116 Il piano Marshall L'avvio al Piano Marshall è dato da un discorso pronunciato dal Segretario di Stato americano il 5 giugno 1947, basato su due punti: a) il riconoscimento che nei successivi tre o quattro anni il fabbisogno europeo di viveri ed altri prodotti essenziali provenienti dall'estero ed in particolare dall'America sarebbe stato superiore alla sua possibilità di pagamento; b) il riconoscimento delle conseguenze sfavorevoli che ne sarebbero derivate all'economia americana e quindi della necessità della continuazione del flusso di aiuti all'Europa non frammentari come in passato ma coordinati secondo un programma; Già nel messaggio indirizzato da Truman al Congresso 1'8 gennaio 1948 è riconosciuto il pericolo di una crisi forse peggiore di quella del 1929, mentre lo stesso Truman nella relazione semestrale fatta al Congresso il 21 luglio 1947, aveva affermato la necessità di evitare una crisi di sovrapproduzione sacrificando una piccola quota del reddito nazionale americano per finanziare esportazioni gratuite. Ciò che gli USA si ripropongono è il ripristino del mercato mondiale adeguandolo alle dimensioni ed al ritmo impressi al capitale americano dal New Dea!, creando in un'Europa, di cui contribuiscono ad innalzare i livelli di reddito, una vasta zona di libero scambio in cui i prodotti USA possono far valere il loro piu alto contenuto tecnologico. L'URSS era favorevole alla erogazione di aiuti statunitensi alle nazioni europee ed alla creazione di un organismo che rilevasse i bisogni dei vari paesi. Dissentiva però su due punti che indurranno Molotov ad abbandonare la Conferenza di Parigi del giugno '47 cui partecipavano Francia ed Inghilterra. Contro l'opinione di Bevin e Bidault l'URSS intendeva affidare a tale organismo la definizione delle effettive possibilità di concessione di aiuti da parte USA. Rivendicava inoltre la piena autonomia dei vari paesi nella utilizzazione del fondo, contro la posizione anglo-francese che attribuiva a tale organismo un compito di coordinazione sovranazionale. Avvenuta la rottura con il blocco orientale, 16 paesi europei danno vita al CEEC (Comitato per la Cooperazione Economica Europea) che elabora un documento che fissa in 22 miliardi di dollari l'ammontare dell'aiuto americano, ed un programma di investimento e sviluppo industriale che verrà parzialmente censurato dal Comitato Harriman perché pericoloso per la stabilità monetaria, mentre viene operata dallo stesso Comitato una riduzione dell'impegno finanziario americano a 17 miliardi di dollari per 4 anni di cui 6,8 per i primi 15 mesi. Il Piano Marshall prevedeva da parte dei paesi beneficiari la stesura di programmi di approvvigionamento, sviluppo e commercio estero ed offre quindi parecchi strali ai sostenitori della pianificazione e spunti ai violenti attacchi dei teorici del laissez-/aire i quali nelle conclusioni del Convegno della Confindustria di Siena del 1948 riaffermano la piena libertà di movimento dell'iniziativa privata contro ogni partecipazione pianificata al Piano. Contro queste posizioni polemizzerà il responsabile in Italia del Piano Marshall, James D. Zellerbach in nome di una possibile coesistenza di iniziativa privata e pianificazione di ampio respiro come provato dall'esperienza americana con il Comitato Statunitense per lo sviluppo economico. A favore di un piano quadriennale si pronuncia il ministro Tremelloni rimettendoci la poltrona di ministro del CIR-ERP a favore di Pella, con il plauso degli ambienti della produzione. Via via che
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