giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

156 lordo. Sul reddito lordo vive tutta la società. Il reddito netto cioè rappresenta il fondo di accumulazione per lo sviluppo economico e per il benessere sociale, culturale, civile. Naturalmente tutti sostengono che questo deve aumentare, ma importa che aumenti non tanto in senso relativo come tasso di accrescimento. quanto in senso asoluto come massa di beni prodotti e integrale occupazione dei fattori produttivi. Anche se diminuisse il tasso di accrescimento relativo del reddito netto purché aumenti la massa, si garantisce la vita dell'umanità. Quindi ecco che la attenzione anche di tutti gli economisti si sposta al reddito consumato che assume cosi una importanza economica di primo piano e che viene posto proprio alla base di tutto il sistema di espansione economica che, dalla scuola di Cambridge nel Pigou e nel Keynes, si estende a tutta l'economia moderna e in cui questi problemi vengono posti al centro dell'esame della dinamica della produzione e della economia nazionale. Ho voluto soltanto accennare a questi punti per fare, direi, piu che altro un confronto dal punto di vista dottrinale di fronte agli altri colleghi professori che potessero essere qui presenti e che non fossero stati ancora convinti della tesi sostenuta cosi autorevolmente da un collega di molta stima come il Prof. Breglia. Ma se veniamo al concreto della situazione italiana che è quella che piu ci interessa e se riflettiamo appunto che il reddito nazionale può essere considerato sotto i tre aspetti noti, cioè come prodotto nazionale lordo (l'insieme dei beni prodotti), come reddito delle categorie economiche, o come reddito consumato (spesa, investi• mento), mi pare che debba essere chiaro per tutti che il punto centrale nevralgico della dinamica del reddito che determina il reddito nazionale nel suo complesso come prodotto, come risparmio e investimento, e la sua dinamica, è dato dall'aspetto della spesa nazionale. Ma questa spesa - ed è qui Il punto a cui voglio giungere - è fortemente influenzata dalla distribuzione sociale del reddito nazionale. Ora è certo che Il reddito nazionale prodotto in un sistema capitalistico di produzione ha le sue leggi di distribuzione come ha le sue leggi di produzione e fino a che rimane il sistema capitalistico di produzione non si può pensare ad una distribuzione del reddito nazionale che sia diverso da quello che stabilisce la legge propria di conduzione del sistema capitalistico e che stabilisce le rimunerazioni • naturali • delle categorie capitalistiche. Però queste leggi non sono rigidissime e oggi sappiamo che l'intervento economico dello Stato è tale, anche nella produzione del reddito nazionale, che vecchie leggi proprie della distribuzione del reddito in un sistema capitalistico di concorrenza sono state in parte superate, sono state in parte mutate. In ogni caso dobbiamo subito rilevare che il sistema economico italiano oltre ad avere le leggi proprie del sistema capitalistico di produzione le ha - in un modo accentuato - a danno della grande massa dei produttori dipendenti e cioè salariati, impiegati, lavoratori in genere e questo ha determinato e determina particolari deficienze nella dinamica del reddito nazionale italiano e con l'intervento diretto, ha aggravato questa situazione. Data la brevità del tempo, non voglio qui dare molti dati e molte cifre su un aspetto che è stato illustrato da me anche in discorsi alla Camera, in articoli e in altre occasione, ma basta ricordare alcuni dati fondamentali sul reddito nazionale e che risultano dagli studi che sono stati fatti ancora tra il '35 e il '40 dal De Viti, Degli Espinosa, D'Agostino, Barberi, Lenti ed altri. L'Istituto Centrale di Statistica ha in questi giorni preparato una breve pubblicazione sul complesso del reddito nazionale, ma non ha fatto purtroppo delle indagini dal punto di vista distributivo nel senso sociale, oppure, se le ha fatte, se le tiene nel cassetto (et pour cause!). Quindi per l'oggi ci dobbiamo riferire alle indagini dell'Istituto Doxa che tutti abbiamo sentito nominare e che molti di noi conoscono. Da tutte queste indagini si possono ricavare alcuni dati fondamentali. Già nel 1937 si notava che ben il 64% del reddito nazionale era destinato a spese di carattere alimentare (ci sono altre spese che determinano lo sviluppo generale, spese per beni di consumo Industriale, per beni di Investimento). Infine altri dati per me sembrano essenziali. Vi sono quelli che sono stati detti anche

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