giustificata, necessaria: solo l'anallsl microeconomico-sociale sembra Infatti In grado di cogliere veramente le caratteri• stlche, I meccanismi Interni e le contraddizioni del Sud, mentre l'approccio macroeconomico, proprio della scuola di Baran e Sweezy, rischia di rimanere del tutto esterno alla realtà. La scelta della provincia di Salerno è motivata dalla considerazione della situazione Intermedia di marglnalltà di questa zona. Se infatti essa presenta problemi e caratteri propri di una struttura socio-economica che non riesce ad awiare un moderno ed espansivo processo di sviluppo, pur tuttavia ha registrato, negli anni '60-'69, una crescita del suo apparato industriale che la pone In una condizione abbastanza diversa da quella di altre zone del Mezzogiorno, come prova il fatto che Salerno è nel Sud al 4° posto per reddito industriale e che è l'unica città della Campania, insieme a Napoli, nella quale il reddito industriale superi quello agricolo. Già ad una prima rapida analisi, lo sviluppo di Salerno appare, però, estremaanni '60-'69, una crescita del suo apparato mente squilibrato, Innanzi tutto sotto il profilo della distribuzione territoriale, che è assai ineguale: cosi per la concentrazione dell'industria in una ristretta area (1192% degli occupati In tale settore si trova nel 10% del territorio); cosi per la produzione agricola, la cui metà e oltre proviene dal 10% del territorio; cosi per la popolazione, per oltre il 50% concentrata nel 15% della provincia. E' questo tuttavia uno squilibrio che caratterizza anche zone economiche centrali e non periferiche come Salerno, sicché plu significativi appaiono invece altri dati, come il persistere di un alto numero di occupati In agricoltura (Il 40% del totale degli occupati) o l'abnorme gonfiamento del settore terziarlo, che conta, dal 1968, plu occupati del settore industriale (In particolare, poi, nel settore distributivo si ha Il dato Impressionante di una licenza di commercio ogni 34 abitanti). Questi dati, Infatti, sono già In parte Indicativi delle difficoltà dell'Industria salernitana di awlare un processo espansivo di sviluppo e di trasformazione socioeconomica, difficoltà che hanno origine nel rapporto di dipendenza che la lega al sistema economico centrale. La dipendenza nasce dell'estrema difficoltà di awlare Iniziative 35 industriali capaci di acquistarsi un apprezzabile mercato autonomo nelle zone piu sviluppate; tali iniziative restano dunque relegate in un ambito prevalentemente locale - o si estendono a mercati ancor piu marginali -, ma ciò le costringe a vivere o sulla speculazione edilizia o sul risvolti delle attività economiche di origine esterna, come nel caso di iniziative relative alla diffusione di beni durevoli prodotti da Industrie del Nord (ad esempio officine meccaniche di riparazioni impiantate da concessionari di grandi case automobilistiche) o ad attività complementari ad altre esterne (ad esempio imprese di trasporto). La conseguenza ne è che la fortuna di queste Iniziative - le quali costituiscono la gran parte dell'economia salernitana dal momento che meno del 20% delle Industrie hanno un mercato non salernitano o meridionale 2 e che l'edilizia Impiega ben il 41 % degli occupati dell'industria - dipende dal rafforzarsi dello sviluppo centrale, cioè proprio da quella dialettica squilibrante che alimenta Il sottosviluppo. Orbene, se a questi elementi si aggiunge poi il peso rappresentato dalle sollecitazioni consumistiche Indotte dal centro 3 , le quali owlamente agiscono da freno agli investimenti, sarà chiaro perché i tentativi dell'Imprenditorialità locale non solo non possono essere un valido strumento per il decollo delle zone sottosviluppate, 1)18 reggono stentatamente, grazie principalmente al sostegno dello Stato. Ugualmente Incapaci di provocare un tale decollo appaiono però gli Investimenti di origine non locale, il cui basso livello è legato alla mancanza di economie esterne e di infrastutture. oltre che alla disgregazione del tessuto sociale, non facilmente suscettibile di ricomporsi in un senso funzionale all'Industria. Ed infatti le iniziative venute da fuori appaiono occasioni isolate, piu giustapposte che integrate al tessuto produttivo locale, legate come sono al •centro•; né, d'altra parte, esse hanno avuto significativi effetti sull'occupazione, essendo generalmente caratterizzate da un'alta composizione organica del capitale. In questo quadro si inseriscono gli interventi posti in essere dal potere politico nel tentativo di attenuare le contraddizioni del meccanismi di accumulazione capitalistica ed In particolare di rendere meno grave la plaga della disoccupazione. Tali
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==