giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

Italiane abbisognano di 4,6 milioni di prodotti petroliferi nel primo anno del programma di ripresa economica e di 5,9 milioni di tonnellate nell'ultimo anno. Le autorità americane ritennero essenziali le importazioni del primo anno; ma la situazione mondiale fa dubitare che l'economia italiana possa procurarsi tutto l'ammontare richiesto per l'ultimo anno. Poiché il consumo nel 1938 era soltanto di 2,8 milioni di tonnellate, anche una cifra un po' inferiore a 5,9 milioni di tonnellate significherà un notevole sviluppo nel consumo del prodotti petroliferi. Si ritiene necessario un aumento di tale consumo poiché una notevole parte del l'industria italiana ha trasformato i suoi impianti in modo da utilizzare come principale fonte d'energia l'olio combustibile, anziché il carbone. Questa modificazione è stata fatta principalmente sotto la pressione della penuria, del resto transitoria, di carbone. Ma lo sviluppo delle risorse petrolifere del medio oriente e le attuali ricerche petrolifere In Italia fanno pensare che questa tendenza può avere Importanza duratura nel ridurre la struttura del costi dell'industria Italiana. Il piano di ripresa economica Italiana propone di aumentare la produzione idroelettrica a 28,1 miliardi di kWh nel 1951, In confronto a 14.6 miliardi nel 1938 ed a 20,8 miliardi nel 1941 e ad una stima di 9,6 miliardi nel 1947. Il proposto ritmo d'aumento richiederà un notevole sviluppo di capacità; I tecnici americani, tuttavia, hanno ritenuto che ciò si possa ottenere e che sia anche desiderabile poiché un aumento nelle disponibilità di energia elettrica è fondamentale per lo sviluppo delle Industrie e per Il miglioramento agricolo. Un notevole sviluppo nella produzione Interna è Importantissimo perché le previsioni Italiane di ottenere, secondo le richieste fatte, dal 7 agli 8 miliardi annui di kWh di energia dall'estero, durante Il periodo contemplato dal plano non sono realizzabili attualmente. In aggiunta a questo piano di ripresa il programma di sviluppo di energia elettrica Internazionale formulato dalla CEEC contempla la costruzione di impianti idroelettrici In Italia che avranno una capacità produttiva annuale complessiva di 2,6 miliardi di kWh e un impianto 9. 129 austro-svizzero-italiano che avrà una capacità annuale di circa 1,1 miliardi di kWh. 3. Siderurgia Il programma siderurgico Italiano presentato alla CEEC prevede un programma d'investimento di 170 milioni di dollari per rimodernare e ricondurre alla produzione prebellica la siderurgia italiana, fortemente danneggiata dalla guerra. Il previsto ritmo di ricostruzione permetterebbe una produzione di finiti di acciaio sufficiente a coprire le richieste interne e ad alimentare moderate esportazioni. La produzione di finiti d'acciaio prevista dall'Italia per l'ultimo anno del programma è di 3,3 milioni di tonnellate metriche, ossia superiore dell'87 per cento al livello del 1938. Questa produzione potrebbe essere raggiunta facendo ritornare ai livelli del 1942, rispettivamente 1,6 e 3,0 milioni di tonnellate, la produzione della ghisa e dell'acciaio lingotti e aumentando le Importazioni di acciaio grezzo e semilavorato a 1,3 milioni di tonnellate nel 1951. In vista della crescente importanza del prodotti metallici e delle industrie di meccanica leggera in Italia e considerando l'attuale deficienza mondiale di acciaio può essere desiderabile una piccola Industria siderurgica per soddisfare il fabbisogno del mercato Interno. Nonostante l'assenza di materiali grezzi nazionali una simile industria non può essere considerata antieconomica dal punto di vista dei costi comparati, poiché il carbone ed i minerali di ferro del Nord Africa possono essere spediti a basso prezzo al porti italiani dove è disponibile una gran quantità di mano d'opera abile e comparativamente a basso costo. Il programma del fabbisogno dell'acciaio finito sottomesso alla CEEC dal Governo italiano, appare realizzabile. Il programma della CEEC prevede per il 1951 un livello di consumo interno di acciaio finito superiore al 60 per cento a quello del 1938. L'aumento del 60 per cento nel consumo appare giustificato dalle devastazioni della guerra e dallo sviluppo previsto dell'industria di prodotti metallici. L'aumento sia pur piccolo nelle esportazioni all'Europa orientale aiuterà a pagare

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