176 Del resto non si può trascurare il fatto che. da quando si parla del piano della C.G.I.L., la parola • piano • è entrata in tutti i giornali, in tutti i programmi di partito. La usò finanche un liberale come l'on. Corbino. La vitalità di questa parola è un sintomo della vitalità che possiede l'idea a cui risponde. Qui arrivati, conviene fare un passo indietro, tornare alla nascita del piano. L'iniziativa della C.G.I.L. ha il carattere dell'organismo da cui proviene: si svolge come una rivendicazione dei lavoratori, è il motivo di una lotta, non di uno sforzo propagandistico o di una ricerca teorica. Di fronte alla resistenza del Governo, i sindacati hanno proseguito nell'opera di precisazione tecnica del piano e di preparazione alla lotta. Il Convegno sindacale, tenutosi a Milano sul principio del giugno scorso, è il coronamento di questa nuova fase. In realtà, esso ha tracciato le linee di una politica economica da opporre a quella governativa e che di questa rappresenta una critica costruttiva, in quanto, mostrandola inetta ai suoi scopi, indica quali altre vie, vadano seguite per raggiungerli. Qui è inutile trattenersi a esaminare le singole relazioni dei sindacati che, riunite hanno dato luogo all'enunciazione della politica rivendicata. Occorre, invece, mostrare piu particolareggiatamente di quanto è già stato fatto, come la rivendicazione del Piano del Lavoro si accordi con quelle salariali. In un simile accordo consiste. difatti, il concreto carattere dell'iniziativa qui considerata; e mostrarlo è stato il compito essenziale del Convegno di Milano. In concreto, l'accordo nasce dal fatto che la nostra economia si muove oggi su un ~ircolo per cui al sottoconsumo segue I esuberanza degli impianti che a sua volta reagisce sul primo, intensificandolo. Per arrestare questo movimento occorre, allora, promuovere il consumo: cioè trasformare in effettivi i consumatori e i produttori potenziali, rendendo attuabile lo scambio reso desiderabile in potenza dai bisogni non soddisfatti e dalla capacità produttiva non del tutto sfruttata della grande maggioranza della popolazione. I contadini, a esempio, sono consumatori non soddisfatti di fertilizzanti chimici, di trattori, di macchine agricole in genere; d'altra parte I lavoratori meccanici e chimici sono produttori non del tutto utilizzati; Infine I campi potrebbero produrre di plu se fossero coltivati con maggiori quantità di fertilizzanti, di strumenti, di macchine, mentre l'industria chimica e quella meccanica potrebbero produrre di piu se impiegassero una maggior quantità di mano d'opera. Se si rende attuabile una simile possibilità di scambio, i contadini scambieranno il vino, i legumi, la frutta che produrranno in piu di adesso, con i fertilizzanti e le macchine che possono dar loro i lavoratori chimici e meccanici. Perciò le rivendicazioni salariali si pongono nella lotta per il piano come un momento di un processo piu ampio e sistematico. Questo accordo mette anche in evidenza come la lotta dei lavoratori non debba procedere per categorie, ma tenendo conto dell'interdipendenza delle categorie stesse, per cui, ad esempio, i braccianti del Mezzogiorno possono avere le stesse mire dei meccanici del settentrione; e, in ispecie, vivificando l'alleanza fra disoccupati e occupati. Conviene infine ricordare l'ufficio di primaria importanza che i Consigli di Gestione sono stati chiamati a svolgere nella lotta per l'attuazione del piano e che essi hanno svolto e tuttora svolgono. In realtà tali consigli, per la loro natura tecnica e per la posizione che hanno in seno alle aziende, possono dare un ausilio insostituibile soprattutto se appartengono ai grandi complessi produttivi, come la Montecatini, la Snia Viscosa, la Fiat. Non per nulla è contro di loro in specie che s'appunta l'ostilità padronale. Ancora oggi, il Piano del Lavoro è oggetto di una rivendicazione e la resistenza borghese lo trattiene dall'attuazione, ma esso, come già si è detto, è in se medesimo un passo decisivo delle classi lavoratrici sulla strada del progresso. Nel rivendicarlo, infatti, queste classi approfondiscono sempre piu la conoscenza dei loro problemi e maturano l'attitudine a reggere la società. Le stesse lotte salariali trovano un punto d'appoggio nel piano. Infine bisogna tenere conto dello sviluppo tecnico dell'economia. In realtà la pianificazione economica risponde oggi a un'esigenza dappertutto avvertita, salvo che in Italia, in Grecia e in Spagna. Perciò l'economista Inglese RosenstelnRodan, sebbene a torto, ha potuto dire che questi sono gli unici paesi capitalistici
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