giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

pianti di produzione. Per essere plu chiari mentre l'associazione di due Impianti a deflusso, di pari potenza, ma con regime complementare perché l'uno alpino e l'altro appenninico potrebbe rendere pili ridotta la necessità di accumulo (serbatoi), oggi gli Impianti vengono impostati e costruiti con visione locale e con accumulo per w 150 invernale a Nord e con accumulo per svaso estivo al Sud, con un maggior costo evidente rispetto ad una soluzione unitaria del problema. Basta una tale impostazione unitaria delle pianificazione tecnica dei nuovi Impianti a dimostrare da sola la necessità della nazionalizzazione allo scopo di rldurrre I costi della produzione. 19, 20, 21, In detti punti si tratta il problema delle tariffe: problema vasto e complesso in tempi normali, ma aggravato oggi da una particolare situazione determinatasi: quella cioè che la natura di venditrice in genere di monopolio a prezzi multi• pii determina In periodi di deficienza di energia una tendenza Infrenabile, quale che sia il controllo di una industria privata, a spostare la vendita dal settori meno rimunerativi a quelli pili rimunerativi. Qualunque sia l'equiparazione delle tariffe al nuovi costi, cioè l'aumento delle tariffe per ragioni monetarle, sussisterebbe In tale situazione tale tendenza a meno di adottare, Il che non è possibile per ragioni tecniche ed economiche, un prezzo unico per tutti gli usi. Solo un Ente statale che non sia mosso da lucro può resistere alla tentazione di spingere la vendita nel settori che danno Incassi superiori alla media a detrlmentro di quelli che danno incassi inferiori alla media. Si consideri quale sarebbe la gestione delle ferrovie dello Stato se oggi fosse affidata al privati: essi tenderebbero a trasportare merci e persone corrispondenti alle tariffe pili elevate e rifiuterebbero I trasporti rimunerati con tariffe inferiori. E' Il fenomeno di - borsa nera interna - in una gestione a prezzi multipli: tutto ciò In un settore vitale per la nostra economia e nel quale le tariffe inferiori sono quelle normalmente pagate dai settori produttivi. 25. In tale punto gli elettrici si difendono dall'accusa di non unificare le tariffe 11u base nazionale; lo slogan è male espresso poiché questa non è un'accusa. bensr una constatazione della Impossibilità di effettuare tale unificazione che presuppone 45 necessariamente la unità economica, laddove esistono singole aziende con interessi contrastanti. La constatazione che anche in altri Paesi esiste un frazionamento notevole e varietà di tariffe è esatto: ma è anche esatto che a ciò si deve la spinta alla nazionalizzazione. poiché questo è uno degli assurdi che il pubblico tollera meno. 26. Detto punto riguarda la diffusione degli usi elettrodomestici. In realtà la diffusione di tali usi è in relazione al livello generale economico del vari paesi rappresentando essi una forma pili comoda e pertanto pili • lussuosa • di soddisfare determinati bisogni. In passato pertanto la diffusione degli usi elettrodomestici fu Il risultato di una alternanza delle situazioni di disponibilità rispettivamente economiche degli utenti e di energia degli enti elettrici. La situazione del momento è però caratterizzata dalla concomitanza di una tendenza degli utenti a sostituire con l'energia disponibile a tale settore perché e delle società elettriche a trasferire l'energia disponibile a tale settore perchè notoriamente pili redditizio. 27. In tal punto gli elettrici si difendono dalla nota accusa di eccessivi noli per i contatori. Lo slogan del contatori è In realtà ricorrente e diffuso: la colpa è però degli elettrici I quali essendo per natura del conservatori non hanno avuto l'accortezza di mutarne la dizione chiamandolo minimo di consumo: e continueranno pertanto a difendersi da tale accusa per non mutare una dizione. 31. I dirigenti elettrici difendono in tal punto gli stipendi altissimi e tanno riferimento al fatto che anche In Russia esiste una notevole sperequazione di stipendi fra dirigenti e personale inferiore: forse se su tale punto si potessero dare garanzie scritte, molti dirigenti accetterebbero la nazionalizzazione. 32. La tendenza a investire gli utili derivanti dalla gestione elettrica in partecipazione Industriali speculative viene giustificata adducendo la ragione che tali investimenti non raggiungano 11 5% degli Interi Investimenti. Tale giustificazione è evidentemente però insufficiente poiché è evidente che le attività non elettriche possono, sia pure con capitali minimi Investiti, provocare gravissimi deficit di esercizio: ad esempio un giornale può rappresentare

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