124 Gli ostacoli su questa strada possono essere - e sono - solo di natura politica. Bisogna, innanzitutto, evitare la distorsione e la crisi permanente della nostra economia, cercando di respingere tutte le clausole e gli aspetti del • piano Marshall • che, come abbiamo visto, costituiscono una gravissima minaccia per il nostro sviluppo economico e produttivo. Bisogna cioè, in altri termini, porsi di fronte agli U.S.A. in una posizione di indipendenza, che ci permetta di discutere e di trattare, per tutto quel periodo di cui gli • aiuti • americani si riveleranno effettivamente utili. Bisogna infine, impostare una energica politica di produzione, e condurla avanti con rigore e organicità per poter far fronte, cosi, con le esportazioni, alle crescenti necessità della nostra importazione. Appare evidente, allora la necessità di abbandonare le impostazioni • liberistiche •, che non nascondono altro ormai che la brutale realtà dei monopoli, strutturalmente incapace di un serio sforzo produttivo. Bisogna spezzare questa realtà con tutte quelle riforme strutturali, con quelle misure di nazionalizzazione, e, in tal senso, di razionalizzazione del mercato, che garanstiscono e consentono un'organica ed energica ripresa della produzione. Tanto piu che, invece, nelle loro applicazlonl finanziarie, le impostazioni liberistiche hanno ottenuto soltanto di provocar contraccolpi gravissimi sul terreno produttivo. Tutto questo, politicamente, sul terreno internazionale, è possibile. Gli U.S.A., soprattutto oggi che vengono mano a mano a cessare quelle condizioni artificiose, determinate dall'emergenza post-bellica, per cui si eran venuti a trovare In una situazione di pratico monopolio sul mercato mondiale, hanno troppo interesse a non rompere con una Italia, che voglie conservare verso di essi rapporti di corretta amicizia. Essi avranno ogni Interesse a scendere sul plano delle trattative In merito alla questione degli • aiuti •. Le sintomatiche dichiarazioni del signor Dodd, che abblam voluto riportare a capo di quest'articolo, ci sembra lo Indichino chiaramente. I popoli dell'Unione Sovietica e delle Repubbliche popolari dell'oriente europeo, determinando, con I loro sacrifici la rapidissime riprese delle loro economie, hanno portato, spezzando di fatto Il monopolio statunitense sul mercato mondiale, un contributo formidabile ali11 nostra indipendenza. Una politica di autonomia e di dignità diviene quindi possibile pienamente per l'Italia. Non a caso, ingolfatisi nella loro folle politica antidemocratica, antìsocialista e antisovietica, Truman e Mrashall moltiplicano i loro ricatti parolai all'Italia, in vista del 18 aprile. In realtà, alle mire dei Marshall e dei Truman può oggi convenire solo questo governo servile di De Gasperi, che per cieco odio di classe, firmando unioni doganali con la Francia e tentando in ogni modo l'aggiornamento al blocco di Bruxelles, si affanna a ribadire, con piu tenaci e soffocati catene, l'asservimento già determinato dal • piano Marshall •. Il rovesciamento di De Gasperi e di Sforza significa, invece, di necessità, nella nuova situazione internazionale che si è venuta determinando, un obiettivo alt, non agli • aiuti •, ma all'attuale smodato imperialismo degli U.S.A. Questo sanno assai bene I reazionari italiani e statunitensi, francesi e inglesi. Questo sappia anche il popolo Italiano: con il suo voto, il 18 di aprile, esso ha tra le sue mani la carta decisiva dell'indiperr denza e della pace.
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