Con quest'ultima nostra analisi, slamo giunti a poter trarre contemporaneamente due fondamentali conclusioni. Anche il terzo degli obiettivi propostisi da Molotov, quello appunto di' maggior interesse per l'Italia - la difesa dell'autonomo sviluppo dell'economia del paesi piu deboli dalle mire di asservimento imperialistico degli altri gruppi capitalistici europei - è stato liquidato, tra gli infami applausi antinazionali delle forze anticomuniste e antisovietiche ancora esistenti in Italia, dall'impostazione di Bevin e Bidault, fatta propria dal signori Marshall e Truman. In secondo luogo, il • piano Marshall • presenta proprio qui una delle sue contraddizioni culminanti, prospettando la necessità di crisi gravissime per quello stesso sistema capitalistico italiano che pur avrebbe la velleità di ricostruire e rimettere in piedi, e prospettando per il presente e per l'awenire condizioni di vita Insostenibili per quello stesso popolo italiano, che i famosi • aiuti gratuiti • dovrebbero, invece, secondo la propaganda interessata ricolmare di ogni benessere. Il • piano Marshall • si presenta cosi, proprio per il fatto stesso che accumula in un solo groviglio tutte le contraddizioni del vecchio mondo capitalistico, senza pervenire affatto a sanarle e a risolverle, come una strada pericolosissima, che non avendo sbocchi costruttivi, apre di necessità una prospettiva di guerra. la posizione da assumere Se questa è, dunque, la reale natura degli • aiuti • americani, • pianificati • nell'European Recovery Program, come può esser considerata erronea, o animata da preconcetti di parte la posizione dei comunisti, e delle forze democratiche In genere? Essa, oltretutto, non è di radicale rifiuto degli • aiuti • - di cui anzi riconosce la transitoria utilità per la soluzione del problema economico italiano - né, tantomeno, prevede impostazioni di tipo autarchico, o di rottura dei rapporti commerciali con gli U.S.A. D'altra parte, non è certo caratteristica della posizione comunista una visione improntata ad ottimismo facilone della realtà economica italiana. Noi non cl facciamo Illusioni: Il deficit della nostra bllancla del pagamenti è stato nel 1947 di 730/780 milioni di 123 dollari, e di altrettanto sarà, come ormai è dato di prevedere, nel 1948; poiché, naturalmente, i signori De Gasperi e Sforza, preoccupati solo di mantenere la nostra economia sotto il perpetuo ricatto degli aiuti, non hanno impostato alcuna politica per cominciare a risolvere il problema. Noi sappiamo quindi che l'eredità di De Gasperi e Sforza sarà pesante e terribile; quale è stata preparata, appunto, dalla loro politica antinazionale. Ma pur con tutte le necessarie prudenze, e nella consapevolezza delle molteplici difficoltà d'ogni genere che sarà necessario affrontare, noi vogliamo riportare l'economia italiana ad un reale e autonomo equilibrio, con rapporti Internazionali fondati sugli scambi e non sulle elemosine, che quando sono dello straniero sono sempre pelose. Ed allora i dati del problema sono pochi e chiari. Noi importavamo dagli U.S.A., nel periodo probellico il 10,7% del nostro fabbisogno totale, e non piu del 25% da tutta l'area del dollaro, e vi esportavamo altrettanto con un piccolo margine di deficit. La questione del risanamento della nostra bilancia dei pagamenti sta tutta qui, nel ricondurre i nostri rapporti con l'area del dollaro a proporzioni che si awicinino a quelle prebelliche. E' questa la via organicamente naturale per la nostra economia, e che impedisce una crisi gravissima di • assestamento • per Il nostro apparato Industriale; è questa la strada per cui l'Italia può ritrovare un suo giusto posto nel consesso delle nazioni. Un simile obiettivo è tutt'altro che ipotetico e irrealizzabile. In sostanza, il • piano Marshall • non è altro che il grande tentativo di rendere permanente e di cristallizzare quella grave distorsione del mercato europeo, determinata dalla guerra, per cui si sono artificiosamente e brutalmente spostati anche I nostri mercati normali di approwigionamento e di sbocco. Ma quanto era un fatto inevitabile nell'immediata emergenza del dopoguerra, cessa ormai di essere una necessità. Non esiste ormai piu un monopolio americano su partite fondamentali quali il carbone, il grano, il legname; e ancora meglio sarà nei prossimi anni. La via giusta per l'Italia - la sua via nazionale - è dunque obiettivamente aperta; essa può essere percorsa, e con un passo che diverrà via via piu rapido e sicuro.
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