giovane critica - n. 33 - inverno 1973

38 sioni di Cucchi che mette in luce come la Direzione del partito abbia dimostrato di non ammettere né libertà, né democrazia, di non avere fiducia nei lavoratori italiani e di affidarsi a trasformazioni sociali apportate da baionette straniere. Ma fin dai primi giorni appare chiaro come la fronda dei due deputati non attacchi sostanzialmente il corpo del PIC, che risponde, rifiutando il dibattito, riducendolo ad una pesante polemica personale 2 • In giugno esce il settimanale Risorgimento socialista che sarà per sei anni l'organo del movimento politico raccolto intorno a Magnani e Cucchi. Il secondo numero contiene un trafiletto che chiarisce l'ipotesi sulla quale si muove la rivista Risorgimento socialista è stato fondato da un gruppo di socialisti italiani i quali hanno seriamente partecipato alle esperienze politiche degli ultimi anni e riflettuto sul loro bilancio che provvisoriamente si chiude con una sconfitta. Risorgimento socialista non è organo né di un nuovo partito né di un gruppo chiuso, né è portatore di una ideologia e di un programma già completi. Si propone semplicemente di portare il proprio contributo alla costruzione di una forza autenticamente socialista che sia capace di cacciare dal potere la DC, arrestare lo sviluppo del neo fascismo, creare l'unità fra la classe operaia ed i ceti medi, alleanza che non è possibile in Italia né sotto la bandiera americana, né sotto la bandiera del Cominform, ma solo al di fuori di ogni influenza straniera. Il Movimento dei lavoratori italiani (il nome assunto dal movimento di Magnani e Cucchi) esprime quindi non solo posizioni vicine a quelle del comunismo jugoslavo nella sua polemica con il Cominform, ma proprie di alcune tendenze minoritarie del la sinistra italiana del dopoguerra, prima fra tutte quella della corrente di • Iniziativa socialista• attiva nel PSI, sino alla scissione socialdemocratica. Cardini del discorso di • Iniziativa socialista • erano stati il rifiuto della politica dei blocchi, il giudizio critico verso l'URSS e lo stalinismo, il rifiuto in campo nazionale del tripartitismo e l'esigenza di andare con i I PCI a rapporti politici nuovi e diversi in cui spettasse alle forze socialiste il ruolo egemone. Le difficoltà in cui si muoveva il PSI erano analizzate facendo risalire la crisi del partito al modo stesso in cui esso era stato ricostruito dopo i I ventennio fascista. La politica di Fronte popolare che divideva il paese in due blocchi contrapposti era determinata dalla sfiducia nella funzione autonoma del partito. Ragion per cui la posizione socialista nel paese e fra la classe operaia si era progressivamente logorata, mancando una alternativa socialista alla politica comunista e alla manovra democristiana, essendo fallimentare il bilancio della partecipazione governativa, essendo totale l'abbandono dell'internazionalismo socialista. Su questa base • Iniziativa socialista • aderiva alla scissione di Palazzo Barberini. nel gennaio 1947, nel tentativo di ricuperare quella autonomia di elaborazione e di proposta politica che era negata dalla scelta frontista del PSI. Ma anche all'interno del nuovo partito le sue posizioni venivano immediatamente emarginate, sia a causa della inesperienza politica dei suoi dirigenti, quasi tutti molto giovani, sia a causa del cedimento di alcuni di essi (Giuliano Vassalli, Mario Zagari, Matteo Matteotti). sia a causa dell'enorme aumento di iscritti, avvenuto, nella maggior parte dei casi, per spostare a destra l'equilibrio del partito stesso. Dopo pochi mesi ne usciva Livio Maitan per dare vita al MSUP (Movimento Socialista di Unità proletaria) che avrebbe appoggiato il Fronte popolare nelle elezioni del 1948. Lucio Libertini, altro esponente della corrente, lasciava il partito di Saragat poco dopo. La parabola poi itica di • Iniziativa socialista • si chiudeva cosi con una doppia sconfitta, lasciando però un segno importante che si sarebbe ritrovato nella tematica socialista degli anni seguenti. 2. La legge truffa e la nascita di Unità Popolare e dell'U.S.I. Le elezioni del 1953 sono caratterizzate dal tentativo democratico di far approvare la legge maggioritaria che assegna un premio di maggioranza alla formazione o al blocco di partiti, che ottenga piu del cinquanta per cento dei voti. Si schierano con la DC liberali, repubblicani, socialdemocratici: contro il PCI, il PSI e le destre. Ma all'interno del PRI e del PSDI la decisione non è accettata unanimemente. I soclaldemocratlcl 8 nel congresso nazionale di Bologna del gennaio 1952 hanno, a larghissima maggioranza, approvata una mozione, presentata da Codlgnola, che impegna Il partito a difendere Il sistema

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