Edmondo M. Capecelatro --------- Salerno, 4a città del Sud per reddito industriale G. Bonazzi. A. Bagnasco, S. Casillo, L'organizzazione della marginalità. Industria e potere politico in una provincia meridionale. Ed. L'Impresa, Torino 1972, pag. 494, L. 8.000. Lo studio dei problemi del sottosviluppo si è arricchito negli ultimi anni di Importanti contributi, che ne hanno certamente favorito una migliore comprensione. li piu delle volte, però, l'analisi è stata focalizzata sui processi di sottosviluppo provocati dallo sfruttamento esterno. La qual cosa, anche se era importante per comprendere l'organico legame esistente tra sviluppo e sottosviluppo, rendeva generalmente schematico e inadeguato l'esame della struttura sociale del sottosviluppo, del ruolo storico delle sue diverse classi sociali rispetto allo sfruttamento esterno, dei rapporti tra le varie classi o gruppi di interesse, della struttura interna del potere, etc. Questo limite si avverte particolarmente nella moderna letteratura meridionalistica. la quale non pare quasi mai riuscire a tradurre in concreti strumenti di indagine per le specifiche realtà di sottosviluppo le ipotesi interpretative elaborate, in Italia e all'estero, a livello di •sistema• 1 : forse Influisce negativamente una certa tradizione culturale idealistica che rende piu facile discutere di schemi e categorie, anziché confrontarsi con fatti e cifre. Lo studio condotto da Bonazzi. Bagnasco e Casillo sulla provincia di Salerno è invece un'eccezione significativa. in quanto riesce a dare alla problematica del sottosviluppo precisi contenuti e riferimenti attraverso l'esame dettagliato e puntuale di un caso concreto, di cui si verificano, nel vivo, la dinamica e i meccanismi. L'ipotesi di lavoro da cui gli autori partono è sostanzialmente quella di Baran, Sweezy e Gunder Frank. poiché essi rifiutano di considerare il sottosviluppo come nonsviluppo, e lo ritengono invece la conseguenza storica provocata dallo sviluppo capitalistico nelle aree periferiche soggette a sfruttamento: si tratta dunque non di una realtà statica, ma di un processo dinamico, riproducente con valenze rovesciate la crescita delle aree centrali ipersviluppate, e come tale organico al capitalismo ed eliminabile solo ponendosi fuori dalla sua logica. Il modello di appropriazione-espropriazione elaborato dalla scuola di Baran e Sweezy per spiegare i processi di sviluppo e sottosviluppo non viene dagli autori ritenuto, però, pienamente applicabile alla realtà del Mezzogiorno in quanto ispirato a situazioni estreme, in particolare l'America Latina, dove i meccanismi del rapporto imperialistico regolano nel modo piu rigido i rapporti internazionali, mentre la condizione attuale del Sud d'Italia è piu complessa e ambivalente. Se, infatti, è indubbio lo sfruttamento compiuto dalle regioni industriali del Nord, nei cento anni successivi all'uni• ficazione, c'è da considerare però che la coesistenza del Sud e del Nord in uno stesso Stato, con la particolare funzione mediatrice svolta dal potere politico, è un elemento importante di differenziazione rispetto alle situazioni analizzate dalla scuola di Baran e Sweezy. In ispecie, la politica meridionalistica della spesa pubblica, avviata nel dopoguerra, ha certamente concorso a generare situazioni nuove e ambigue, favorendo , ad esempio, un certo sviluppo in alcune zone meno arretrate e rafforzando, invece, nelle zone piu depresse i meccanismi endogeni di marginalità; con la conseguenza che l'immagine tradizionale di un Sud omogeneamente sottosviluppato e statico, contrapposto ad un Nord sviluppato e dinamico. deve essere sostituita da una visione molto piu articolata e complessa, capace di cogliere il carattere scalare delle varie situazioni geografiche-sociali. Proprio per queste caratteristiche di maggiore complessità ed ambiguità del sottosviluppo meridionale rispetto al altri esempi di sottosviluppo, la scelta compiuta dagli autori di limitare la ricerca ad una sola provincia, quella di Salerno, estendendola contemporaneamente, però, a tutti gli aspetti, economici, sociali, politici e culturali, del problema, appare, plu che
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