12 In special modo nella zona del genovesato, ma questo si spiega assai facilmente nel fatto che il tempo trascorso dalla loro liberazione ad oggi è troppo breve. Un lavoro piu consistente ed organico invece ho riscontrato a Torino, dove ho trovato la Sezione Metallurgica che funzionava in pieno con tutti I suoi necessari uffici annessi. Anche a Milano si deve ancora superare il primo periodo un po' caotico e confusionario data la mole di lavoro che quei compagni devono svolgere, ma la serietà e l'attività del dirigenti preposti alla riorganizzazione dei metallurgici ci dà sicuro affidamento che entro un periodo relativamente breve questa categoria costituirà certamente la spina dorsale della Camera del Lavoro Provinciale di Milano. Nell'Emilia ho visitato soltanto Modena dove funziona abbastanza bene un Sindacato metallurgico al quale hanno aderito circa l'80% delle maestranze impiegate nei vari stabilimenti della città. In tutte le località che ho visitato ho avuto contatti non solo con i dirigenti dei Sindacati e delle Camere del Lavoro ma anche con le Commissioni Interne di fabbrica e con le stesse masse operaie che ho trovato spiritualmente molto elevate. La maggiore preoccupazione che in questo momento assilla tanto I rappresentanti operai quanto gli esponenti dell'industria metalmeccanica e siderurgica, con i quali ho avuto occasione d'incontrarmi, è quella dell'assoluta mancanza di materie prime e semilavorate nonché difficoltà non indifferenti di ordine finanziario che potrebbero avere serie e non lontane conseguenze sulla produzione e quindi costituire un immediato pericolo per le masse operaie, poiché si profila imminente il pericolo della disoccupazione. Certo è, che se il problema della ripresa lavorativa interessa ogni Nazione dove è passata la guerra questo è veramente assillante per l'Italia, dato che il territorio centro-meridionale della sua penisola è stato ·ampo di battaglia,a quelloche è peggio, la guerra vi è passata metro per metro con le distruzioni operate dai nazi-fascisti che non avevano maestri In tale arte se cosi questa è lecito chiamarla. Ora, a guerra terminata, e data la possl• bilità di un consuntivo, si può senz'altro affermare che la situazione del nostro patrimonio industriale è tale che ogni piu rosea speranza formulata alla vigilia della cessazione delle ostilità, non poteva neppure lontanamente immaginare. La guerra è passata palmo per palmo sul nostro territorio, ma nell'Italia settentrionale dove ha inizio la vera parte industriale della Nazione, per la decisa volontà del popolo tutto e per il valore dei suoi parti• giani il salvabile è stato interamente salvato. E' cosi che oggi possiamo affermare senza tema di smentita che il nostro patrimonio Industriale è nella sua quasi totalità in piedi e che non attende altro che di riprendere Il suo ciclo produttivo. Le difficoltà però che si incontrano per la ripresa lavorativa delle aziende sono infinite, e le principali, comuni a tutte le industrie dell'Alta Italia, si possono schematicamente, come ho già detto, raggruppare in: a) difficoltà di ordine finanziario; b) difficoltà di approwigionamento di materie prime e semilavorate. Non c'è oggi industria che non conosca queste due difficoltà, che è inutile nasconderselo, sono molto gravi a superare, tanto piu che essendo due fenomeni in mutua dipendenza fra loro non si può superare l'uno se non si supera l'altro. Le difficoltà di ordine finanziario sono motivate sia dalle particolari condizioni in cui le Aziende si sono venute a trovare dopo 20 mesi di occupazione tedesca, sia dal le necessità future per la trasformazione delle produzioni belliche in produzioni di pace. In quest'ultimo periodo le ditte dell'Alta Italia non hanno prodotto praticamente niente e di conseguenza non hanno incassato nulla e si sono esaurite non solo le scorte della società; ma queste hanno dovuto altresi ricorrere, nella maggior parte e prestiti presso terzi. Inoltre per la ripresa del ciclo produttivo, è necessario anche prowedere come già accennammo, ad una trasformazione delle Imprese, dedite da vari anni fino ad oggi ad una produzione bellica. Per ottenere ciò è noto anche a qualsiasi profano che ad uno stabilimento per li passaggio ad una nuova produzione occorre un periodo di tempo abbastanza lungo a
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