avere il titolo di legittimità per guidare una società industriale moderna, che sta andando fuori di controllo, deve indicare in che modo questa società deve essere guidata democraticamente. Per poterlo indicare, non deve limitarsi a definizioni generiche: sulla libertà, sull'autogestione, sulla partecipazione; deve dire esattamente, per esempio, come vuole risolvere il problema urbanistico. Tanto per essere chiari e concreti: qual è la città del modello socialista? è la metropoli superdimensionata? è la piccola città di carattere tradizionale? è qualcosa di intermedio tra la città regione e il sistema metropolitano articolato? è un'entità omogenea o bisogna ricercare la soluzione del sistema urbano secondo le vocazioni e le caratteristiche territoriali, storiche e culturali dei vari ambienti? e come, e secondo quali criteri? VI è da questo punto di vista una copiosa ricchezza di possibilità di inventiva, di modelli, che non è stata ancora messa al servizio del socialismo. Il socialismo deve awalersl dell'immensa capacità di controllo e di guida che la società ha acquisito e alla quale soltanto il socialismo può dare un senso. Perché la democrazia, essendo essa stessa un mezzo, non può guidare, ma deve essere guidata. Questa è la ragione profonda dell'illusione tecnocratica e la giustificazione razionale dell'alternativa socialista Luciano Barca Siamo entrati in una fase nuova, complessa D. Partiamo da un'analisi del periodo del centro-sinistra. Analisi che voi comunisti avete iniziato, su Rinascita, in occasione del congresso del PSI. Vorremmo che tu la sviluppassi, in particolare sotto il profilo della politica economica. A. A questo nostro sforzo di riflessione sul centro-sinistra non mi pare che ne corrisponda uno analogo da parte dei protagonisti di quell'esperienza. Esperienza - va precisato - che ci ha visti all'opposizione in un modo particolare, evidentemente non allo stesso modo con cui siamo stati all'opposizione del centrismo o del centro-destra. Qui bisognerebbe tornare al momento del decollo del centro-sinistra, al '61-'62, e ai diversi accenti che allora furono messi sulle convergenze programmatiche, non solo tra i protagonisti del centro-sinistra, ma anche fra il complesso delle forze che avevano dato vita al centro-sinistra e noi. Qualcuno di noi mise allora l'accento sui • pericoli • del centro sinistra (pericoli di integrazione della classe operala) e quindi sottolineò soprattutto le divergenze; altri lo vide con troppo ottimismo, come un passo in avanti nella direzione giusta, le convergenze con noi essendo molto più rilevanti delle divergenze. Entrambe queste posizioni vanno oggi ripensate criticamente. Se andiamo a rivedere le posizioni del Partito Comunista del '62-'63, ne risulta confermato il giudizio secondo cui il centro-sinistra avrebbe portato la lotta e lo scontro ad un livello più elevato. La lotta della opposizione si è collocata su un terreno più impegnato, pitl precisato, rispetto alla lotta più elementare ma per questo anche più arretrata contro lo scelbi• smo, il degasperismo o Il tentativo di Tambroni (in momenti cioè in cui predominava la lotta per la difesa della libertà e
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