e di questi crediti, I quali tradotti in lire assommano a circa 576 miliardi. Orbene, qual è questo significato? Non è forse quello di avere sterilizzato dei capitali - di cui il Paese è detto essere cosi affamato - che avrebbero potuto avere una destinazione produttiva? La risposta non può essere che affermativa e non può non tirarsi appresso un'altro interrogativo: • Come mal l'Italia, paese afflitto da mancanza di capitali; che ha due milioni e piu di disoccupati, perché - lo affermano tutti - non ci sono capitali da investire all'interno; che chiede al quattro venti un soccorso il quale le costa la libertà di commerciare con chicchessia, come mai, si è permesso il • lusso • di accumulare riserve e crediti all'estero? •· A questo interrogativo I circoli economicofinanziari ufficiali ed il Governo del Paese, hanno dato almeno due risposte, la prima delle quali dice: - l'Italia è uscita dalla guerra senza riserve che le potessero • garantire • la moneta, per cui era suo dovere ricostruire queste riserve. Nel mentre la seconda sostiene: - l'Italia si è trovata nelle condizioni di avere avuto, In questi anni, troppi aiuti dall'estero, per cui, pensando agli anni In cui questi aiuti cesseranno, era suo dovere costituire delle riserve da utilizzare nel futuro. 2) Il valore di queste due giustificazioni è certamente assai scarso. La prima, infatti, manca di quel minimo di buonsenso economico che possa farla accettare a chiunque, non dico conosca l'economia, ma ne abbia sentito parlare. Sanno tutti Infatti, - li bravo Aleardo l'aveva detto e dimostrato già all'inizio del secolo scorso - che l'oro e le divise straniere sono • garanzia • di una moneta, non perché siano oro e divise, ma In quanto sono parte d'un meccanismo automatico - ora decisamente frantumato - per il cui funzionamento occorre la volontà e le possibilità di tutti I paesi commercianti. Che significato ha perciò parlare di • garanzia • della moneta nel senso sopra Indicato? Forse quello che l'Italia è decisa a far tornare la storia sui suoi passi, qualunque cosa possano fare e pensino di fare gli altri paesi? I quali, come è possibile 167 vedere, anche dalle statistiche delle Nazioni Unite, possono fare e pensano di fare addirittura il contrario? La seconda giustificazione fa pensare alla storia di Giuseppe che consiglia al Faraone di far provviste in tempo di vacche grasse per poter mangiare in tempo di vacche magre. Ma fa pensare anche alla ben misera figura che i novelli Giuseppe hanno fatto quando son venuti i tagli delle forniture E.R.P. e le svalutazioni; ed a quella ben piu misera che fanno quando. come in questi giorni, si parla di programmi d'emigrazione da finanziare coi crediti congelati all'estero. Questa giustificazione infatti, deve far credere che i suoi sostenitori non abbiano tenuto conto - personalmente credo che sia il contrario - delle esperienze recentissime di prima della guerra, in fatto di commercio estero, teorizzate e riapplicate, e che l'ottimo prof. Demaria in Italia, ed altri all'estero, hanno brillantemente esposto. Cioè a dire dell'esperimento tedesco del dearings sbilanciati, che portò ad un progressivo assoggettamento dell'economia del paesi dell'Europa centroorientale a quella germanica mediante l'espediente di costituire la Germania stessa debitrice di somme vieppiu crescenti di quel paesi. La posizione del debitore, invero, in tempi di moneta inconvertibile ed intrasferibile, è stata sempre quella del plu forte. L'ha esperimentata, ripeto, la Germania fino alla guerra, l'ha esperimentata l'Inghilterra sino alla svalutazione, l'ha applicata e l'applica l'Argentina, l'applicano quasi tutti I paesi che hanno bisogno di espandere, con capitali stranieri, la propria economia, e l'ha ignorato l'Italia, che di espandere la propria economia ha tanto bisogno. E' vero che se tutti i paesi l'applicassero, mancherebbero i paesi che dovrebbero subirla. Comunque sta il fatto che il Governo Italiano si è ripetutamente insuperbito di aver dato le merci italiane a tutto li mondo, ed ha nascosto alla nazione che la buona parte dei crediti che cosi si costituivano verso l'estero, mettevano il Paese in un circolo vizioso da cui sarebbe stato difficile uscire - e lo vediamo già sin da ora - se non nel modo che piu vuole il Paese debitore: importando cioè il macchinarlo che piu piace all'Inghilterra
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