giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

A. De Marco S. I. agosto 1945 L'aspettopolitico dei piani • • economici Stralciato da • Civiltà Cattolica • anno 96, voi. lii, 1945, pp. 154-157. Si può discutere se l'economia regolata rappresenti una forma piu evoluta della funzione economica dello Stato, in quanto coordina organicamente gli interventi parziali tendenti a correggersi e ad equilibrarsi, in conseguenza delle reazioni sfavorevoli prodotte in un'economia di mercato. Senza entrare nella discussione, ci pare di poter dire che per uno Stato che si proponga uno scopo di stabilità economica e sociale per un certo numero di anni. una politica economica di pianificazione sarebbe giustificata ed avrebbe motivo per essere preferita a una politica economica di concorrenza. Ma per uno Stato che si proponga di raggiungere nel minimo tempo il massimo prodotto, nella misura richiesta dal fabbisogno nazionale e dalla convenienza degli scambi internazionali, un sistema pianificato mal risponderebbe allo scopo, specialmente in un periodo di ricostruzione. Gli inconvenienti di un piano imposto dallo Stato, quasi tutti di natura economica. compensati in un'economia di guerra dai vantaggi di ordine superiore, non avrebbero ragione di essere tollerati in un'economia di pace e di ricostruzione, in cui si cerca di aumentare la produttività delle forze economiche disponibili e di crearne delle nuove in quantità sufficiente alla prosperità nazionale. Il grado di produttività di ogni nazione e dei membri che ne son parte è la risultante di molti fattori, tra i quali occupa una posizione di preminenza assoluta quello che è all'origine e che intensifica il potere produttivo degli altri, e spesso li genera, e cioè l'interesse personale di coloro che sono attivamente interessati alla produzione. Dato e non concesso che un plano economico sia elaborato nel la forma piu perfetta, che il coordinamento delle misure disciplinatrici sia seguito nel modo piu razionale da una mente oculata e saggia, che gli organi inferiori all'applicazione de~ piano . brillino per intelligenza e per onesta, che gli esecutori si rassegnino a subire le limitazioni imposte alla loro libertà, resterebbero sempre gravi deficienze insopprimibili in una economia pianificata, sulle quali va richiamata l'attenzione nella valutazione poi itica dei piani economici. E anzitutto il piano soffoca lo spirito di responsabilità economica. Le concessioni di permessi e di autorizzazioni trasformano la psicologia dell'imprenditore, che in un'economia liberale è arbitro delle scelte economiche - qualità, quantità del prodotto, combinazioni ottime dei fattori produttivi, ecc. - in un esecutore degli ordini altrui. Il ricordo dello sviluppo industriale del secolo scorso e la prosperità economica dei paesi a regime liberistico hanno qualcosa da insegnare allo Stato anche nell'opera della ricostruzione. Né la pianificazione sovietica può creare delle serie obiezioni in contrario, se si pensa, a prescindere da ogni altra riserva possibile. alle immense risorse economiche e alla remota preparazione bellica che hanno portato la Russia fino alla vittoria, mentre in Italia si vuole ricostruire una economia di pace al di fuori di ogni considerazione imperialistica, utilizzando al possibile le modeste disponibilità nazionali e gli aiuti alleati, che certo non saranno largiti con desiderabili criteri di prodigalità. In secondo luogo il piano, con le sue limitazioni della libertà privata, riduce l'interesse personale, principio motore di ogni attività economica. La leva maestra della produzione è la visione del profitto futuro massimo, che fa affrontare coraggiosamente le incognite del rischio, sfruttare tutte le risorse disponibili, crearne delle nuove In sostituzione di quelle manchevoli o assenti. Ogni provvedimento statale che miri a comprimere la forza viva di questa leva non può non influire sfavorevolmente sul volume o sulla qualità della produzione. Né vale il dire che al massimo profitto futuro congiunto con le Incertezze del rischio si preferiscono talora piu modesti profitti compensati da una sicurezza maggiore, perché il periodo della ricostruzione, tra le tante note negative, data la grande lnsoddl-

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