giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

56 votazione che ci divida: noi non dobbiamo dividerci sul terreno dell'amore alle classi lavoratrici, perché qui tutti abbiamo il diritto di pretendere che l'interesse di . queste classi sia da tutti difeso in purità di fede. (Vivi applausi). PRESIDENTE. Si riprende la discussione del progetto di Costituzione della Repubblica italiana. TAVIANI. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà TAVIANI. Il gruppo democristiano voterà contro l'emendamento proposto dall'onorevole Montagnana. (Commenti a sinistra). Il nostro voto sarebbe sufficientemente motivato ove noi ci limitassimo a dire che l'emendamento stesso avrebbe dovuto essere presentato come sostitutivo della seconda parte del primo comma dell'articolo 31. Infatti, dopo aver riconosciuto Il diritto al lavoro a tutti i cittadini, il testo dice: • La Repubblica promuove le condizioni per rendere effettivo questo diritto•. Ora, In luogo di questa dizione. si sarebbe potuto adottare quella proposta dall'onorevole Montagnana. Qui sta la sorpresa della procedura adottata nella presentazione dell'emendamento. Devo infatti rendere atto all'onorevole Laconi che egli mi aveva privatamente awertito che i comunisti aveano già predisposto un emendamento a questo articolo. Ma l'emendamento avrebbe dovuto essere sostitutivo del primo comma dell'articolo. Accettarlo ora, che il primo comma è già stato votato, significherebbe adottare due formule diverse per affrontare, risolvere, inquadrare costituzionalmente un identico problema. Peraltro, noi non vogliamo trincerarci dietro ad una questione di forma e di procedura, e dichiariamo apertamente che la questione sollevata dall'emendamento presentato dagli onorevoli Montagnana e Pajetta coinvolge una sostanziale divergenza fra la concezione comunista dell'economia e la nostra concezione. E' per questa ragione che la mia dichiarazione sarà lunga, assai piu lunga delle mie precedenti, che sono state tutte brevissime. L'effettiva realizzazione del pieno impiego può implicare la necessità di un'Integrale pianificazione dell'economia? Deve implicare l'accentramento di tutte le iniziative economiche sotto un'unica direzione che organizzi la produzione, ordini _la distribuzione. determini ed imponga I bisogni anche individuali, elimini qualsiasi proprietà privata, qualsiasi libertà di Iniziativa, tutto riducendo alla burocrazia di un complesso congegno collettivo? Una voce a sinistra. Chi dice questo? TAVIANI. Lo dico io. Effettivamente, l'attuazione, in senso assoluto, della politica del pieno impiego può implicare anche questo. Per una garanzia assoluta del pieno impiego, una politica economica di questo genere può essere necessaria. Necessaria, ma non sufficiente. Infatti, quand'anche una politica di questo genere dovesse ritenersi necessaria, non sarebbe sufficiente in un paese povero e sovrapopolato come il nostro, per li quale sarebbe piu che giustificato dubitare che non sia possibile assicurare un pieno impiego ~e non si ricorra anche ad una forte e ordinata emigrazione. Tuttavia, anche quando una integrale pianificazione dell'economia risultasse sufficiente, noi non riteniamo che in alcun caso ad essa si debba ricorrere e ciò per due motivi fondamentali: 1•) perché un'economia integralmente pianificata, e quindi collettivizzata, per quanto la si voglia e possa idealmente proiettare allo scopo del benessere collettivo e quindi anche del pieno impiego, lascia troppo facilmente la possibilità di cedere alla tentazione di indirizzarla ad altri scopi, come egemonie Imperialistiche o privilegio di ristrette cerchie classistiche o ideologiche: 2°) perché un'economia integralmente pianificata sacrifica di necessità altri diritti della persona, altrettanto naturali ed originari quanto li diritto al lavoro, e, per esempio, il diritto all'appropriazione personale, al quale, con calorose parole, si richiamava ieri l'onorevole Zuccarlnl. Ed è stato proprio nel discorso dell'onorevole Zuccarinl di Ieri che è stato citato Giuseppe Ferrar!. Orbene, questo scrittore, pensatore, filosofo, economista del secolo scorso, perché è attuale ancora oggi? Non certo per li suo radicale antlcattollcesimo; è ancora oggi attuale perché nella sua • Filosofia della rlvoluzlone •, egli ha dimostrato l'lmposslbllltà di conciliare l'assoluto principio della libertà con l'assoluto principio dell'eguaglianza ..

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