d'investimentl massicci da parte dello Stato, diretti a sviluppare la coltivazione della terra e il grado tecnico dei metodi di coltivazione, ad accrescere la produzione di energia elettrica mediante la costruzione di nuove centrali, a sviluppare il patrimonio edilizio e l'attrezzatura civile del paese, soprattutto nelle regioni più arretrate. Si giustificava, inoltre, richiamandosi da un lato alla presenza di oltre due milioni di disoccupati bisognosi di lavoro e utilizzabili, dall'altro alla disponibilità delle materie prime necessarie per l'esecuzione delle opere contemplate. Sicché fin dapprincipio poteva restringere il problema economico a quello della ricerca dei mezzi finanziari capaci di attuare la combinazione dei fattori della produzione riconosciuti disponibili, e suggerire anche di fare ricorso, per risolverlo, a specifiche imposte progressive, alla nazionalizzazione delle grandi aziende elettriche onde mettere nelle mani dello Stato i loro cospicui profitti di monopolio, e al risparmio nazionale ed estero. Il Piano stesso, tuttavia, non venne presentato come un suggerimento tecnico rivolto al Governo: fino da allora, esso espresse una volontà della classe operala che, nell'Indicarlo a titolo di proposta conciliativa, lo poneva anche fra le sue rivendicazioni, a fianco di quelle salariali. E' appunto questo carattere attivo, avuto sin dapprincipio, che gli conferisce la sua importanza. In realtà, il fatto che un congresso sindacale includesse nel programma di lotta del sindacati la rivendicazione di una politica economica conforme a un plano formulato dai sindacati medesimi, prova che la consapevolezza dei propri Interessi raggiunta dalla classe operaia comprendeva ormai la chiara visione della convenienza di estendere la lotta dal momento della distribuzione a quello della produzione. La tecnica su cui si fonda la richiesta è tuttavia nuova, come la richiesta medesima. Precisamente, essa pone la necessità di assicurare la vita dell'intlera popolazione come Il postulato fondamentale della attività economica e quindi, sottrae alla flessibilità della convenienza economica individuale le Iniziative possibili per soddisfare quella necessità. Essa cioè si appoggia alla valutazione del costo sociale della 171 produzione, anziché a quella del costo individuale. In termini sociali, difatti, il costo complessivo della produzione comprende una parte costante pari al lavoro sociale tecnicamente necessario per produrre beni di consumo nella misura adatta ad assicurare all'intiera popolazione il tenore di vita temporaneamente stimato giusto; e una parte variabile pari al lavoro sociale impiegato nello sviluppo dell'attrezzatura produttiva. ossia nella produzione dei beni strumentali che via via accrescono le possibilità produttive della società. Di conseguenza ogni giudizio economico sociale considera soltanto questa seconda parte del costo, e si pronunzia sulle singole imprese produttive a seconda dell'attitudine che esse presentano a ridurre, col tempo, la parte costante del costo della produzione, fermo rimanendo il tenore di vita, oppure ad accrescere il tenore stesso, ferma rimanendo la parte costante del costo sociale della produzione; mentre, sullo sviluppo dell'attrezzatura nel complesso, si pronunzia sempre in senso favorevole, fuorché nel caso assurdo che tale sviluppo non migliori la produzione dei beni di consumo. In concreto, dunque, l'argomentazione economica implicita alla proposta del Congresso di Genova parte dal presupposto che, mediante l'eliminazione di consumi superflui, oggi sia possibile raggiungere una disponibilità di beni di consumo vitale maggiore dell'odierna, pur diminuendo la parte costante del costo sociale della produzione; passa poi al riconoscimento della possibilità di promuovere uno sviluppo del tenore di vita Impiegando le forze del lavoro e gl'impiantl eccedenti in opere di sviluppo dell'attrezzatura produttiva, e precisamente in opere di bonifica, in opere di pubblica utilità, in centrali elettriche, in case da abitazione, in scuole, ecc. ecc.; si conchiude, infine, nella affermazione che tutto ciò possa effettuarsi in misura sensibile provvedendo a una redistribuzione dei redditi e a un complesso d'investimenti pubblici. Le stesse rivendicazioni salariali immediate si profilano, quindi, come un momento dell'esecuzione del piano, in quanto concorrono alla redistribuzione dei redditi necessaria per ridurre la parte costante del costo sociale della produzione. Insomma la proposta del Congresso di
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