che per l'Italia abbia il carattere e la portata che il piano Beveridge ebbe per l'Inghilterra. Questa nostra posizione, se vogliamo andare piu a fondo, trova la sua radice nella nostra concezione generale della società italiana per la quale, nella fase storica che essa attraversa, è capace di assicurare l'optimum sociale ed è storicamente congrua una politica che riesca a contemperare la convivenza dell'impresa capitalistica privata, caratterizzata dalla libertà della scelta e dal rischio, con un'azione ed un intervento dello stato necessari e sufficienti a realizzare I suol fini sociali. Ora, noi avevamo ritenuto che questa esigenza fosse già soddisfatta dalla dizione del primo capoverso dell'articolo 31, che io avevo trovato ardito e soddisfacente. In esso si dice che si riconosce Il diritto al lavoro e che questo diritto al lavoro implica che lo Stato promuova le condizioni per renderlo effettivo. Che cosa può significare questo In un Paese di 46 mllionl di abitanti, con Il ridotto territorio agrario e la scarsità di materie prime che esso ha? Significa evidentemente una politica capace di sviluppare quelle attività Industriali che abbiano maggiori capacità di assorbimento di mano d'opera, d'Incorporamento di lavoro nel prodotto, e che l'economia agraria sia la plu adatta allo stesso fine. Questa politlca Implica di per sé un plano, e per questo, amico Foa, ritengo superfluo Il vostro emendamento. Lo ritengo anche pericoloso per l'Impressione che esso può dare all'oplnlone 63 pubblica giustamente diffidente: lo statalismo è implicito nella parola • piano •. Aggiungo che la stessa formulazione del vostro emendamento è impropria ed equivoca. Voi parlate di • attività produttiva •: quale ragione vi è di trascurare l'attività di scambio, e soprattutto la politica del credito? Voi sapete bene che in un paese come il nostro. in fondo, il solo controllo degli investimenti è necessario e sufficiente ad orientare la politica economica secondo il massimo di convenienza. Voi parlate di • utilità sociale •, e questo - è stato già detto - Introduce un criterio soggettivo di scelta, pericolosamente esposto all'arbitrio di variabili maggioranze politiche. Voi avete parlato prima di • massimo rendimento • che, collegato all'attività produttiva che voi volete pianificare, introduce un criterio grezzamente produttivistico che può essere contraddittorio con il criterio dell'utilità sociale. Se, per esempio, nell'agricoltura doveste adottare il criterio produttivistico, evidentemente otterreste un aumento della disoccupazione con conseguenze sociali evidenti. Ci sono evidentemente possibilità di contraddizione ed incertezza nel criterio che voi volete assumere, mentre un semplice criterio generico non può essere definito. Ciò ci mette seriamente in imbarazzo di fronte al vostro emendamento, e siccome d'altra parte dispiace a gente come noi, nella nostra posizione, di sembrar contrari all'affermazione di un indirizzo dell'attività pubblica diretto ad accrescere il benessere del popolo, vi domandiamo: non potreste rinunciare all'emendamento, cosi come è stato formulato? E poiché è ormai impossibile modificare Il capoverso primo dell'articolo 31, vi domando se non vi contentereste di rinunciare all'emendamento attuale - ciò che vi consentirebbe di avere Il grande vantaggio politico di ottenere la unanimità dell'Assemblea nella affermazione di questa moderna necessità dell'attività dello Stato - modificando la dizione dell'articolo 37, nel quale tra Il primo ed Il secondo comma, si potrebbe Inserire un comma che dicesse: • A raggiungere questo fine pubblico, spetta alla Repubblica di Indirizzare e coordinare le attività economiche del Paese•.

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