maggio 1947 L'Assemblea Costituenteboccia l'« emendamento Montagnana » Il 9 maggio 1947 si svolse all'Assemblea Costituente il dibattito e la votazione sul/'• emendamento Montagnana •. Esso cosi suonava: • Allo scopo di garantire il diritto al lavoro di tutti i cittadini, lo Stato interverrà per coordinare e orientare l'attività produttiva dei singoli e di tutta la Nazione secondo un piano che assicuri il massimo di utilità sociale•. Era stato presentato dagli onorevoli Montagnana Mario, Foa, Pajetta Giancarlo, laconl, Gr/eco, Minio, Ravagnan. Barontinl Ilio, leone Francesco, D'Onofrio, Arturo Colombi. PRESIDENTE. Sull'emendamento in esame è stata chiesta la votazione per appello nominale. Prima di provvedere alla votazione, consentirò agli onorevoli deputati che chiederanno di parlare di fare una dichiarazione di voto, con quella larghezza che l'importanza del tema consente. EINAUDI. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. EINAUDI. Nel dare un giudizio sull'emendamento proposto dall'onorevole Montagnana, mi sono trovato di fronte a due difficoltà. La prima è quella che non sono riuscito e non potevo riuscire a formarmi un'idea precisa di quello che potesse essere Il significato delle parole • un plano il quale sia Il massimo rendimento per la collettività •. Suppongo che gli onorevoli proponenti si siano trovati di fronte alla medesima difficoltà, In quanto ho udito ora che essi l'hanno mutato nel senso di proporre un piano che dia la massima utilità sociale. Essi hanno definito cosi quale sia lo scopo di un plano che dia Il massimo rendimento per la collettività: Il plano deve dare li massimo di utilità sociale. C'è una difficoltà per Intendere li significato da dare al fine che Il plano dovrebbe proporsi: ed è una difficoltà non nuova. 47 Intorno ad essa si discute da almeno centocinquant'anni, dal giorno in cui, per primo, il filosofo inglese Bentham ha esposto i concetti di utilità individuale e di utilità sociale ed ha fondato tutto il suo sistema economico sui principi medesimi. La difficoltà intorno a cui invano si sono finora travagliate generazioni Intere di studiosi è costituita da quello che, in linguaggio abbreviato, si dice essere il ponte fra l'utilità di un individuo e quella di ogni altro individuo. Ebbene, questo ponte non si è ancora trovato. Noi possiamo apprezzare quale sia l'utilità che ogni singolo individuo conferisce al fine che vuole conseguire, ad ogni cosa di cui si vuole appropriare, ma nessuno di noi è riuscito a sapere quale sia il significato che una collettività, anche di sole due persone, può dare all'utilità non dei singoli, ma dell'insieme dei due. Non è possibile fare la somma, né aritmetica, né algebrica, né organica, né di qualsiasi altra maniera, delle utilità di due individui realmente diversi. E' questa una difficoltà intorno alla quale si sono travagliate generazioni di studiosi, di uomini di prim'ordine. Ma ancora essa persiste. E' una delle tante difficoltà che esistono nello studio della scienza dell'economia politica. Tale difficoltà esistendo, io non riesco a comprendere quale possa essere il significato di un piano Il quale sia indirizzato a dare il massimo di utilità sociale. Saranno I legislatori I quali diranno a noi quale sia questo piano che dia il massimo di utilità sociale. Ma io credo che sia pericoloso, ed anche un po' senza contenuto preciso, scrivere nella legislazione una massima della quale nessuno finora, ripeto, In 150 anni di ricerche, sia mai riuscito a trovare Il significato preciso. Una norma la quale non ha significato è una norma per definizione anticostituzionale ed arbitraria. Qualunque Interpretazione darà li legislatore futuro alla norma, essa sarà valida. Nessuna Corte giudiziaria potrà negarle validità, perché tutte le leggi di Interpretazione saranno conformi a ciò che non esiste. Ma passo oltre a questa difficoltà, la quale potrebbe non sembrare conclusiva a uomini politici. I politici potrebbero dire: affermiamo un principio, anche se questo è
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