giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

Alberto Breglia febbraio 1950 Il problema del finanziamento del Piano del Lavoro SI tratta della relazione letta dal prof. Breglia alla Conferenza economica nazionale Indetta dalla CGIL (febbraio 1950). I sottotitoli sono redazionali Ringrazio la Confederazione generale Italiana del lavoro di avermi onorato chiedendo che io dicessi qualcosa intorno al problema della disoccupazione In Italia che, oltre ad essere il pili grave ed angoscioso dal punto di vista sentimentale e umano di questo nostro periodo, è indice del problema economico fondamentale di una produzione nazionale Insufficiente. Il problema quindi è quello della produzione, della produzione cioè di cose le quali siano necessarie al soddisfacimento di esigenze di fondo o via via meno basse della popolazione tutta, anzi, con massima concretezza, dei singoli membri della popolazione tutta. Il finanziamento non è nel gioco economico se non l'antecedente tecnico necessario perché la produzione delle cose, che, ripeto, è quella che davvero interessa, si attui: antecedente tecnico il quale per sé significherebbe e significa ben poco, se non è Innestato nel processo stesso produttivo. La produzione nel suo svolgimento, se è produzione, trova li suo finanziamento In se stessa. E' per queste considerazioni che, pregandoper mio conto coloro I quali sono specificatamente ben pili competenti di me nella conoscenza e nel maneggio del concreti e sempre mutanti dati che risultano da bllancl e consistenze finanziarle, di posslblll fonti pubbllche e private, ritengo mio compito di richiamare l'attenzione mia e di voi, che cortesemente ora ascoltate, eull'aspetto che a me pare appunto li fondamentale del nostro problema. 11 finanziamento Immediato può essere quelloche è e aarà quel che sarà, ma sia ben chiaroche fo88e tale finanziamento 143 anche sicuro e parecchio soddisfacente per l'esigenza dell'avvio di un pili ampio processo produttivo nazionale, esso ricadrebbe nel vuoto e ben presto, con amara delusione e con danno di tutti, se il processo produttivo non fosse sul serio tale. Adopererò alcune premesse concrete per esemplificare quel che Intendo dire; ma prego la vostra cortesia e la vostra prudenza di interpretazione di non voler dirigere prevalentemente, se non addirittura esclusivamente, l'attenzione sul dati stessi che adopero, ma sullo sviluppo del ragionare. Comunemente il nostro reddito nazionale è stimato, forse pili forse meno, intorno a 6 mila miliardi di lire. I disoccupati nel nostro paese sono stimati ammontanti a pili, e forse parecchio di pili, che un milione e mezzo. Accontentiamoci di questa cifra di un milione e mezzo. Il reddito annuale per individuo da potersi stimare abbastanza soddisfacente stimiamolo con una certa larghezza sulle 500 mila lire, anzi riduciamolo anche a 400 mila lire. Affinché un milione e mezzo di individui disoccupati possano ottenere annualmente ciascuno 400 o 500 mila lire, occorrerrà un ammontare complessivo annuale di 600 o 750 miliardi: ammontare complessivo annuale che evidentemente significherebbe incremento del reddito nazionale reale per una pari valutazione monetaria. E poiché, come ho accennato, li reddito nazionale è attualmente stimato o si può stimare sui 6 mila miliardi di lire, l'ammontare dell'incremento risulterebbe essere pari approssimativamente al 1Oper cento del reddito complessivo attuale. Se l'investimento, che significa cose Impiegate in un atto economico, non riproduce cose per una pari Importanza economica, esso diviene investimento sul serio e questa è produzione per la società Intera. La • produzione • come fenomenocentrale dell'economia Sento li dovere di esprimere chiaramente questi accenni per la responsabllltà che, se pure Indegnamente, ml è affidata quale sommesso cultore di discipline economiche. Questo che ho detto è stato Il fondamento del ragionare economico, da quando la

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