Agostino Lanzillo febbraio 1949 Sofismi sulla pianificazione Pubblicato su •L'Industria• n. 2, 1949. La ricostruzione suggerisce l'idea di pianificazione, come un errore determi~a ~n altro errore. Il problema demografico e aggravato dalla volontà di pianificare,_ perché la economia programmatica è incompatibile con una forza Indisciplinabile ed Incoercibile come la potenza demografica. Questa contraddizione è alla base della politica economica italiana di questo dopoguerra, né alcuno si è curato di dedurre le conseguenze. L'illusione di potere • pianificare • l'attività economica è generalmente diffusa nel mondo moderno ed è fatale all'assetto della società contemporanea. Essa è il prodotto della prevalenza del razionalismo e del tecnicismo. Se tutto è oggi diretto dalla ragione, perché dovrebbe essere sottratta ad una rigorosa disciplina l'attività economica? Che cosa non è capace di fare la tecnica? Sembra owio, logico e pratico far costruire da alcuni competenti un programma ben definito e obbligare tutti i componenti di un dato ambiente economico ad uniformarsi ad esso, in vista di finalità preordinate ... Il • piano • può tenere conto di tutte le esigenze, compresa quella di conciliare la giustizia sociale (cosa poi sia la • giustizia sociale • nessuno può dire) con il rendimento ottimo. si possono evitare le •sorprese• e gli squilibri, eliminare la disoccupazione, • controllare • i prezzi. Gradatamente il mondo economico può essere trasformato in un sistema ad orologeria, ed ogni ingranaggio inserirsi a perfezione nel macchinario e tutto andare bene senza incidenti, congiunture, fluttuazioni ... che può opporsi ad una ipotesi cosi riposante? Essa ha un solo difetto. è contro la verità; anzi contro la vita. Nulla può essere preordinato, perch_é la. realtà economica è fluida, mutevole. 1rraz10nale incontenibile, effimera; essa subisce gl'influssi del momento e si modifica in ogni istante. E' un processo, è un divenire, è una risultante di forze di quantità e di azioni umane che mutano nelle loro composizioni e nel loro peso, in ogni momento. Queste forze. quantità. azioni umane, sono spesso _ignot~ e inconoscibili, statisticamente e ps1colog1camente. ed è sempre imprevedibile il loro modo di atteggiarsi in un momento prossimo. La realtà non s'inquadra nelle previsioni programmatiche dell'uomo perché la capacità di questo a prevedere il futuro è minima, quasi nulla. La vita sociale ed economica è un succedersi di dinamismi sociali ed economici, cioè di projezioni di forze nel tempo. Nessuno può • disciplinare • questi stati di tensione fra il presente ed il futuro. La questione forse si chiarisce se si considera che il fenomeno vitale (di cui il fenomeno economico è un aspetto) ha una sua logica, una sua propria ragione d'essere, che non sono quelle nostre. L'economia si svolge seguendo gli Impulsi che la governano dall'interno, e che sono essi stessi risultanze di molte forze, ciascuna delle quali è anche essa risultante di altre tendenze. Chiamerei le forze e gli impulsi che conducono dall'Interno, i fenomeni economico-sociali, forze ed impulsi endogeni. Il processo economico, è tutto un succedersi di forme e di manifestazioni, che ben si qual ifica una creazione: alcune forme possono grosso modo, ripetersi, riprodursi con qualche somiglianza ma nessuna è identica alle altre. Non vi sono ripetizioni nel campo sociale ed economico, come non ve ne sono in natura. Nessuna azienda o impresa è simile ad un altra, per lo stesso motivo pel quale non esistono due identiche spighe di grano. Come non vi sono imprese identiche, cosi non vi sono operazioni economiche, non vi sono • affari • che siano eguali: ogni contratto che un industriale o commerciante conclude ha una sua fisionomia, un carattere, ha inoltre la sua sorte. E' l'incerto
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