giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

2 certe componenti delle forze di sinistra; le quali criticavano ad esempio le scelte del ministro Corbino (rinuncia al cambio della moneta, abolizione della nominatività dei titoli) in quanto privilegiavano l'iniziativa privata. I settori piu avanzati degli studi economici traevano ispirazione da J. M. Keynes; ma parecchi dei non molti keynesiani d'Italia ebbero un atteggiamento ostile alla pianificazione o programmazione (i due termini, insegnò Einaudi a coloro che volevano distinguerne il significato, dovevano considerarsi equivalenti); anche perché, come ha affermato Saraceno, questi economisti tendevano a considerare piu che sufficienti ad arginare le fluitazioni, gli strumenti della politica monetaria, fiscale e delle opere pubbliche. Ciò precisato, si può comunque fare un elenco delle iniziative che ebbero in varia misura intenti di coordinamento e di programmazione, e sollevarono un dibattito che in qualche modo coinvolse la nazione e le ipotesi di « piano »: dai « piani di primo intervento » degli anni 1944-46, ai lavori della costituente, alle iniziative governative come il CIR, il CEN, il Piano Fanfani-Case e la Cassa del Mezzogiorno, al Piano Marshall, al Piano del Lavoro di iniziativa CGIL. Negli anni di cui si parla, prima cioè della svolta produttivista realizzata nei primissimi anni '50, il fronte delle forze politiche favorevole - in modo largamente differenziato - a una qualche forma di intervento programmatore dello Stato include i partiti della sinistra marxista e laica, e una componente minoritaria ma consistente della DC. Questo schieramento costituf la maggioranza nei governi precedenti il giugno 1947, ed impresse il proprio indirizzo alle decisioni di politica economica di questa prima fase. Si trattò soprattutto di enunciazioni ( in primo luogo quella costituzionale); quanto alla attuazione delle decisioni molto spesso essa non ebbe luogo o fu distorta anche per la presenza di centri di potere che già andavano organizzandosi su una linea conservatrice: l'episodio del mancato cambio della moneta, di importanza decisiva per la attuazione di una tassazione dei sovrapprofitti di guerra e del regime fascista, è indicativo. Una serie di rinvii « tecnici », che giunsero fino a quello motivato dal furto delle matrici, impedirono che esso si realizzasse, malgrado ci fosse già stata la decisione del Governo. Ma ai fini della pianificazione, la situazione è piu complessa: le obiezioni provenivano non solo da parte dello schieramento conservatore, che si muoveva in difesa della libera iniziativa privata, ma anche dall'interno delle Sinistre. In particolare il PCI, come si vedrà, aveva decisamente affermato la necessità di una politica senza fughe in avanti o affermazioni astratte di principi, nonché la diffidenza sul fatto che fosse posibile programmare in un sistema ad economia di mercato. Dopo il 31 maggio 194 7, col 4° Gabinetto De Gasperi, i legami tra le forze sopra menzionate non si ruppero completamente, anche se divennero piu complessi e meno visibili. Amendola ricorda come nel contrasto tra Pella e Vanoni le opposizioni sostennero di fatto le tesi di Vanoni, riprese al Congresso di Venezia della DC da Dossetti, e in Parlamento da Fanfani e La Pira; con Saraceno in una importante posizione di elemento di collegamento. I Partiti e la programmazione In un suo scritto del 1955 Piero Malvestiti ricorda un colloquio con De Gasperi, in cui egli, a nome di una delle componenti della nascente Democrazia Cristiana (il « Movimento Guelfo d'Azione») diceva al leader cattolico come sui problemi della pianificazione integrale e della socializzazione dei mezzi di produzione, la loro parte superava le vecchie trincee, nel senso che era loro indifferente « porsi sullo stesso terreno dei socialisti ». Abbandonata per un momento ogni preoccupazione di altra natura, la socializzazione dei mezzi di produzione non era per loro che un problema tecnico e di opportunità economica.

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