giovane critica - n. 33 - inverno 1973

44 forme politiche di una società borghese compiuta. • Appaiono perciò astratte e irreali (specificamente oggi in Italia) le tesi secondo le quali a) il movimento di classe dovrebbe sostanzialmente limitarsi a dare il suo appoggio alla classe capitalistica (o a gruppi borghesi determinati nella costruzione di un regime di democrazia borghese compiuta) b) il movimento di classe dovrebbe sostanzialmente sostituirsi alla classe capitai istica e assumere in proprio il compito di costuire un regime di democrazia compiuta • 10 . Contro questa ipotesi tradizionale perdente della sinistra, Libertini e Panzieri propongono la costruzione di istituti operai che sorgano nella sfera economica, là dove esiste la fonte reale del potere, presentando l'uomo non solo come cittadino, ma anche come produttore. Le condizioni del controllo operaio sono costituite dallo sviluppo della fabbrica moderna che fa nascere la pratica e l'ideologia del monopolio contemporaneo (relazioni umane, organizzazione scientifica del lavoro), la sempre maggiore compenetrazione fra potere economico e potere politico e per ultimo dallo sviluppo capitalistico moderno e dalle sempre maggiori contraddizioni delle forze e dei paesi socialisti che ripropongono la grave problematica del potere. Indipendentemente dalle polemiche che provocano e dalle sopravvalutazioni o sottovalutazioni immediate, le tesi sul controllo aprono una nuova fase nel dibattito teorico del movimento operaio e paiono appartenere, per la tematica sviluppata, piu al quadro degli anni '60 che a quello degli anni ·so 12 • Difficile è valutare quanto l'esperienza ed il discorso dell'USI abbiano influito sulle teorizzazioni del controllo operaio. Occorre tener presente come i'USi sia nata e si sia sviluppata senza una precisa base ideologica. Elemento connettivo è la valutazione negativa dell'URSS e della figura di Stalin. Logico, in questa prospettiva, l'interesse per l'esperienza jugoslava, nella quale si riconoscono una maggiore partecipazione di base (a causa della lunga guerra partigiana) e la coerenza dimostrata nel lungo e duro contrasto con l'URSS e il Cominform. Ma tali caratteristiche non sono sufficienti a qualificare un movimento politico In una realtà operala egemonizzata da due grossi partiti quali il PCI e il PSI, soprattutto considerando la quasi totale coincidenza con le loro posizioni in politica interna. L'abbandono dell'USI da parte di Cucchi, costituisce la prima fronda nei movimento, sulla prima scelta qualificante da esso compiuta: il rifiuto dell'equidistanza tra PSI e PSDI con una chiara scelta per il primo. Sulle tesi pesa quindi una componente dell'USI e soprattutto ii suo interesse per l'esperienza consigliare jugoslava e polacca ma preminente in esse è il ruolo di Panzieri e tutto il retroterra costituito dall'esperienza della sinistra sindacale torinese (Garavini, Alasia). Ma temi centrali dell'USI, non certamente smarriti dopo il 1957, sono oltre la ricerca di una poi itica che uscisse dai limiti tradizionali della socialdemocrazia e dello stalinismo, il problema del sindacato e quello di un diverso rapporto tra le forze socialiste dei paesi occidentali e le forze socialiste e nazionali dei paesi del • terzo mondo •. Sul primo punto i'USi dopo una fase iniziale in cui pare simpatizzare per la UIL si avvicina decisamente alla CGIL, criticando le posizioni del sindacato idPologico, rifiutando la concezione del sinrlacato come cinghia di trasmissione del partito, chiedendo una maggiore sua immersione nella realtà operaia di fabbrica ed un maggior distacco dagli avvenimenti politici (si criticano ad esempio gli scioperi indetti contro le visite di generali americani in Italia come scioperi politici). Queste posizioni anticipano alcune scelte che sarano fatte proprie dalla CGIL con il Congresso nazionale del 1959, il quale segna il definitivo superamento del sindacato ideologico e la ripresa del contatto con la situazione di base e con tutti gli aspetti del rapporto di lavoro. Per quanto riguarda i rapporti con i paesi del • terzo mondo • è interessante nell'USI lo sforzo di costruzione di un nuovo internazionalismo socia Iista, la proposta di costruzione di una • Quinta internazionale •. l'attenzione rivolta verso la sinistra socialdemocratica europea (Bevan-Schumacher), verso i paesi socialisti asiatici e soprattutto verso l'emancipazione del paesi colonizzati e sottosviluppati. Facile è oggi scorgere i limiti di queste posizioni e denunciare quanto di utopistico fosse in esse presente. Ma Interessante è l'attenzione prestata a fatti e tendenze che passavano pratica-

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