44 incautamente argomenti per formulare degli slogans certamente non comuni. 12. A questo punto gli elettrici ci informano che la nazionalizzazione dell'industria elettrica si andrà attuando in Italia nel quadro delle leggi vigenti. in quanto le concessioni effettuate dallo Stato hanno la durata massima di 60 anni e molte di esse cominciano a scadere fra venti, quando gli impianti passeranno gratuitamente in proprietà dello Stato. Già tra vent'anni pertanto il volume dell'A.N.1.0.E.L. sarebbe inattuale, a meno di modificare la legislazione esistente per fare la antinazionalizzazione. Forse a tale scopo si adoprano alcuni uomini dell'I.R.I. i quali hanno proposto un prolungamento di 30 anni delle attuali concessioni... gli è che gli uomini di 3 anni fa erano certamente assai piu progressisti di noi e vedevano la fase industriale dell'industria elettrica quale fase transitoria tendente a preparare un demanio pubblico delle forze idroelettriche del nostro Paese. Non sono vent'anni in piu o in meno a determinare la giustezza di un indirizzo: ma noi abbiamo ragione di ritenere che gli sconvolgimenti prodotti dagli ultimi avvenimenti della guerra mondiale possono avere provocato uno spostamento anche maggiore di venti anni normali. 13. In tal punto si vuol negare la diminuzione di dinamismo indubbiamente intervenuta nell'industria elettrica. Pure i dati prodotti dall'A.N.I.D.E.L. ne sono la piu chiara dimostrazione. Infatti dalle tabelle uno e due risulta rispettivamente: 1) che il valore degli impianti in bilancio che in dieci anni era salito da tre miliardi (1922) a 14 miliardi e mezzo (1932), con un moltiplicatore di circa 5. nel decennio successivo saliva da 14 miliardi e mezzo (1932) a 23 miliardi (1942). con un moltiplicatore cioè di soltanto 1,6. 2) dalla tabella seconda risulta che la producibilità degli impianti passava da 4 miliardi e mezzo a 15 miliardi e meuo nel decennio dal 1922 al 1932 (moltiplicatore circa 3 volte mezzo) e da miliardi 15 e mezzo a 20 miliardi nel successivo decennio tra Il 1932 e il 1942 (moltiplicatore 1,3). Risulta pertanto ridotto a meno di un terzo Il • dinamismo • degli elettrici. E' In questa seconda fase Infatti che Il comando dell'Industria elettrica passava ai finanzieri o ai distributori, mentre i pionieri dell'industria erano stati i tecnici costruttori di impianti di produzione. 14. In tal punto gli elettrici si difendono dall'accusa di non dover costruire nuovi impianti perché di maggior conto. E' innegabile che il fenomeno della guerra doveva influire anche su questo settore: ma vi sono oggi fondate ragioni per ritenere che gli elettrici vogliano subordinare la ripresa delle costruzioni ad impegni politici o a questioni di aumenti di tariffe. Sarà necessario introdurre un decimo comandamento, e cioè • non nominare invano il nome dell'industria elettrica• da inserire in apposito articolo della nuova costituzione 15. In detto punto apprendiamo che lo Stato ha il pieno controllo dell'I.R.I., della B.C.I., del Credito Italiano, del Banco di Roma e del Banco di S. Spirito: ma i maligni dicono che se lo Stato ne ha teoricamente il controllo, i suddetti enti sono però governati dal capitalismo privato: com'è stato messo in evidenza nel convegno dei Consigli di gestione dell'I.R.I. 16, 17. Nel secondo di questi due punti viene trattato in verità assai superficialmente il grave problema dei trasporti elettrici: asserire che non esiste tale problema quando è a tutti noto la moltiplicazione di linee di trasporto di enti pubblici e privati ed il fatto che energia viene trasportata in direzioni opposte sulla stessa direttrice per ragioni connesse alla • proprietà • dell'energia stessa, significa nascondere un grave problema che in altri Paesi (Inghilterra) ha provocato l'intervento dello Stato già venti anni or sono. 18. In tale punto gli elettrici si difendono dall'accusa di ostacolare un largo scambio di energia a carattere nazionale con parallelo generale delle reti. Lo slogan è male esposto: ciò che si lamenta in Italia è che la complementarietà fra i sistemi idrologici alpino e appenninico non è sfruttata come potrebbe esserlo, per mancanza di una visione ed una direttiva unitaria nella impostazione e nel dimensionamento degli Impianti di produzione: tal che la famosa rete di lnterconneslone non è stata costruita poiché un notevole scambio di energia nel senso Nord Sud non potrà mal aversi con l'attuale Impostazione degli lm-
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