48 senza senso. in quanto penseranno i legislatori del futuro a dare quel senso che ad essi piacerà meglio. Ma ciò dicendo, noi lasciamo questo principio, come dicevo prima, all'arbitrio del legislatore futuro. C'è però un'altra difficoltà alla quale io 'lli sono trovato di fronte nell'esaminare Il principio stabilito nell'emendamento: ed è che esso soffre della medesima interpretazione limitatamente benevola che si deve dare a tutti gli sforzi di coloro che vogliono conciliare l'inconciliabile. Se i col leghi mi permettono, vorrei ricordare quella che è l'esperienza quasi semi• secolare di insegnante di una facoltà giuridica. La maggior parte degli scolari diligenti, quando apprestano le tesi di laurea, si trovano di fronte alla difficoltà delle opinioni diverse delle fonti studiate. C'è l'illustre A. il quale ha un'opinione (tutti i professori sono illustri e sono chiarissimi, a seconda di una certa gerarchia che si forma fra di essi, e comunque non sono mai meno di egregi) mentre ci sono altri egregi uomini i quali sostengono una opinione B. Ed allora lo scolaro diligente cerca di trovare una conciliazione, quella cioè che si chiama la via di mezzo fra le diverse opinioni divergenti. Ed allora, per lo piu, le commissioni di laurea, le quali apprezzano la diligenza e non vogliono far si che essa non sia compensata, si spingono fino agli estremi a cui possono arrivare, ossia fino al 98 che è il gradino inferiore ai pieni voti legali, ma non arrivano ai pieni voti legali, in quanto questi ultimi suppongono una sintesi. vale a dire un'opinione personale. Orbene, questo emendamento, unito con i primi due commi dell'articolo 31, che noi abbiamo già approvato, mi ha l'aria di integrare un componimento diligente da parte di uomini egregi e studiosi i quali cercano di trovare una conciliazione fra principi che sono fra loro fondamentalmente contraddittori. Noi abbiamo, nel comma secondo. già approvato. stabilito alcune parole le quali contraddicono ad una parte del medesimo comma, ma contraddicono ancora piu apertamente all'emendamento che ci è presentato. Abbiamo dichiarato infatti che ogni cittadino ha il dovere di svolgere una attività od una funzione ecc. ecc. • conformemente alla propria scelta •. Queste parole • alla propria scelta •, già da noi approvate, rendono logicamente impossibile di approvare altre parole le quali dicono che la scelta deve esser fatta da qualcun altro, che è lo Stato. C'è una contraddizione Insanabile fra un piano che procede dall'alto. come quello insito nel! 'emendamento presentato al nostro esame. e le parole già da noi approvate, • alla propria scelta •· Lo Stato fa un piano: questo stabilisce che quella data industria in quella data località dovrebbe impiegare 50.000 operai, ma gli operai per propria scelta non sarebbero 50.000 ma solo 10, 15, 20 mila. Quindi il piano che è formulato dall'alto è di impossibile applicazione. Non può essere applicato poiché, se noi lasciamo alla libera scelta dell'individuo - come abbiamo già stabilito - la scelta della professione o del mestiere o comunque dell'attività di questo individuo, non possiamo poi affidarci al puro caso allorché abbiamo bisogno di impiegare in una industria 50.000 operai e di investirvi per esempio i 50 od i 100 milioni od il miliardo di lire di capitale che sarebbero necessari per realizzare il piano stabilito. Nella maggior parte dei casi tali elementi non coincideranno affatto e il piano sarà di impossibile applicazione. Il che vuol dire che se un determinato piano deve essere imposto dall'alto, se questo piano è imposto dallo Stato ed investe l'intera economia del paese, il piano non può logicamente e di fatto consentire la libera scelta della professione, del mestiere o dell'arte da parte dell'individuo. Quindi, adottando l'emendamento, noi verremmo implicitamente a negare il principio, che noi stessi abbiamo già ieri affermato della • libera scelta•· Dovremmo ritornare su quel principio e stabilire invece il principio opposto: quello del lavoro coatto, degli eserciti del lavoro, che ho sentito ieri che era stato proposto da qualche collega. Fra il principio, da noi respinto, del lavoro coatto, degli eserciti del lavoro, e l'emendamento che è stato a noi presentato c'è logica connessione. ma la stessa logica connessione non esiste fra il principio della libera scelta, da noi già approvato, e il principio del piano deliberato dall'alto per raggiungere - come ho detto prima - un fine che è di impossibile ed illogica definizione e che,
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