di Venezia del febbraio 1957 8 ed il passaggio di molti suoi militanti e dirigenti nel Partito radicale i:he esprime posizioni molto simili a quelle della sua ala non socialista. Nel convegno del 29-30 giugno tre sono le ipotesi davanti alle quali si trova UP. La prima, sostenuta da Codignola e Vittorelli sostiene la confluenza nel PSI e raccoglie la grande maggioranza del movimento. La seconda, di Parri, ritiene necessario mantenere in vita UP. La terza, fatta propria soprattutto da Pino Tagliazucchi e da Grendi, afferma che la base sulla quale si va alla confluenza nel PSI non è sufficiente ad assegnare ad UP una prospetti.va distinta nel quadro operaio, non essendo essa mai stata un gruppo caratterizzato ideologicamente e riunendo persone le quali hanno formazioni e prospettive molto differenti (la posizione di Parrl lo dimostra). E' proprio del discorso di Tagllazucchi, accanto all'esigenza di una maggiore definizione teorica per il movimento, la necessità di trasferire nel PSI tutti i problemi irrisolti in UP, operando per una vera e propria riqualificazione dello sinistra tutta. Muore, intanto, Gaetano Salvemini politicamente e idealmente legato a UP. Di un anno prima è la morte di Piero Calamandrei, uno dei suoi maggiori esponenti. Pochi giorni dopo manca Umberto Olobardl, ex dirigente partigiano e critico letterario, segretario di UP a Firenze. Sono perdite dolorose che non incidono ormai nel corpo del movimento, ma che paiono quasi segnare il tramonto di una corrente di idee, di una tradizione che ha contraddistinto la sinistra democratica (dal Partito d'azione in poi) per oltre un decennio. In ottobre avviene la confluenza. Come già per i'USi, cosi pure per UP, gli incontri con il PSI non portano alla immissione di suoi esponenti nella Direzione socialista, né alla possibilità di mantenere in vita la rivista. Il 27 ottobre Nuova repubblica cessa, dopo quattro anni e mezzo. le pubblicazioni. Non aderiscano alla confluenza Ferruccio Parrl, Jemolo, Ascarelli e Piccardi che rifiutano una scelta classista e continuano autonomamente Il proprio Impegno politico. 11carattere sincretistico dell'USI e di UP e la loro scarsa omogeneità interna, si rivelano appieno dopo la confluenza nel PSI. In un partito diviso in correnti Plschel 43 dell'USI e Codignola, Cossu. Sagona e Vittorelli di UP entrano a far parte di quella centrista, Magnani aderisce a quella di Basso, Libertini e Giovana si schierano con la sinistra. Pischel e Magnani lasceranno il PSI nel 1961, il primo senza aderire ad altre formazioni, il secondo per rientrare, a dieci anni di distanza, nel PCI dal quale tanto clamorosamente si era staccato nel 1951. Il rientro di Magnani nel PCI avviene in seguito ai mutamenti di giudizio e di collocazione di questo partito rispetto alla politica dei blocchi, al suo differente rapporto con l'URSS ed anche ai mutamenti del costume democratico nella vita interna. E' da notare come Magnani, anche nei momenti di piu accesa polemica con il PCI non sia mai sceso sul terreno dell'anticomunismo (nel quale invece cadrà, dopo il '56 Aldo Cucchi). mai rifiutando in blocco la sua politica, ma criticandone, anche duramente, alcuni cardini fondamentali. primo fra tutti la subordinazione alla strategia dei blocchi, con le conseguenti deformazioni nella vita interna del partito e nella possibilità di Incidere sulla società italiana, data la visione deformata del socialismo che veniva offerta alle masse. Libertini e Giovana, aderendo alla corrente di sinistra, proseguono un discorso già iniziato al'interno dell'USI. nei suoi ultimi mesi, discorso in cui la valutazione positiva della nuova linea strategica socialista, si accompagna a preoccupazioni per i rischi che essa porta con sé, soprattutto sul problema del rapporti con i I PCI e conseguentemente con i movimenti di massa e sul problema del dialogo con i cattolici. Sarà, dopo I grandi moti operai e popolari del 1960 e la definitiva crisi della formula governativa centrista, la disponibilità del PSI a dar vita alla nuova formula del centro sinistra, a spingere la sinistra a lasciare i I partito, costituendo nel gennaio 1964 il PSIUP 9. Sulla rivista socialista Mondo operalo, nel febbraio 1958 compare lo scritto • Le sette tesi sulla questione del controllo operaio • di Raniero Panzieri e Lucio Libertini. Lo scritto è incentrato sulla negazione di uno dei cardini su cui si è mossa la sinistra nel dopoguerra: la valutazione dell'esistenza in Italia di una struttura economica arretrata tale da determinare la necessità di una lotta operaia che tende a favorire la costruzione del modi di produzione e delle
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