50 quelli precedenti da non avere con essi alcun rapporto. Un'altra legge cornice, entro la quale si sviluppò l'attività privata che trasformò la Lombardia, fu dovuta ad alcuni economisti italiani del 18° secolo; essa sanciva che coloro i quali avessero migliorato i loro terreni potevano godere il frutto dell'incremento di reddito senza pagare un sovrappiu d"imposta. E' questa la legge che Carlo Cattaneo definì legge civile in confronto alle barbare leggi che in altri paesi colpi• vano i I reddito appena colto, e fu quella che incoraggiò la trasformazione e il miglioramento dei terreni. Noi non abbiamo bisogno di piani complicati imposti dall'alto e di assurda applicazione, in quanto almeno uno dei fattori produttivi si comporterà sempre in modo diverso dal previsto; senza contare che, finché è sancita la libertà di scelta delle professioni, almeno uno dei fattori sarà disponibile in quantità diversa da quel la decretata dai piani. Le leggi di cornice che stabiliscono limiti all'iniziativa privata favoriscono sempre l'iniziativa individuale e fanno si che questa possa svolgersi completamente: i piani generali dall'alto la mortificano. Debbo chiedere venia ai colleghi di diverse opinioni politiche se forse non rendo eccessivo omaggio alla novità del sistema dei piani che vengono dall'alto, che essi auspicano. I piani dall'alto non sono una novità ma una cosa antica quanto il mondo e in tutte le carte di tutti i principi (non dell'epoca illuministica, perché allora incominciava la critica) dell'epoca di decadenza, che venne dopo quella la quale spinse l'economia italiana nel 1200 e 1300 a fastigi mai prima raggiunti, essi diventarono comuni: e furono allora e saranno di nuovo in awenire - se essi saranno nuovamente applicati - non uno strumento di elevazione sociale ed economica, ma uno strumento di oppressione politica. Fu durante i secoli dalla fine del '500 alla metà del '700 che quei piani di riorganizzazione economica provenienti dall'alto si fecero piu frequenti, e non un editto si può leggere di quell'epoca nel quale non sia detto che i principi volevano recare benefici ai sudditi e volevano promuovere l'economia restringendola entro vincoli che allora si chiamavano corporazioni d'art! e mestle• ri: illegittime eredi, queste, delle vere corporazioni libere che esistevano nel 1200 e nel 1300. PRESIDENTE. Onorevole Einaudi, ascoltiamo volentieri queste sue considerazioni; ma la sua, come dichiarazione di voto, mi sembra troppo ampia. EINAUDI. Concludo: i piani imposti dall'alto sono sempre stati, nei secoli scorsi, antesignani di servitu politica e di schiavitu economica. Ho sentito ricordare con accento di critica la legge Chapelier, che meglio si dovrebbe far risalire a Turgot, la quale aboliva le corporazioni di arti e mestieri. Tengo a dichiarare che quella legge, sopprimeva piani che avevano arrecato il maggior danno all'economia pubblica ed avevano tenuto basso il tenore di vita del le classi lavoratrici. La legge abolitrice delle corporazioni dopo del piano generale non era diretta contro le classi lavoratrici; anzi era antesignana della libertà di coalizione, della libertà di sindacato, della libertà di sciopero. lo che sono favorevole alla libertà di scelta ed alla libertà di sindacato, non da oggi, ma da quando ho cominciato a scrivere in questa materia, dal 1898, dico che dobbiamo continuare a salutare storicamente con plauso quella legge abolitrice delle corporazioni di arti e mestieri, perché essa sopprimeva la schiavitu ed iniziava un nuovo periodo di libertà nel mondo e di elevazione delle classi lavoratrici. Noi, che vogliamo l'elevazione delle classi lavoratrici, vogliamo conservare il principio della libertà di scelta e siamo contrari all'emendamento, che questa libertà di scelta logicamente e necessariamente nega. (Applausi). FOA. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. FOA. A nome dei miei colleghi di gruppo dichiaro che noi voteremo a favore dell'emendamento in discussione. Colgo l'occasione di questa dichiarazione di voto per dichiarare all'Assemblea, come firmatario dell'emendamento In discussione ed essendo, In certo senso, responsabile di aver dato inizio a questo dibattito col mio emendamento di Ieri, di essere grato all'onorevole Einaudi e all'onorevole Pajetta, per avere essi contribuito a spostare questa discussione da quell'atmosfera di
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