122 capitalistiche: essa, dopo crisi della produzione e del mercato, sbocca a un solo risultati definitivo: la compressione spaventosa dei consumi popolari e del medio ceto. Le clausole e gli impegni che tanno parte integrante del • piano Marshall • dimostrano dunque nel modo piu lampante, che due degli obiettivi propostisi da Molotov - autonomo e regolare sviluppo dell'economia europea, e democratico, pacifico e indipendente sviluppo della lotta politica all'interno dei singoli paesi, evitando ogni appoggio dall'esterno alla politica economica sia del crollante capitalismo europeo sia del proletariato - sono stati liquidati dall'impostazione data da Bevin e Bidault all'European Recovery Program, secondo le malcelate intenzioni del signori Truman e Marshall. Non vi può esser dubbio oramai che i gruppi capitalistici dell'Europa Occidentale, aderendo con sollecitudine spudorata al • piano Marshall •, hanno calcolatamente scelto di vendere l'indipendenza dei loro paesi, e di asservire quindi i loro stessi interessi a quelli americani, pur di elevare un antemurale piu solido di fronte alle rivendicazioni del proletariato e delle altre masse popolari, pur di entrare in un sistema che sostiene e rafforza e rende, fino a un certo segno, possibile quella politica economica sostanzialmente fascista, di cui hanno bisogno per risolvere i loro problemi. L'Italia e il « Blocco Occidentale,. Va riconosciuto, però, che, per una parte almeno dei 16 paesi partecipanti, ossia, per meglio dire, dei loro gruppi dirigenti capitalistici, esiste un secondo peculiare interesse nell'entrare a far parte di questo contraddittorio carrozzone del • piano Marshall •. In realtà, all'interno dei 16 paesi, tutti in diversa misura asserviti ai gruppi egemoni statunitensi, si svolge una lotta a coltello per realizzare un asservimento aggiuntivo delle nazioni piu deboli a quelle piu forti dell'Occidente europeo. In questa lotta, com'era facilmente prevedibile, l'Italia è uscita sconfitta. Si tocca qui l'aspetto • nazionale •, nel senso imperialistico, della politica di Bevin e Bidault, e si tocca altresi quanto abietta e miserabile sia la politica di De Gasperi e di quel vaniloquente tacchino del conte Sforza, che hanno perduto ogni capacità di promozione degli interessi nazionali, sia pur sotto la forma distorta e brigantesca dell'imperialismo. Noi siamo passati infatti dall'• imperialismo da lacchè • del fascismo - divenuto ormai appannaggio del laburismo e della • terza forza • francese - a una politica di lacché allo stato puro. Per rendersi pienamente ragione di tutto questo, basterà dare un'occhiata alle seguenti tabelle, in cui sono posti a confronto il cosiddetto • Blocco delle Potenze di Bruxelles • - Inghilterra, Francia, Benelux, Germania Occidentale - e l'Italia, nei riguardi delle rispettive posizioni in seno al • piano Marshall •. Deficits nel 1948-49con le Americhe secondo i programmi del « piano Marshall •· mlllonl ¾ popola- o/o di dollari zione Potenze di Bruxelles 4.935,2 81 158,6 56 Italia 779,8 11 46,6 19 Importazioni dalle Americhe secondo i programmi del « plano Marshall •· Impostazioni programmate In mlllonl di dollarl Potenze di Bruxelles 3587,1 ossia il 65% Italia 574,0 ossia il 10% La sproporzione è evidentissima; e, a renderla ancor piu palpabile, basti pensare che degli • aiuti • americani toccano - ipoteticamente ben s'intende - ad ogni italiano 12 dollari a testa, ad ogni francese dollari 17, ad ogni inglese oltre 35 dollari. In altri termini, il • piano Marshall • prevede per l'Italia negli anni a venire un livello dei consumi della popolazione civile e un volume di esportazioni nettamente inferiori a quelli delle potenze di Bruxelles. E se si tien conto che proprio queste potenze - che sono sempre state il centro delle cartellizzazioni - sono oggi caratterizzate da una politica - tipica del fascismo - di forzamento delle esportazioni e di massima contrazione possibile delle importazioni, si arriva facilmente alla conseguenza che la piu certa previsione fra tutte quelle • pianificate • nell'European Recovery Program è una crisi lnsolublle e deleteria del nostro commercio con l'estero.
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