giovane critica - n. 34/35/36 - primavera 1973

108 di produzione ed in genere attività economiche che esigono tipi di impresa a dimensioni ingigantite, non solo per le produzioni nuovissime (come quelle che si collegano alla energia atomica. richiedenti risorse e capitali di interi continenti). ma anche per produzioni meno recenti (come quelle siderurgiche, chimiche. metalmeccaniche, dei carburanti, eccetera) produzioni tutte esigenti imprese di dimensioni tali da essere spesso difficilmente controbilanciate da tutto i I resto del peso di una Nazione (esempio di queste imprese è per l'Italia la Fiat. la cui sorte si immedesima ormai con quella non solo di una grande città, ma di una intera regione); attività connesse alla difesa militare. sul cui giganteggiare al di sopra delle possibilità e della stessa statura dei vecchi stati nazionali ormai non è il caso certo di insistere; infine attività connesse con la ricerca scientifica e con la istruzione - e quindi col problema sostanziale dell'accesso di tutti alla cultura, e perciò del ricambio sociale - le quali si compongono in dimensioni e spese veramente colossali. Secondo ordine di modificazioni. conseguenti alle modificazioni dell'ordine precedente. sono quelle che hanno toccato l'intrinseco negli elementi dello Stato. Il territorio. Anche qui si tratta solo di richiamare il vertiginoso appiattimento delle dimensioni territoriali dei vecchi stati tradizionali. evidente nel ridursi di qualunque possibilità di autosufficienza economica. anche per i più grandi Stati, nella intensità e rapidità delle comunicazioni, nel dissolversi della frontiera (ecco. questa cosa che studiavamo ancora non molto tempo fa nei testi di diritto costituzionale. come elemento configurativo del territorio: la frontiera) soprattutto nei riguardi del problema difensivo. Il popolo. l'elemento popolo vede dissolversi il suo cemento di tradizioni, di ideali, di sentimenti che legavano sino a pochi anni fa individui, famiglie, città. regioni, categorie e classi alla coscienza unitaria di costituire un unico popolo (e questo dissolversi, per molti Stati, è cominciato forse ancor prima dell'ultima guerra). In questa co5cionza uni,aria il popolo si trova ora obiettivamente intaccato. Intaccato dalla stessa riduzione delle dimensioni dell'elemento territoriale che sollecita al superamento della dimensione nazionale, ma forse ancor più intaccato dalle divisioni dei risentimenti seminati da decenni di conflitti sociali aperti o di tensioni profonde non risolte da una efficace ed autentica mediazione del potere poi itico. e più ancora dissolto negli ultimissimi anni che hanno visto quasi tutte le comunità statali dell'Europa funestate da lotte intestine sino alla vera guerra guerreggiata fra parti contrapposte della medesima nazione, anni che per contro hanno visto suscitati nuovi indirizzi, nuove abitudini, nuovi ideali, nuovi sentimenti, nuove organizzazioni destinate a fare sentire i legami possibili, al di fuori di un medesimo popolo, tra gruppi omogenei di diversi popoli più di quanto non siano sentiti i legami. al di dentro. fra gruppi diversi del medesimo popolo. Tipica fra tutte, quasi una nuova linea etica, una nuova linea di colore, quella che si è stabilita fra i proletari da una parte e i borghesi dall'altra. Infine. l'ordinamento giuridico. la tendenza ancor più intensificata di quanto non sia stata nel primo dopoguerra, e nonostante le delusioni provocate dai primi tentativi allora abbozzati da organizzazioni internazionali, la tendenza dell'ordinamento giuridico statale a superarsi in un superiore e comprensivo ordinamento, da una parte, con la costruzione continuamente ripresa, malgrado i continui fallimenti, di nuovi ordinamenti sovranazionali, più o meno vasti, con relativi nuovi organi, dall'altra, con l'applicazione sempre più estesa dell'adeguamento automatico del diritto interno al diritto internazionale. sino a farne - come fa, per esempio. la nostra Costituzione - un principio costituzionale il cui funzionamento apre però nuovi delicati problemi circa l'ambito e circa gli organi dell'adeguamento stesso [ ...] Il " romanzo della rivoluzione ,. Tutti questi elementi noi ci siamo ritrovati all'indomani della fine della seconda guerra mondiale. Sembravano destinati a provocare un rinnovamento radicale dello Stato. Di fatti, in brevissimi mesi veniva contenuta la spinta rinnovatrice, e in pochi anni progressivamente compressa sino ad essere praticamente annullata, per ora, quasi ovunque. Ancora una volta • il romanzo della rivoluzione è presto finito •. Esula dal mio tema e da questa sede il ricercare le cause sociologiche e storiche di tale situazione. Qui basterà soltanto

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